Lazio-Roma: la Capitale è una memoria storica

di Redazione 1


 Da La Gazzetta dello Sport:

È un altro viaggio, sulla solita vespetta 125 bianca. Un caro diario calcistico. Non l’abituale suddivisione in quartieri laziali e romanisti. È un giro dentro la città, una traversata nella storia, un incontro con uomini, parole, gesti e luoghi del derby. Il viaggio comincia da Piazza Ungheria, simbolo della Roma bene, ricca e borghese. Il sacro e il profano. La chiesa di San Roberto Bellarmino, dove si svolsero i funerali di Dino Viola, e, dall’altra parte della piazza, i tavolini dell’Hungaria, il regno del «Completissimo»: hamburger con uovo, prosciutto e cipolle. Lionello Manfredonia è nato all’angolo con via Panama. Buona famiglia, classico pariolino, grande laziale. Raccontano che da ragazzo trascorresse i pomeriggi con gli amici a scrivere sui muri «Roma me…». Dopo la militanza nella Lazio, il calcioscommesse, il passaggio alla Juventus, Viola lo riportò a Roma, spaccando la curva Sud.

Manfredonia fu più forte delle contestazioni e del suo passato: in un derby al Flaminio fece espellere Amarildo, centravanti con la Bibbia. A pochi metri dalla piazza, su via Romania, c’è il Grottino del laziale: cucina romana e ambiente biancoceleste. Lasciamo i Parioli, costeggiamo Villa Borghese, scendiamo per il Muro Torto. Eccoci a Piazzale Flaminio. Seguiamo il percorso del 2, il tram che porta allo stadio Flaminio. L’ultimo derby che si giocò qui lo vinse la Roma, nel 1990, con un gol di Voeller. Negli anni Ottanta le due squadre lo utilizzavano per l’amichevole del giovedì. Il 30 marzo 1983, ad un mese e mezzo dallo scudetto, la Roma di Liedholm fu invitata ad assistere a Lazio-Under 21. I tifosi biancocelesti non gradirono e alla fine aspettarono la squadra a piazza Apollodoro. Di Bartolomei fu colpito in testa da una pietra, Prohaska e Fernando Fabbri aggrediti. Sebino Nela, non a caso ribattezzato Hulk, fu l’ultimo a salire sul pullman dopo aver ingaggiato con gli aggressori una scazzottata. Tuffi, canzoni, striscioni Scendiamo verso Sud. Oltrepassiamo il Tevere In pochi minuti siamo a piazza della Libertà: qui fu fondata la Lazio il 9 gennaio 1900, qui ha sede la fondazione Sandri. Sfiliamo Prati, feudo biancoceleste, Borgo Pio e il ricordo di Ferraris IV, Castel Sant’Angelo, il Cuppolone. Puntiamo dritti a Trastevere. Quartiere bipartisan: Mazzone nato a vicolo del Moro giocava a San Cosimato, Giordano da vicolo del Cinque si spostava a Santa Maria in Trastevere. Sopra la nostra testa, il cannone e le coppiette del Gianicolo. Delio Rossi si tuffò nel Fontanone dopo un derby vinto 3-0. Lo aveva promesso a Suor Paola. Da allora i romanisti lo chiamano lo stagnaro. A ovest del Gianicolo, Monteverde: a piazza Ottavilla c’è Santa Maria della Consolazione, da queste parti nel ’72 nacque il Commandos Monteverde Lazio, poi CML ’74, per anni guida della Nord. Noi scendiamo invece per via Dandolo, sbuchiamo a viale Trastevere, torniamo verso il Tevere da Via Induno. Giriamo a sinistra per Circo Massimo, il luogo delle celebrazioni romaniste. Tre concerti di Venditti passati alla storia: in 500.000 nel 1983, primo grande raduno popolare dopo la Liberazione; in 300.000 nel 1984, a cantare e a piangere; 1.000.000 nel 2001, arrampicati perfino sulle rovine del Foro. L’anno prima, anche i laziali tentarono di festeggiare qui, ma nulla era stato organizzato e il pullman con la squadra non riuscì ad arrivare. Dal Circo Massimo alla Garbatella ci vogliono cinque minuti. Molto prima dei Cesaroni, c’era Valerio Mastandrea, il filosofo del romanismo. «La Garbatella è speciale perché è romanista, verde e umana», disse una volta. Il 17 giugno 2001, giorno dell’ultimo scudetto, espose sul balcone uno striscione con scritto « So’ soddisfazzioni». Tagliamo? E, conoscendolo, deve essere stata una soddisfazione pure per Paolo Di Canio crescere laziale al Quarticciolo, quartiere assai romanista. Paolino, esule in patria, con un unico alleato: Tonino, il barbiere di via Manfredonia. «Quando segnò quel gol sotto la Sud volevano bruciargli la macchina…». Capolinea.


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  1. RELAZIONE DEL PROGETTO “PER NON DIMENTICARE”
    di Laura Tussi

    Prosegue l’iniziativa dal titolo “Per non dimenticare”, organizzata dall’Istituto Comprensivo Prati di Desio (Monza e Brianza), con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale e dell’Assessorato alla Cultura di Nova Milanese. Questo progetto si pone l’ambizioso traguardo di unire tutte le forze democratiche che hanno a cuore i valori dell’antifascismo e della Costituzione, presenti sul territorio, in merito alle tematiche collegate al ricordo, al recupero della memoria storica e alla tutela dei diritti umani. In qualità di Docente presso l’Istituto Comprensivo via Prati Desio (Monza Brianza), ho organizzato in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Nova Milanese, l’ARCI, l’ANPI, l’ANED, l’APEI, Emergency, Peacelink, Il Dialogo e la Rete Antifascista Nord Ovest Milano di Bollate, incontri a tema, volti ad approfondire il Progetto Memoria Storica a Nova Milanese, dal titolo “Per non dimenticare” intrapreso, a partire dagli anni ’70, dall’Amministrazione Comunale e dalla Biblioteca Civica di Nova Milanese, con la raccolta di videotestimonianze, interviste e documentazioni inerenti la memoria dei campi di concentramento e di sterminio nazisti.
    I primi interventi hanno aperto il dibattito sul pluralismo e il dialogo interreligioso, sulle pari opportunità e i diritti umani, considerati al vaglio della memoria storica e dell’attualità.
    Nel primo incontro dal titolo “Pluralismo e dialogo interreligioso. Per non dimenticare”, il sindaco Laura Barzaghi e la giornalista Annalisa Tagliabue hanno introdotto i vari interlocutori e le associazioni partecipanti all’evento con la loro testimonianza. Le tematiche collegate al pluralismo religioso e al dialogo interculturale tra i culti e le fedi, nel diritto alla libertà di culto, sono state affrontate da Laura Tussi, docente, scrittrice e giornalista e dal teologo Brunetto Salvarani, direttore di Cem Mondialità. Gli argomenti affrontati sono stati l’importanza del dialogo tra le differenze soggettive, psicologiche, identitarie nel tessuto sociale e comunitario, dove come sostiene Hermann Hesse, in Narciso e Boccadoro:”la nostra meta non è di trasformarci l’un l’altro, ma di conoscerci l’un l’altro e di imparare a vedere e a rispettare nell’altro ciò che egli è: il nostro opposto e il nostro completamento”. Il confronto tra le religioni in dialogo non viene riconosciuto dalla politica attuale a livello sociale e giuridico e la libertà di culto si prospetta ancora come una lontana utopia, anche se costituisce un diritto umano imprescindibile per ogni persona appartenente a professioni religiose diverse, per una cittadinanza interculturale e una prospettiva di convivenza planetaria.
    Nel secondo incontro dal titolo “Diritti umani e pari opportunità. Per non dimenticare”, la scrittrice, massmediologa, vicepresidente dell’Osservatorio Nazionale Europeo per il Rispetto delle Pari Opportunità, Wanda Montanelli, ha introdotto con un resoconto molto dettagliato, la problematica della violazione dei diritti delle donne e l’importanza del fare memoria della storia passata e dell’attualità in cui la componente femminile è indubbiamente sempre presente.
    Il preside dell’Istituto Comprensivo via prati di Desio, Gianni Trezzi, animatore e leggistorie, ha letto alcuni brani tratti dall’ultimo libro di Laura Tussi, dal titolo Memorie e Olocausto. Interessante, partecipato e sentito è stato l’intervento dell’ex partigiano, Presidente dell’ANPI, Bacio Capuzzo, che ha portato una personale testimonianza ed esperienza di guerra durante gli anni del nazifascismo. Importante la testimonianza dell’ANED rappresentata dal ricercatore Giuseppe Valota che ha scritto un trattato sulla deportazione politica degli scioperanti di Sesto San Giovanni in un libro edito dalla Guerini e Associati. Peacelink, associazione che si occupa di temi ambientalisti, di antimilitarismo e non violenza per un futuro sostenibile, è intervenuta nella persona del professor Lorenzo Galbiati che ha testimoniato le nefandezze della situazione politica in cui imperversa il popolo palestinese. La Rete Antifascista Nord Ovest Milano di Bollate ha presentato un resoconto del pericolo incombente a seguito della costituzione di una Skinhouse, (associazione neonazista) insediatasi sul territorio bollatese. Presenti anche i lavoratori della LARES metalli preziosi, che stanno vivendo momenti difficili in seguito alla chiusura dell’azienda, ma che con tenacia continuano a difendere la loro dignità di lavoratori, secondo l’articolo uno della Costituzione Italiana. Presente all’iniziativa è l’associazione Emergency di Monza e Nova Milanese che raccoglie fondi per il funzionamento di centri di primo soccorso per le vittime di guerra in Afganistan e in molti Paesi belligeranti.
    La libreria L’Antologia di Nova milanese ha messo in vendita i libri dei vari autori intervenuti in questi incontri.
    Il 18 aprile 2010 è stato ospite dell’evento “Per non dimenticare” il maestro Renato Sarti, attore, regista, opinionista e fondatore e direttore del Teatro della Cooperativa di Milano. L’intervento dal titolo “Memoria storica e diritti umani…per non dimenticare”, presso la sala consiliare del comune, si è basato su una riproposizione e rilettura degli eventi del nazifascismo, osservati nel testo teatrale del maestro Sarti, dal titolo “I me ciamava per nome: 44787. Risiera di San Sabba”. Il testo racconta di esperienze di deportazione per motivazioni politiche, con agghiaccianti riferimenti alla tragedia degli eventi a livello individuale e collettivo, nel dramma di ogni singolo personaggio. Sempre per il tema dell’antifascismo e della deportazione, sono stati organizzati degli eventi di testimonianza diretta e indiretta con il presidente dell’Associazione Nazionale Partigiani Italiani, di Nova milanese Bacio Capuzzo e il presidente dell’Associazione Nazionale Ex Deportati di Sesto San Giovanni, Giuseppe Valota. Gli incontri con i testimoni si sono svolti presso l’Istituto Erasmo da Rotterdam di Bollate e presso l’Istituto Comprensivo Prati di Desio, di fronte alla presenza di centinaia di studenti dei licei e degli istituti superiori del territorio, sempre all’interno del ciclo di eventi “Per non dimenticare”.
    Il 23 maggio 2010 si è proposto al pubblico di Nova Milanese il tema “Ecologia e lotte sociali”, utilizzando il titolo di un celebre libro del relatore dell’incontro, il professor Virginio Bettini, docente di analisi e valutazione ambientale presso l’università IUAV di Venezia.
    Interessante anche la relazione di Ilaria Merati, Dottore di ricerca in politiche pubbliche del territorio e pianificazione territoriale, che ha proposto una rilettura in termini attuali del caso Seveso, e l’esposizione dell’Associazione Nova Ecologia, attiva a livello territoriale con importanti eventi di tutela ambientalista, per fare fronte al pericolo di emissioni di diossine e furani nell’ambiente da parte di poli e complessi industriali e degli inceneritori, presenti sul territorio a livello locale, globale e planetario.
    Durante l’evento è stato letto un comunicato del Presidente dell’Associazione http://www.peacelink.it, Professor Alessandro Marescotti, che sostiene il progetto “Per non dimenticare” e conduce campagne civili di rivendicazione ambientalista a Taranto e in ambito nazionale ed internazionale.
    Questo incontro ha voluto divulgare il messaggio dell’importanza e del valore della tutela ambientale a livello di ecosistema planetario, senza scadere in localismi ed in particolarismi di interesse privato e speculativo, individuale e personalistico. Gli eventi del ciclo “Per non dimenticare” vogliono proporre all’attenzione del pubblico delle importanti riflessioni sull’attualità dei valori sociali e dei diritti civili e umani, di cui occorre continuamente fare memoria, ripercorrendo l’analisi del passato storico, per evitare di compiere gli errori della storia, a livello di violazione della dignità delle persone, sotto varie forme e vari aspetti, dall’intolleranza per le diversità, dall’oppressione delle differenze, alla considerazione del dialogo tra le parti e le categorie e tipologie umane, nel rispetto dell’ambiente circostante e dell’ecosistema, per un futuro a misura di persona, in un contesto ecosostenibile e nonviolento, basato sui valori della pace e della valorizzazione delle differenze di ogni genere e tipologia umana, nella libertà di espressione e di pensiero.

    Laura Tussi, docente Istituto Comprensivo Prati di Desio (Monza e Brianza)
    In questo link sono visibili i video del ciclo di eventi “Per Non Dimenticare”
    http://www.youtube.com/lauratussi
    http://www.peacelink.it/cerca/index.php?q=laura+tussi
    http://www.lageredeportazione.org

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