Trigoria: sembra uno stadio, Juan c’è. Ranieri insiste sul 4-3-3

 Cinque giorni infuocati prima del derby Lazio-Roma di domenica. Ancora dubbi sull’orario di gioco (18.30? 20.45?) mentre non ce ne sono – in casa giallorossa – sul versante Juan. Il brasiliano è rientrato in gruppo regolarmente e oggi ha svolto normale seduta di lavoro insieme ai compagni. Prima della sessione di allenamento, iniziata alle 15, si è assistito a un siparietto volante tra i tifosi presenti a Trigoria e una volante della polizia. Arrampicati sul muro divisorio del Fulvio Bernardini, il gruppetto di giallorossi ha iniziato a incitare il gruppo fino a che una pattuglia di passaggio ne ha sollecitato la discesa. Detto fatto: il tempo di osservare gli uomini di servizio allontanarsi per riprendere la posizione vista campo. Fossero mica scemi, quelli in volante… tornano ancora e impediscono al gruppettino (a proposito, cori contro l’Inter e qualcosina anche in contestazione a Rosella Sensi) di continuare ad assitere alla seduta. Ci si allena col sole e in una temperatura di 20 gradi.

Roma Primavera, Sini: il rinnovo è un caso

 Da La Gazzetta dello Sport:

«Rinnoviamo il contratto?» «Aspettiamo. Vediamo come vanno le cose». Non troppo bene: quando il capitano della nazionale under 17 salta il derby Primavera per scelta tecnica, che qualcosa non vada è piuttosto evidente. Da tre partite, la Roma gioca senza Simone Sini, il miglior difensore dell’intero settore giovanile, probabilmente anche d’Italia, contando la classe ’92, quella di Vincenzo Camilleri, il ragazzino che il Chelsea venne a prendere in elicottero quando aveva 15 anni. Il 20 marzo, contro il Bari, vengono distribuite delle formazioni con Sini al numero 3: comincia la partita, e quel numero ce l’ha Tortosa, scartato in estate dalla Lazio e tesserato dalla Roma. Una settimana dopo, con l’Ascoli, stessa tarantella: Sini in formazione, Tortosa in campo. Spiegazione ufficiale identica, postumi del problema muscolare accusato al Viareggio, quando il ragazzo chiese il cambio a metà primo tempo, e gli fu detto che era troppo importante la sua presenza: uscì al 27′ della ripresa, quando ormai camminava.

Roma, Ranieri: “A casa dopo 35 anni. Totti e De Rossi? Ci capiamo al volo”

 Da Il Corriere dello Sport:

Il capolavoro di Claudio Ranieri è stato celebrato anche in Inghilterra. Ieri in serata il canale Espn ha mandato in onda una lunga intervista al tecnico della Roma, presentato come “uno dei grandi del calcio”. Ranieri in un ottimo inglese ha parlato del suo felice momento, del campionato italiano, degli altri allenatori e ha lanciato il suo pronostico sulla prossima Coppa del mondo. Ranieri ha rilasciato l’intervista ieri mattina, era molto sereno, si è concesso a questo impegno mediatico nel suo giorno di riposo prima di tuffarsi nel derby. Domenica sera aveva festeggiato il primato a cena al ristorante del fratello a Formello. L’allenatore della Roma prima in classifica ha espresso la sua grande soddisfazione con toni misurati:

Lippi: “Roma o Inter, in ottica Mondiale non cambia nulla”

 Marcello Lippi si sta preparando ai Mondiali 2010 in SudAfrica ma gli tocca sciogliere gli ultimi dubbi rispetto ai convocati. Di certo, fa sapere il Commissario tecnico a margine del seminario sugli sport di squadra organizato dal Coni, che ci sia in cima la Roma o l’Inter, a lui cambia poco.
VERTICE.Per me non cambia niente se in testa ci sarà la Roma o l’Inter. Cambierà per i tifosi, non per me. Voglio sfruttare con la massima attenzione questo ultimo periodo. Non vedo l’ora di avere a disposizione i miei giocatori e di andare in Sudafrica“.
VANTAGGIO MINIMO. Avere un punto di vantaggio in classifica è una cosa importante. Prima lo aveva l’Inter, ora lo ha la Roma. Cambia la prospettiva visto che prima si dipende dagli altri, dopo invece si ha il destino nelle proprie mani“.
GARE DECISIVE.La prossima giornata? No, non credo. Dopo ci saranno altri 12 punti a disposizione“.

Roma, tutto l’amore dei Sensi: Rosella nel nome di Franco

 Da La Repubblica:

Hanno difficoltà in parlamento, le donne, figuriamoci allo stadio. Raccomandata, incapace, inadeguata, stupida. Glielo hanno urlato dietro tutto intero, il campionario classico del maschilismo più retrivo. Ma adesso che Rosella è in testa alla classifica, da sola, prima donna nella storia del pallone, con la sua Roma mai così amata e ammirata, a villa Pacelli — quartier generale storico della famiglia Sensi — si sente solo l’eco ipocrita degli applausi. Un rumore di fondo sparato ad altissimo volume che sovrasta il «Roma Roma Roma» di Antonello Venditti e che allontana e scolora i ricordi di quell’epoca recente in cui tutti i giornali, radio e tifosi facevano i conti in tasca a quello che restava dell’impero costruito da Franco Sensi, macerie fumanti di hotel e piattaforme petrolifere circondate da sciacalli, avvoltoi, compratori vari e banche. «Rosella bla bla bla», «Rosella vattene», ripetevano gli striscioni della curva Sud nemmeno sei mesi fa.

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