Nagatomo-Hasebe: Roma, pensieri con gli occhi a mandorla

 Dal Romanista:

E se nove anni dopo Hide Nakata la Roma tornasse a parlare giapponese? Tra i tanti nomi che nelle ultime ore sono stati accostati alla società giallorossa, ci sono anche quelli di Yuto Nagatomo e Makoto Hasebe. Esterno sinistro, difensore del FC Tokyo classe ’86 il primo, centrocampista del Wolfsburg classe ’84 il secondo: hanno partecipato con la nazionale giapponese al mondiale sudafricano. L’agente italiano di entrambi i calciatori, Simone Canovi, ha parlato ieri a romanews.eu, lasciando intendere che forse il nome buono per i colori giallorossi può essere quello di Nagatomo mentre Hasebe dopo il rinnovo del contratto col Wolsburg avrebbe un costo troppo alto per le attuali casse giallorosse.

Adriano: “Roma? Sono pronto”

 Dal Romanista:

«Sono un uomo felice, sono pronto a cominciare la mia nuova avventura in Italia». Ci siamo, Adriano Leite Ribeiro scalda i motori. Ha fretta di abbracciare la Roma. Dal Brasile, l’Imperatore lancia un messaggio ai tifosi giallorossi: stoper venire, sto per guidare il vostro attacco. Il messaggio sadi sfida soprattutto per l’Inter. Perché per un’altra volta ancoraci ha soffiato lo scudetto all’ultimo secondo? Bè, sì. Ma non solo. Perché i nerazzurri saranno il primo avversario dell’era imperiale.

Roma-Adriano: il ritorno dell’Imperatore

 Dalla Gazzetta dello Sport:

Sembrerebbe un paradosso, che tra tanti dubbi e preoccupazioni l’unica certezza, l’unica cosa chiara, solare che in queste ore illumina la Roma sia l’arrivo di Adriano. Dovrebbe sbarcare a Fiumicino domenica pomeriggio e allenarsi a Trigoria da lunedì mattina. Sparito Ammesso che arrivi, certo. Sempre che abbia finito il trasloco, che abbia fatto in tempo a salutare parenti, amici, amiche soprattutto. Che abbia completato un ultimo giro di spiagge, bar, discoteche, chioschi. Non è cattiveria, sono i precedenti che invitano a trattare l’argomento con lo stesso atteggiamento di San Tommaso. E del resto lo stesso Adriano negli ultimi giorni trascorsi a Rio de Janeiro non ha più dato notizie di sé.

Behrami: Roma, idea prestito

 Dal Romanista:

Prestito con diritto di riscatto per la Roma. È questa la strada da percorrere – l’unica possibile, pare – per Valon Behrami. Lo dicono in Inghilterra fonti vicinissime al West Ham, la società chepossiede il cartellino del giocatore e che non haintenzione di fare carte false per trattenerlo. Gli inglesi, infatti, avrebbero acconsentito alla richiesta della Roma di un prestito, e non più auna cessione a titolo definitivo.

Ettore Viola: “Mio padre non ha mai voluto cedere la Roma. Neanche al miglior offerente…”

 Dal sito della Signora in Giallorosso (www.lasignoraingiallorosso.it):

Dino Viola è morto senza venir meno alla sua volontà: non cedere mai la Roma. Neanche al miglior offerente”. Orgoglio di un figlio, Ettore Viola, di fronte ai frammenti di ricordo della presidenza del papà. Le immagini e i cimeli allestiti nella galleria espositiva Ex Roma Caput Mundi, per la mostra “Dino Viola, il presidente dell’orgoglio giallorosso”, accompagnano e addolciscono il racconto di Ettore.
Lo sguardo sospeso, talvolta abbandonato. Resta lì, calamita ogni particolare, per poi restituircelo così: “Guarda quella foto, io e papà, uno accanto all’altro, entrambi con la sigaretta in bocca. Vedi come tenevo pronto il posacenere? Lo sento ancora addosso, quel desidero di essere sempre a disposizione per ogni sua evenienza”. Ancora ricordi. Il più tenero: “Papà consigliere, io piccolino: di nascosto origliai un summit di mercato con Oronzo Pugliese che chiedeva Pelè, ed Evangelisti e mio padre che cercavano di mediare…”.
Delle foto con Falcao, Liedholm, Conti e l’Olimpico tricolore, fa tutto un fascio: “Quella di mio padre è una storia di grandi successi e altrettante battaglie. In quegli undici anni hanno trovato posto anche momenti difficili, come il caso dell’arbitro Vautrot, o lo scandalo Lipopil. Le sconfitte fanno parte della vita. La più amara? Quella legata al progetto per lo stadio di proprietà alla Magliana: se fosse andato in porto, oggi la Roma vivrebbe una situazione diversa”.

Unicredit-Italpetroli: Lodo arbitrale sempre più probabile

 Ansa:

Si rafforza l’ipotesi di andare al lodo arbitrale tra la famiglia Sensi e UniCredit per dirimere la controversia sui 325 milioni di debiti della Italpetroli verso la banca di Piazza Cordusio. Secondo quanto riferito da più fonti, le parti sono ancora distanti sul prezzo e sulla struttura di un eventuale conciliazione,

Tosinvest: “Nessuna intenzione di entrare in una trattativa per l’acquisizione dell’As Roma”

 In giornata si era sparsa la notizia secondo la quale la banca di Piazza Cordusio avrebbe allacciato i contatti con Giampaolo Angelucci, presidente della Tosinvest per l’eventuale cessione della società giallorossa. Arriva puntuale la smentita, infatti secondo laroma24.it fonti interne al Gruppo Angelucci – Tosinvest fanno sapere che le notizie sono prive di fondamento: “Nessuna intenzione di entrare in una trattativa per l’acquisizione dell’As Roma

Unicredit non cambia la sua posizione, Italpetroli è in difficoltà

Se due anni fa Rosella Sensi avesse venduto l’As Roma al George Soros Fund e alla Inner Circle Sports per 283 mln di euro, forse oggi dormirebbe sogni tranquilli. Invece quel 18 aprile 2008 decise di tenersi la “Magica” e adesso la situazione è diventata drammatica. In questi due anni una posizione debitoria già difficile è diventata praticamente insostenibile.
Italpetroli, la holding che controlla la società giallorossa ha un debito di quasi 400 mln di euro, la maggior parte dei quali nei confronti dell’azionista Unicredit (socio al 49%).  “Speriamo che si raggiunga un accordo, i legali ci stanno lavorando”, ha detto oggi il vice a.d. di Unicredit Paolo Fiorentino. E gli avvocati delle parti si incontreranno domani nuovamente per tentare di raggiungere la conciliazione. Ma al momento non esiste alcuna trattativa. Unicredit resta ferma sulle sue posizioni.
D’altra parte la banca di Piazza Cordusio non riceve un euro da quattro anni ed è ormai arrivato il momento di mantenere ferma la propria posizione: struttura e prezzo dell’operazione non si cambiano. Restano quelli presentati da settimane ai legali rappresentanti della famiglia Sensi. E se da un lato la struttura dell’accordo prevede sin dall’inizio il passaggio di tutti gli asset di Italpetroli (depositi petroliferi, terreni di Torrevecchia e As Roma, tra gli altri) dalla holding alla banca, il prezzo dell’accordo non è da stabilire. Quello che resta da definire sono i dettagli sulla valutazione degli immobili che dovranno rimanere alla famiglia Sensi. Inizialmente la richiesta è stata di 11 immobili. In un secondo momento si è scesi a sette con una valutazione complessiva degli asset che la famiglia Sensi vorrebbe mantenere vicina ai 100 mln di euro.
Una posizione difficile da giustificare per chi deve coprire un debito da 400 mln. Come se si potesse decidere di scambiare un debito con un credito. Unicredit, dopo quattro anni di pagamenti inevasi, di citazioni in Tribunale, di attacchi mediatici, di botta e risposta, resta irremovibile sulle sue posizioni: non si tratta di concedere asset o meno, si tratta semplicemente di rientrare di un ingente passivo e di farlo siglando un contratto che metta una pietra tombale su tutta la questione.
E l’offerta di beni da lasciare a Italpetroli al massimo può prevedere un valore complessivo di 20 milioni. Su questo non si tratta. Come non si tratta sul possibile periodo di transizione che potrebbe coinvolgere la As Roma, qualora dovesse passare nelle mani di Unicredit che non è interessata alla gestione del club, ma soltanto a mettere l’asset, insieme agli altri, all’interno di un “paniere” da consegnare ad un advisor per la cessione al migliore offerente. Non cambierà la gestione della As Roma che deve continuare il suo corso, anche se con una presidenza diversa. Sembra infatti fantasiosa l’ipotesi che Rosella Sensi possa rimanere al vertice della società, magari con uno stipendio da manager.
Per poter valorizzare l’asset e rilanciare la squadra attraverso degli investimenti si potrebbe pensare ad una governance maggiormente snella rispetto a quella attuale con un presidente di garanzia di impatto mediatico e un Cda di pochi componenti per sveltirne le decisioni.

 Da Milano Finanza Dow -Jones:

Se due anni fa Rosella Sensi avesse venduto l’As Roma al George Soros Fund e alla Inner Circle Sports per 283 mln di euro, forse oggi dormirebbe sogni tranquilli. Invece quel 18 aprile 2008 decise di tenersi la “Magica” e adesso la situazione è diventata drammatica. In questi due anni una posizione debitoria già difficile è diventata praticamente insostenibile. Italpetroli, la holding che controlla la società giallorossa ha un debito di quasi 400 mln di euro, la maggior parte dei quali nei confronti dell’azionista Unicredit (socio al 49%).

Toni: “A Roma penso di aver fatto bene”

 Queste le parole di Luca Toni alla presentazione ufficiale con la maglia numero 9 del Genoa: “Se sono qua è perché tutti mi hanno voluto fortemente, adesso tocca a me ripagare questa fiducia che hanno riposto in me. Devo aiutare la squadra e fare più gol possibili. Obiettivi? Dobbiamo fare un bel campionato, penso che siamo subito dietro le più forti.

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