Parma-Roma: torna Vucinic ma molte cose continuano a sfuggire

di Redazione Commenta


 Stavolta il rischio è che la domenica possa risultare indigesta fin dall’ora di pranzo. Parma-Roma sarà il secondo anticipo (24 ottobre ore 12.30) dell’ottava giornata di serie A: gialloblu e giallorossi, chiamati all’insolito ruolo di commensali, si stanno abituando. A una colazione che somiglia molto di più al pasto (tutti a tavola alle 9.30) e, dopo il ruttino di metà mattina, a sgroppare sul campo di allenamento.
FULVIO BERNARDINI. A Trigoria si sono adeguati alle nuove esigenze orarie e ci si è pure adattati al nuovo corso della seconda Repubblica presieduta da Claudio Ranieri: sessioni di allenamento stilate dal tecnico assieme ai calciatori, sedute personalizzate per rimettere in piedi una squadra che sembra fiacca e necessità di ricostruire un gruppo piegato dalla confusione prima ancora che dai risultati. Lo dicono i veterani al testaccino: “In campo non sappiamo che fare“, replica l’ex Parma alla rosa: “Se il problema sono io, vado via“. Ci si comincia a chiedere quanto possa durare: non solo per aver messo in conto che la ricostruzione si paga sempre con l’esigenza di un percorso lento ma graduale (e tanta pazienza – la piazza, soprattutto la piazza – non sembra averla) ma anche per l’inevitabile presa d’atto che il condottiero appare troppo fragile, vulnerabile.
 Qualcosa è sfuggito di mano a tutti, lo si evince da un dato: se il generale sta sullo stesso piano della truppa, pare l’epilogo. E che Ranieri – nonostante vorremmo vederlo e saperlo decisivo – sia nella condizione di rendere conto alla squadra, è fatto che non piace. Un professionista ha il dovere di confrontarsi ma anche quello di issare paletti e pretendere che si rispettino. Il suo, per come lo abbiamo letto, sembra il passo di un innamorato. E, a un certo punto, ne svilisce personalità e carattere, ne limita il raggio di azione: la marcia indietro del tecnico, in questo senso, non pare positiva. Meglio sarebbe stato seguire una via e assumersi le responsabilità del caso. Non è esente da colpe la società: situazione mal gestita, sbandierata ai quattro venti mentre, d’altra parte, veniva imposto a ciascun tesserato di tacere in pubblico.
CONFRONTI. Considerando poi che ancora sfugge il perchè di una crisi esplosa in un istante: non si prendeva la Roma a esempio di spogliatoio unito? Non ci si sprecava nell’aggettivare, fino a qualche mese fa, la proverbiale forza di un gruppo come quello capitolino, capace di una quasi impresa? E come può uno spogliatoio tanto armonico aver bisogno di undici partite ufficiali per scoprire che, in fondo, “in campo non sappiamo che fare”? Ancora: come è possibile che lo stesso gruppo – con le prerogative di compattezza di cui sopra – impieghi 990′ di gioco prima di esternare le proprie perplessità all’allenatore? Tutto ci si poteva aspettare, dopo un mercato non di rafforzamento – semmai di assestamento – meno che questo. Avremmo potuto parlare di una rosa non all’altezza, di un divario non ancora colmato con le altre big, di problemi di tenuta e di una squadra da svecchiare. Avremmo potuto criticare la tanto discussa preparazione estiva. Invece, ci si trova a parlare del fatto che la Roma, sul terreno di gioco, non sa che fare. Domanda conseguenziale: a parte Borriello – questo sì, rinforzo vero – i dieci undicesimi tra i titolari non sono sempre quelli? Ovvero, gli stessi che – in campo – tre mesi fa sapevano a tal punto bene che fare da (quasi) vincere uno scudetto? Che sia un affondo al testaccino rispetto alla eccessiva duttilità tattica?
 Fosse così, la critica avrebbe pure motivo di esistere – perchè qui, Ranieri, qualche insicurezza l’ha manifestata – se non venisse immediatamente da tornare a bomba. Nessuna novità rispetto alla scorsa stagione, quando accadeva che – al di là degli accorgimenti tattici che spesso e volentieri avvenivano a gara in corso – era, proprio l’eclettismo, una delle armi di cui poteva disporre la Roma.
SILENZIO STAMPA. Il silenzio stampa non piace perchè non è mai una soluzione: nelle intenzioni della società, l’evidente tentativo di ricompattare lo spogliatoio e salvare la panchina a Ranieri (non da ultimo, lo impone il bilancio). Poi, il messaggio unanime della squadra, pervenuto alla dirigenza attraverso le parole del capitano: “Ranieri non si tocca. Io e i compagni siamo tutti con l’allenatore“. Servirà? Di certo non è bastato per lasciare che il confronto squadra-allenatore si svolgesse nel chiuso di uno spogliatoio se è vero – come è vero – che di cosa si son detti sono stati riportati anche i segni di interpunzione.
PARMA-ROMA. Intanto, per come si sono sviluppati gli avvenimenti, il testaccino farebbe meglio a tutelarsi da sè e mettere pezze in una retroguardia che viaggia alla media di quasi due reti subite a partita (11 match, 21 gol al passivo). Nonostante un Juan a cui raramente capita di sbagliare un colpo e la presenza di quel Nicolas Burdisso che in teoria è costato otto milioni ma il cui cartellino nella pratica – fino a ora – è parso sovrastimato.
 Domenica potrebbe rientrare Mirko Vucinic al fianco delle due note più positive: Francesco Totti (14 gol contro il Parma, si sbloccherà?) e Marco Borriello. Non sembrano recuperabili Daniele De Rossi e Jeremy Menez, Matteo Brighi è destinato a fare ancora coppia con David Pizarro.
Parma è stata terra fertile in più di una circostanza, lo dicono i numeri: nelle ultime 15 sfide ufficiali disputate in assoluto tra le due squadre, la Roma ha sempre segnato almeno un gol, per un totale di 43 reti all’attivo. L’ultimo digiuno giallorosso risale al 24 novembre 2002: sconfitta per 0-3. In 21 gare giocate al Tardini, il Parma vanta 7 vittorie e 5 pareggi. 9 invece i successi per la Roma. E, nonostante nello scontro diretto tra allenatori le statistiche diano Pasquale Marino in vantaggio (4 successi a 3) su Ranieri, l’auspicio è che il testaccino possa rimpolpare il bottino personale. Vorrebbe dire tornare a vedere la Roma vincere e Ranieri sorridere. Ed entrambe le cose non dispiacciono affatto.
Parma-Roma, probabili formazioni:
PARMA (4-3-3): Mirante; Zaccardo, Paletta, Lucarelli, Antonelli; Valiani, Dzemaili (Morrone), Gobbi; Giovinco (Valiani), Crespo (Bojinov), Marques.
ROMA (4-3-2-1): Lobont; Cassetti, Burdisso, Juan, Riise; Taddei, Pizarro, Brighi; Vucinic Totti; Borriello.


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>