Sampdoria – Champions League, Cassano: “Il giorno più bello della mia vita”

di Redazione Commenta


 Quando sono arrivato qui lo avevo detto subito, ma nessuno pareva crederci“. Esordisce così Antonio Cassano a poche ore dal triplice fischio di Sampdoria-Napoli, ultima di campionato per i doriani che, in virtù della vittoria arrivata grazie alla diciannovesima rete stagionale di Giampaolo Pazzini, hanno conquistato un posto per giocarsi i preliminari d’accesso alla Champions League. “E’ il giorno più bello della mia vita“, ripete con enfasi il 99 blucerchiato che, nel corso dei festeggiamenti che si sono protratti nel post gara, ha festeggiato come se avesse conquistato lo scudetto. In effetti, per un club partito a inizio stagione con l’ambizione massima di fare meglio dello scorso anno, è un giorno speciale. Da festeggiare a oltranza. Per Cassano, tuttavia, che a Genova è arrivato in un momento particolarissimo della propria carriera sportiva (dopo il nulla fatto vedere al Real Madrid, il doriano aveva bisogno di rigenerarsi sia a livello personale che calcistico), il traguardo è anche qualcosa di più: una scommessa vinta con se stesso, che va a fare il paio con l’incontro di una vita (quello con la fidanzata Carolina Marcialis) e con l’ideale simbiosi raggiunta con la tifoseria doriana.

Che Cassano lo tratta come un Re. Verso cui il barese mostra la massima riconoscenza. Nell’intervista rilasciata a Sky Sport, l’ex giallorosso ha toccato più di un tema: Nazioanle, futuro, il rapporto con gli alenatori. Eccone alcuni passaggi: “Io spero sinceramente che l’Italia vinca il mondiale. Però spero anche che poi venga un altro allenatore che dia veramente opportunità a tutti di giocare in Nazionale. Io non sono matto, sono una primadonna e gli altri devono comportarsi con me da uomini. Solo così andiamo d’accordo. Se invece si comportano anche loro da primedonne, allora non va bene. Non lascio la Sampdoria e riconosco che mister Del Neri aveva ragione a volere che giocassi in una certa posizione anche se io preferisco giocare dove voglio. Facendo così ho segnato cento gol… Delneri è bravo ma l’allenatore più forte con cui ho mai lavorato è senza dubbio Capello“.


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