Roma-Lazio: De Rossi, Menez, Riise pronti a essere decisivi

di Redazione 2


Francesco Totti uomo derby. Chi, tra i giallorossi, non lo spera. Anche perchè farebbe assonanza con tutte le altre volte – registrate nella Storia – in cui il Capitano ha messo la propria pennellata a ultimare i quadri più belli dal titolo in sequenza “Capolavori. Il derby“.
Eppure, a interpretare nel migliore dei modi numeri e analisi tecniche viene da pensare che a decidere la stracittadina potrebbero essere altri calciatori. Uomini a cui tocca il compito di fatica ma che sanno essere decisivi per dettagli fondamentali (vedi Riise, capace di punizioni dalla potenza indicibile: riuscisse a metterci anche la precisione, ahi Lazio), giocatori chiamati al salto di qualità attraverso un gesto che rimanga nella memoria (vero Menez? Un gol, e da grezzo diventeresti idolo di una curva), bandiere da cui ci si aspetta un guizzo in ogni occasione anche solo per festeggiarle con un pieno di gioia (che esplosione di giubilo trascinerebbe una rete di De Rossi?).
Ecco l’analisi de Il Corriere dello Sport che identifica proprio in Jeremy Menez, Daniele De Rossi e John Arne Riise tre probabili “man of the match”:


JEREMY MENEZ. Pare che Claudio Ranieri abbia deciso: tridente anche nel derby. Quindi Jeremy Menez in campo dall’inizio. Il primo, per il talento francese, da annunciato protagonista. Lo scorso anno, prima stagione italiana per l’ex del Monaco, per lui nelle due sfide contro la Lazio in tutto ci furono cinquantacinque minuti, quindici in quello del girone d’andata per festeggiare alla fine insieme ai compagni, trantacinque in quello di ritorno per tornare a capo chino negli spogliatoi. Stavolta può essere lui l’uomo partita di una Roma che sembra non voler più fare a meno del talento di questo ventiduenne che nei piedi ha un calcio da campione e che se riuscirà a trasferirlo anche nella testa, può diventare un giocatore che fa la storia del derby della capitale. Stasera può essere il primo capitolo di questa storia, ancora in campo, ancora con Vucinic e Totti in un tridente dalle straordinarie qualità tecni­che, in grado di mettere in imbarazzo qualsiasi reparto difensivo, palla a terra, velocità, estro, fantasia, col­pi da campioni. Sarà interessante vedere dove Ranie­ri posizionerà il francese in campo. Può essere lui l’uomo derby della Roma, il francese che quando sorride sembra arrabiato, un anno di Roma alle spalle, la possibilità di entrare definitivamente nel cuore della gente romanista.
DANIELE DE ROSSI. La prova generale contro il Basilea, ora il derby. L’uomo in maschera è pronto a vivere ancora una volta la sfida che, da buon romano e romanista, sente più di qualsiasi altra, quella con la Lazio che ha conosciuto quando era ancora parecchio minorenne e gli auguriamo di continuare a conoscere sino al termine della sua carriera. Per Daniele De Rossi, così assicura lui, non è più una partita da non chiudere occhio la notte precedente.  Un De Rossi che gioca alla De Rossi, riuscendo quasi a dimenticare il nome dell’avversario, potrebbe essere la garanzia migliore per vedere in campo una Roma in grado di giocarsi le sue chance senza farsi coinvolgere da nervosismi che, qualche volta, in passato, sono costati una sconfitta. Toccherà al biondo, alla partita numero 200 in serie A, piazzarsi in mezzo al campo e dare i ritmi a una Roma che è tornata a giocare con il modulo di tante vittorie spallettiane, il quattro­due-tre-uno, il biondo con a fianco Pizarro a dirigere in mezzo al campo avendo davanti almeno tre punti di riferimento. Maschera o non maschera, toccherà ancora a De Rossi, oggi, dare ritmi e geometrie a questa nuova ma allo stesso tempo antica Roma ranieriana.
JOHN ARNE RIISE. Queste sono le sue partite. Le partite di John Arne Riise, il norvegese arrivato da Liverpool. E, quindi, con una conoscenza del valore di un derby arricchita dalla lunga esperienza in Inghilterra dove la sfida tra Liverpool ed Everton è forse il derby più derby di qualunque altro. Il roscio ci ha messo poco a diventare uno dei beniamini della tifoseria che spesso, quando c’è da battere un calcio di punizione e si vede il norvegese pronto a farlo, gli regala un coro che qualche anno fa era per un indimenticabile come Agostino De Bartolomei. Piace ai romanisti lo spirito agonista di Riise, quella capacità di mettere sempre la gamba e dare il cento per cento che sono quelle caratteristiche fondamentali per sfondare in un calcio vero come quello della Premier. Il norvegese, anche se abituato alle straordinarie atmosfere dei derby di Liverpool, è rimasto lo stesso colpito, nella passata stagione, delle altrettanto splendide atmosfere che si vivono all’Olimpico quando di fronte ci sono Roma e Lazio. Stasera, come sempre, Ranieri gli affiderà quella fascia sinistra dove ormai il norvegese non ha più rivali, complice un Tonetto che non riesce a tornare in condizioni fisiche ottimali per poter rappresentare un’alternativa in grado di far rifiatare l’ex del Liverpool. Per lui, ovviamente, non è un problema, è abituato al ritmo di tre partite a settimana, corsa, dinamismo, agonismo sono le sue caratteristiche che ne fanno un di quei giocatori che un allenatore vorrebbe sempre avere a disposizione magari sperando che certi movimenti difensivi prima o dopo comincino a far parte del dna del norvegese. Che sta­sera può rappresentare un’ulteriore arma offensiva con quel sinistro che quando sfrutta si sente il rumo­re in tribuna.


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