Roma, Ranieri: “A casa dopo 35 anni. Totti e De Rossi? Ci capiamo al volo”

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 Da Il Corriere dello Sport:

Il capolavoro di Claudio Ranieri è stato celebrato anche in Inghilterra. Ieri in serata il canale Espn ha mandato in onda una lunga intervista al tecnico della Roma, presentato come “uno dei grandi del calcio”. Ranieri in un ottimo inglese ha parlato del suo felice momento, del campionato italiano, degli altri allenatori e ha lanciato il suo pronostico sulla prossima Coppa del mondo. Ranieri ha rilasciato l’intervista ieri mattina, era molto sereno, si è concesso a questo impegno mediatico nel suo giorno di riposo prima di tuffarsi nel derby. Domenica sera aveva festeggiato il primato a cena al ristorante del fratello a Formello. L’allenatore della Roma prima in classifica ha espresso la sua grande soddisfazione con toni misurati:

«Dopo 35 anni sono tornato a casa, sono felice di lavorare qui e di farlo anche nei prossimi anni. Alleno la squadra della mia città e questo aumenta la componente emotiva. Sono orgoglioso di questo, Roma è casa mia ed è anche la Capitale d’Italia. Per me ora c’è solo un progetto che si chiama Roma. A fine carriera poi magari potrei chiudere con una Nazionale» .
Il primato appena conquistato non gli fa abbandonare il suo aplomb: «Siamo primi in classifica e ci giochiamo tutto in queste cinque partite. I giocatori che alleno sono un grande gruppo molto unito, mi trovo bene a lavorare con loro, mi hanno seguito sin dal primo giorno. Inoltre abbiamo il sostegno di un gruppo fantastico, che è stato vicino alla squadra nei momenti difficili e ora sogna. Noi dobbiamo continuare a lavorare con i piedi per terra. Non abbiamo fatto ancora nulla. Certo, il primo posto e aver scavalcato l’Inter è una grande soddisfazione, ma dovremo continuare a lottare partita dopo partita, fino alla fine. In città si avverte questa atmosfera particolare. Il pubblico è stato al nostro fianco dimostrando grande maturità». Ranieri ha parlato anche di Totti: «E’ il nostro capitano. Anche quando era fermo per infortunio ha dimostrato il suo forte attaccamento alla squadra, è stato vicino ai compagni, anche lui fa parte del gruppo. Essere romano e romanista mi aiuta, ci siamo capiti subito, sono entrato in sintonia con Totti e De Rossi. Ci capiamo al volo. Per esempio Francesco domenica mi ha detto del rischio di espulsione di Menez e l’ho ascoltato». Il tecnico ha evidenziato poi le differenze con il calcio inglese e l’Italia: «Ci sono ancora molte cose diverse, ma anche nel calcio è arrivata la globalizzazione. Nel calcio inglese ci sono squadre forti che si aggiungono a quelle tradizionali e questo aiuta a creare interesse e riempire gli stadi». Poi un’analisi del panorama-allenatori: «Faccio il tifo per il mio amico Ancelotti che sta facendo molto bene, naturalmente per vincere serve anche un pizzico di fortuna e avere i giocatori al massimo della forma. Non sono rimasto sorpreso del suo arrivo al Manchester City, se ne parlava anche in Italia. Roma non è stata costruita in una sola notte, come voi dite a Londra. Ci vuole tempo. Capello fa rendere sempre al massimo i suoi giocatori, è molto pragmatico. Io a Londra mi sono trovato bene. Anche in Inghilterra si gioca un campionato competitivo, ma il calcio italiano ti prepara al qualsiasi situazione. Mourinho è così da sempre, lo conosciamo. E’ molto vicino ai suoi giocatori. Io sono fatto alla mia maniera, per me conta il lavoro e cerco di dare la mia impronta alla squadra». Si prepara a vivere questa volata scudetto con entusiasmo e una grande passione: «Stiamo facendo bene, abbiamo seguito un percorso, senza mai distrarci. Prima terzi, poi secondi, ora primi. Questo è un grande campionato, incerto, equilibrato, mi sto anche divertendo. Per un allenatore l’esperienza che sto vivendo è il massimo, da romano sono doppiamente felice». L’ultimo pensiero è per i prossimi Mondiali: «I miei giocatori che saranno chiamati in causa per la Coppa del mondo sono convinto che faranno molto bene. Così come Lampard, Terry e Cole, che conosco bene: saranno protagonisti. Italia, Inghilterra, Spagna, Brasile e Argentina sono le squadre più forti» . Così parlò l’imperatore Claudio.


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