Julio Sergio e Burdisso, gioia derby per entrambi?

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Tratto da Il Romanista: lo straordinario epilogo della carrietra di Julio Sergio Bertagnoli che – abituato a vivere il derby dalla panchina (se tutto andava bene) – si ritrova ad affrontare la Lazio con una maglia da titolare sulle spalle e l’ennesima stracittadina di Nicolas Burdisso, uno che di derby – tra Italia e Argentina – ne ha disputati parecchi. Certa la presenza dell’estremo difensore, in dubbio quella dell’ex interista che è in ballo per una maglia ma non ha ancora la conferma di rientrare nell’undici titolare.L’articolo:

“Da una parte una bella storia, magari da raccontare tenendo un nipote sulle ginocchia una volta appesi gli scarpini al chiodo: la favola del terzo portiere diventato di colpo il primo che gioca addirittura il derby, dall’altra quella di uno che di stracittadine finora ne ha giocate diverse, anche di belle toste. Il primo è Julio Sergio Bertagnoli, il secondo è Nicolas Burdisso…Il miglior terzo portiere del mondo, come lo aveva definito Luciano Spalletti è passato definitivamente dallo status di brutto anatroccolo a cigno, prima solo per l’infortunio di Doni, poi a suon di parate anche decisive. Ranieri crede in questo ragazzo e lo farà giocare contro la Lazio consegnandogli, ormai di fatto, lo scettro della titolarità a discapito di uno, Doni che, ironia della sorte, aveva esordito in giallorosso proprio nel derby… “E’ una partita che va oltre la classifica”, dice Julio Sergio. Cosa che sa bene, anzi benissimo anche Nicolas Burdisso. L’argentino non è nuovo alle stracittadine perché prima di questa sera, sempre se giocherà, ha vissuto da protagonista quella di San Siro giocandone ben sei con la maglia dell’Inter contro il Milan. Ma non solo, il difensore è stato anche protagonista in patria del famoso “superclasico” con il suo Boca Juniors contro il River Plate. Un derby, quello che si gioca alla Bombonera, che dire acceso è poco, di quelli che tengono una nazione intera incollata al televisore. Uno, il brasiliano, novizio del tutto, l’altro, l’argentino, un po’ meno. Entrambi però dopo questa sera conserveranno nel cuore il pensiero che la parola Derby, a Roma, è formata si da cinque lettere, ma che emanano ognuna autentiche scariche di adrenalina pura”.


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