Troppo brutta per sembrare vera: questo è il giudizio dei tifosi dopo la fiacca prestazione della Roma al Massimino di Catania. Alla fine di buono c´è stato soltanto il risultato: nessuno ha meritato lodi, eccezion fatta per il portiere Julio Sergio, autore di tre prodezze ma anche di una grave incertezza sul gol siciliano.
Non incide Francesco Totti nè Claudio Ranieri è riuscito a dare gli stimoli giusti ad una squadra che – lo ha detto De Rossi – in questo momento non è nè carne nè pesce. Che il Massimino e Catania non portino bene alla Roma, lo si sa dal 1970. Non da ieri. Ci sono situazioni, tuttavia, che lasciano ancor più perplessi: tra tutte, colpisce in negativo la vicenda realtiva a Jeremy Menez.
Il francese a Catania non era neppure in panchina, Ranieri si è preoccupato di giustificare l’assenza del francese per un problema agli adduttori. In realtà, pare che Menez patisca eccessivamente i carichi di lavoro richiesti dal mister, al punto che dopo Palermo avrebbe mollato il colpo con un lapidario
“Non ce la faccio più mister, me ne vado in palestra”.
Il trequartista (o attaccante esterno, a seconda delle esigenze), classe 1987, alla seconda stagione con la maglia della Roma non era partito male: Spalletti gli aveva mostrato fiducia, decidendo di concedergli lo spazio necessario. A suo modo, il numero 94 giallorosso (numerazione scelta in ricordo dell’infanzia trascorsa nella banlieue parigina numero 94) era anche riuscito a ripagare: tre apparizioni in Europa League e altrettante reti.
Poi, più nulla. Se non una battuta di Claudio Ranieri, secondo cui il francesino paga il suo approdo prematuro nel campionato italiano (un po’ come successe ai tempi ad Henry, un po’ come è accaduto in periodi recenti a Gourcuff) ma è un talento evidente. Genio e sregolatezza? Onestamente è ancora difficile capirlo. Di sicuro, al momento, solo due cose: che i numeri li abbia tutti; che il fisicamente pare piuttosto fragile.