Cessione Roma: Boston e Università, gli americani che vogliono il club

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 Da MF-DJ:

Si dice che Boston sia la più europea tra le città statunitensi, si dice anche che sia una delle città culturalmente più all’avanguardia e con una tradizione sportiva di primo livello. E proprio tra le vie di questa città che è nato il legame del gruppo capitanato dal sessantenne Thomas DiBenedetto che vuole acquistare la As Roma. Remote radici campane, della provincia di Salerno, DiBenedetto ha un pedigree di lavoro che va da società finanziarie, a quelle di investimenti immobiliari, passando per i software. Oltre ad un curriculum universitario eccelso: dall’Mba a Wharton agli approfondimenti al famoso Mit (Massachusetts Institute of Technology) Ma quello che lo caratterizza è la grande passione per lo sport: il baseball attraverso i Red Sox, il calcio, attraverso la Roma.
Ma Boston è anche il legame tra DiBenedetto e Michael A. Ruane, MBA in Economia a Wharton, immobiliarista con un portfolio da 8 miliardi di dollari. E da Boston viene anche Richard D’Amore, general partner della North Bridge Venture Partners, una venture capital di profilo internazionale. Lui laureato con lode ad Harvard. E metti una sera a cena al Trinity College ed ecco venir fuori l’idea Roma. Da Boston a Miami, la seconda casa di DiBenedetto che chiama a raccolta altri due miliardari per questa operazione: Julian Movsesian, che presiede la Capital Management Strategies e a.d. della Succession Capital Alliance, nel settore della previdenza che gestisce asset per 13 miliardi di dollari. L’unico che ha rilasciato dichiarazioni su questa possibile operazione fino ad oggi. “Sarebbe un onore per noi prendere un asset come la Roma che rappresenta un ‘trophy asset'”, ha detto ieri il manager. Un trophy asset, la Roma, che tutti vorrebero mostrare.


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