Lazio-Roma: da gregario a idolo. Gli ultimi derby: Piacentini e Castroman, Fiore e Cappioli

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 Era il 27 Novembre 1994: la Roma si aggiudica uno dei derby più entusiasmanti della storia con uno 0-3 firmato Balbo, Cappioli e Fonseca in un match che fa un po’ da spartiacque nella storia contemporanea della Stracittadina capitolina. Se non altro, per il fatto che l’anno prima era appena cominciata l’era dei Sensi alla Presidenza del club capitolino. In questa ultima quindicina d’anni le due squadre hanno alternato gioie e dolori, vittorie e sconfitte, portato alla ribalta volti già famosi o ancora sconosciuti. Il derby ti cambia la vita, se di mestiere fai il calciatore della Roma o della Lazio. Chiedere a Marco Cassetti – ultimo esempio di un elenco di per sè fitto – per averne conferma: il 77 giallorosso è diventato – da esterno di fascia – l’Esterno di fascia. Mastica e sputa, gfabbrica e brucia: il calcio ricorda sempre quella fase ciclica che appartiene alla vita di ciascuno: fino alle stelle e poi giù in picchiata. Accade a qualunque giocatore. Ma in alcune, particolarissime circostanze, eventi circoscritti riescono a rendere indelebile un nome o un gesto, un’intuizione o uno spunto di coraggio. Lazio-Roma e Roma-Lazio, nel garantire lo speciale palcoscenico, son maestre.

Chi passa attraverso il derby, potrebbe uscire con la vita cambiata. In virtù di una rete decisiva. Scorrendo i nomi dei marcatori risolutori, troviamo gente del calibro di Casiraghi, Signori, Boksic, Mancini e Vieri da una parte; Totti, Delvecchio, Montella, Batistuta e Cassano dall’altra. Ovvero, Campioni e fuoriclasse che sanno da soli giustificare il prezzo di un biglietto in qualunque momento. Ma ad approfondire meglio l’argomento, sono impressi nei libri della storia del derby romano anche protagonisti “solo” per una notte. Prendiamo, ad esempio, il giallorosso Piacentini e il biancoceleste Di Mauro che si rendono artefici dei due gol che sanciscono l´1-1 del 24 ottobre 93´. Ancora, il torneo 2000/2001: all’andata i lupacchiotti si impongono grazie ad un’autorete sfortunata di Paolo Negro realizzando il sogno di qualunque romanista; al ritorno i giallorossi si fecero rimontare il doppio vantaggio negli ultimi minuti con le reti non solo di Nedved ma anche della meteora Castroman, uno dei talenti mai svelati dal campionato italiano. Nel 2002 e nel 2003 c’è la firma (seppur per un pari e una sconfitta) di Stefano Fiore, ottimo gregario di molti campi italiani e della maglia azzurra. Nel 2006/07 il 3-0 della Lazio nella gara diandata porta le firme di Ledesma, Oddo e Mutarelli: tre atleti dalle storie molto diverse (ma tutte complicate) nella loro carriera in biancoceleste. Si arriva così ai giorni nostri e torna subito in mente il gol al 92’ di Valon Behrami, il rossocrociato esterno della Lazio che regalò ai suoi la vittoria in extremis in un match molto tirato. Nel 2003 fu proprio un gol alla Lazio, realizzato con il “tacco di Mancini” (di Dio, secondo il popolo capitolino) a svelare le doti del brasiliano alla platea giallorossa. Nella stagione 2005/06, la rete di Rodrigo Taddei e la gioia immensa di Alberto Aquilani. Il penultimo incontro, 4-2 per la Lazio vide invece griffare la gara Lichtsteiner, Zarate e Kolarov (ancora presenti in rosa) e il transfugo Pandev, che di lì a poco sarebbe entrato in rotta di collisione con la società. All’andata, invece, Cassetti decise di misura per tre punti che potrebbero aver contribuito ora a molto più della “sola” conquista di un derby. Perchè adesso l’accoppiata è derby-Sogno.


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