Panucci al veleno: “L’addio alla Roma? Qualcuno non ha mantenuto la parola…”

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 Dal sito ufficiale del Parma Christian Panucci, sabato sera la sfida contro la Fiorentina di Prandelli, allenatore che lei conosce bene…
“Sì, è stato l’allenatore della Roma per tutta la preparazione precampionato nel 2004, anche se poi non ha disputato nessuna gara sulla panchina della Roma. Di Prandelli mantengo un bel ricordo, è una persona seria, però bisogna pensare a fare bene. L’avevo già incontrato da avversario prima di venire a Parma, e non ho avuto nessuna emozione particolare.”
Che partita si aspetta?
“Una gara difficile, come tutte le gare che abbiamo affrontato e quelle che affronteremo. Sono battaglie che ci devono portare a 40 punti, e quindi sabato sera ci sarà da soffrire, in uno stadio pieno di gente e contro una squadra che disputa la Champions League. Noi stiamo bene e perciò ci sono tutti i presupposti per fare bene.”
Cosa teme di più della Fiorentina?
“La Fiorentina non mi ha mai impensierito: personalmente non mi fa paura. C’è sicuramente grande rispetto per una squadra molto esperta, ma non paura. Tra l’altro il grosso del gruppo gioca insieme da un paio d’anni, e perciò i loro meccanismi sono molto rodati.”
Ieri Amoruso aveva detto che il Parma è la rivelazione del campionato…
“Sono assolutamente d’accordo con lui nel senso che dopo aver perso contro il Novara in Coppa Italia ad agosto, nessuno avrebbe detto che alla dodicesima giornata di campionato avremmo avuto 20 punti. Certo, se si pensa che resteremo tre le prime quattro fino alla fine, la vedo dura… Adesso dobbiamo mettere da parte tutto quello che abbiamo fatto finora e dobbiamo mettere in campo tutte quelle caratteristiche che ci hanno fatto raggiungere questo parziale di 20 punti, ovvero l’umiltà, la voglia di fare bene, la corsa, il voler fare risultato a tutti i costi. Nel momento in cui molleremo queste virtù, verranno fuori più i difetti che i pregi.”
Il Parma è sempre più un gruppo compatto. Dall’alto della sua esperienza, come lo vede?
“E’ un gruppo eccezionale, composta da ragazzi che hanno tanta voglia di lavorare. Da quando sono arrivato qui, il 1° agosto, solo due giocatori hanno saltato un allenamento, quindi c’è la disponibilità da parte di tutti a fare bene, a lavorare, ad allenarsi. Stiamo sempre assieme, ridiamo, scherziamo: i 20 punti sono anche frutto dell’affiatamento del gruppo. Adesso le cose vanno bene e tutto viene fuori in modo positivo: dovremo essere in grado di dimostrarlo anche quando le cose non andranno benissimo.”
Secondo il Presidente Ghirardi il calcio italiano ha da imparare ancora un po’ da quello spagnolo…
“Io credo che sia avanti la cultura del calcio in Spagna, non il calcio in sé: è avanti la cultura degli stadi, il modo di giocare. Certo, bisogna fare una distinzione: in Inghilterra è ben visto il calcio italiano, ed in Iatali succede il contrario: ognuno ha la propria cultura ed il proprio modo di giocare a calcio. Quello che risalta di più, per me, è la cultura. Sono due culture diverse.”
Invece come vede il calcio francese?
“E’ un campionato molto tecnico. Sembra un campionato facile, invece ci sono giocatori interessanti che praticano un buon calcio, e secondo me si avvicina molto al calcio spagnolo.”
Cosa pensa delle parole di Pazzini, secondo il quale Amauri non avrebbe i presupposti per essere convocato con la Nazionale italiana?
“Non entro nel merito della vicenda: non so bene se Amauri sia totalmente brasiliano o anche un po’ italiano. Credo soltanto che sia Pazzini che Amauri siano due calciatori che meritano di andare al Mondiale in Sud Africa. Se i documenti dicono che Amauri potrà avere la cittadinanza italiana, allora è giusto che venga preso in considerazione come eventuale convocato per la Nazionale italiana: non ci vedo nulla di strano. Anche perché non sarebbe la prima volta, visto che è già stato fatto con Camoranesi e nessuno ha detto nulla. Ci sono degli enti preposti a dare questo tipo di risposte: vedremo cosa succederà.”
Qualche consiglio a Galloppa gliel’ha dato?
“No, no, assolutamente. Siamo tutti molto felici, perché Daniele ha lavorato con grandissima intensità e con grandissima voglia, e si è meritato appieno la convocazione in nazionale. Mi auguro che sia la prima di tantissime altre. Inoltre credo che sia un orgoglio per tutti il Parma che in appena tre mesi di campionato un calciatore di questa società, peraltro neopromossa, sia stato convocato nella Nazionale Italiana.”
Qualcuno a Roma la rimpiange…
“Questa domanda non va fatta a me, va girata alla Sensi e a Spalletti. Io sono stato a Roma per otto anni e vivo ancora là. Sono felice di essere a Parma ma non sono stato io a decidere di andare via dalla capitale; non sono stato io a promettere un contratto a Panucci e poi a non mantenere la parola. Ringrazio i tifosi con cui ho un legame fantastico e che mi hanno fatto sentire importante per otto anni, però questa domanda va girata a qualcun’altro.”


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