Lazio – Roma: le formazioni ufficiali

 Ecco le formazioni ufficiali di Lazio – Roma:

LAZIO (4-2-3-1): 86 Muslera; 2 Lichtsteiner, 13 Stendardo, 3 Dias, 26 Radu; 32 Brocchi, 24 Ledesma; 9 Rocchi, 8 Hernanes, 6 Mauri; 22 Floccari. (12 Berni, 5 Scaloni, 14 Garrido, 11 Matuzalem, 23 Bresciano, 17 Foggia, 10 Zarate).

All. Reja. Squalificati: Biava. Diffidati: Radu. Indisponibili: Meghni.

La fascia di Totti, l’orgoglio della Roma: daje, capità!

 Il ricorso alla memoria lascia intendere che Daniele De Rossi non avrà dormito. Succede sempre, alla vigilia di un derby. L’ostiense evita ogni sorta di ritualità mondana e si lascia trasportare verso la stracittadina alle porte con il solito problema d’insonnia. Che penserà. Se un mediano sogni il gol decisivo o l’assist pennellato, se immagini di non far toccare palla al centrocampo avversario o ripercorra i fotogrammi custoditi nel bagaglio. Che penserà. Aggrappato al passato più glorioso o proiettato verso il bello che deve ancora venire. Chiude gli occhi, Capitan Futuro, e prova a prendere a pugni una notte – tra le più lunghe – con cui convivere. Passerà. Ma intanto il fermo immagine del mare di Ostia si fa nitido. Prendi la sabbia in un pugno, a volte, e la getti davanti: decide il vento.
E in casa De Rossi, il 24 luglio del 1983, spirò una folata giallorossa a impregnare quei 6 chilometri di lungomare. Fiocco azzurro, nasce Daniele. Passerà. E nell’attesa si srotolano le aspettative di un frammento della costola della capitale che s’adagia sul Mediterraneo. Per i romani è il Capitan Futuro della Roma, per gli italiani è già bandiera del calcio nostrano, per tutti è uno degli ultimi esemplari rimasti di calciatore capace di incarnare qualità e quantità, ferro e fosforo, estro e tecnica. Rannicchiato, come per dormire, ma con gli occhi spalancati, quasi a essere lì lì per tirarsi su. E’ notte anche in casa De Rossi ma nonostante i fiumi di parole spesi per tenere a battesimo Marco Borriello; al di là della carica che ha voluto trasmettere ai compagni scegliendo con criterio perfino la mimica; sebbene la vita dello spogliatoio, negli ultimi tre giorni, imponesse a De Rossi il dispendio di energie richiesto a un leader riconosciuto. Includendo perfino ciò, la notte della vigila è un avambraccio del giorno dopo verso cui Capitan Futuro pare già proiettato. Non c’è stanchezza, non c’è paura. Semmai vagonate di aspettative interessate, la sensazione di doverne accontentare parecchie, una capriola abbozzata a mezz’aria tra i derby impolverati e quelli imminenti che piano piano diventa una rovesciata sognata a occhi aperti. Stacco, contatto, tiro. Poi, a capo chino, il punto di osservazione diventa congeniale a mettere in bella vista la fascia che giganteggia sul braccio sinistro. Sarà speciale ancora di più, il primo derby con la fascia da capitano. Come fai a prendere sonno, certe volte.
De Rossi, in nove stagioni da professionista, ha incontrato la Lazio in tredici circostanze e il bottino evidenzia sei vittorie, tre pareggi e quattro sconfitte.

Ranieri: “L’arbitro ha sbagliato con tutti, non solo con la Lazio”

 Ecco le dichiarazioni di Ranieri in conferenza stampa:

Lo stato mentaleIo ho detto che la Roma da Brescia l’avevo ritrovata, i ragazzi sono stati caparbi e tignosi nel voler cambiare una situazione difficile.

Gli episodi – Non capisco le proteste della Lazio, c’era anche un gol valido nostro, ma voglio parlare della partita, è stata vinta indipendentemente dagli episodi.

Ranieri uomo – derbyNon alleno per vincere il derby ma per migliorare la mia squadra.

Lazio-Roma, ballottaggio Pizarro-Simplicio

 Da Leggo:

Al di là delle dichiarazioni dei protagonisti, la sfida che si vedrà oggi all´Olimpico sarà soprattutto tattica. Le squadre si schiereranno a specchio, entrambe con il 4-3-1-2. Reja per l´occasione ha ripescato Tommaso Rocchi, uomo-derby per eccellenza con ben cinque reti nelle precedenti stracittadine, e schiererà due punte in una squadra più offensiva rispetto alle ultime esibizioni. L´obiettivo è impegnare al massimo la difesa giallorossa che si presenterà all´appuntamento con tanti cerotti. Zarate, ultimamente utilizzato sulla destra, si siederà in panchina, anche perché in questo momento la Roma non preoccupa Reja per il lavoro sulle fasce, ma più che altro nella zona centrale del campo.

Il Pek si candida, Burdisso ci prova

 David Pizarro e Nicolas Burdisso: Lazio-Roma dovrebbe vederli in campo nonostante le precarie condizioni fisiche. Da La Gazzetta dello Sport:

I due grandi dubbi di Ranieri si chiamano Nicolas Burdisso e David Pizarro. Perso Juan per il fastidio al flessore sinistro (non è certo il rientro mercoledì con la Fiorentina), si sta lavorando duro per recuperare l´argentino. A Trigoria c´è ottimismo, puntando su una imbottitura speciale a protezione della caviglia sinistra “pestata” mercoledì a Basilea. In ogni caso, è probabile che a Burdisso sia somministrato anche un antidolorifico sulla parte.
Sprint Pizarro. C´è ottimismo anche per Pizarro. Il giocatore, in realtà, da lunedì sta lavorando sottotraccia per giocare il derby e il piano sembra essere riuscito. A questo punto Ranieri è pronto a varare un rombo a centrocampo, col cileno vertice basso.

Ranieri: “Timore? Mai”

 La conferenza stampa di Claudio Ranieri alla vigilia di Lazio-Roma raccontata da La Gazzetta dello Sport:

Facciamo outing: nonostante i toni come sempre sobri, noi cacciatori di slogan pre-derby riusciamo a trovare anche stavolta qualcosa che ci piace, che faccia titolo. Ciò che invece si perde, nelle parole di Claudio Ranieri, è un doppio dato: la straordinaria cavalcata del 2010 (che vedete a fianco) ed il fatto che nella sua carriera italiana ai massimi livelli, fra Roma e Torino, non abbia perso neppure un derby (5 vittorie e un pari). È questi numeri, in fondo, dovrebbero dare ottimismo all´universo giallorosso assai più delle frasi ad effetto. Fuochi & Divari. Ovvio, comunque, che l´apprezzamento per la Lazio è pari almeno alla voglia di batterla. “Reja è una grande allenatore e sta facendo benissimo – dice Ranieri . La Lazio è in testa e io dico sempre che ognuno ha quello che si merita. Se è un fuoco di paglia, problemi loro. Noi comunque proveremo a dargli fuoco sicuramente”.

Vola, Jeremy, vola

 Pagherei per segnare domenica. Jeremy Menez si avvicina a Lazio-Roma svestendo la timidezza cui lo sguardo che “non sai dove sta guardando” aveva fin troppo abituato. Longjumeau continua a essere terreno su cui poggia la radice, la capitale semmai è finestra attraverso la quale quel pensiero che “non sai che sta pensando” ha imparato a prorompere. Non è mai stata questione di geografia, per Jeremy. Piuttosto, di appartenenza. Arrivare alla banlieue 94, da Parigi, significa salire sulla Rer C e lasciarsi inzuppare dalla campagna circostante. Mattina e sera. Mattina e sera. Fin da piccolo. Mentre tutt’intorno la società viveva tumulti e stimoli a colpi di musica e armi da fuoco, cazzotti e rime mai banali, il tragitto era sempre quello. Verso il centro per non puzzare di fame, verso la periferia per tornare a casa. Abituato com’era, poco male dover entrare nel cuore di Roma proprio così. Dal sobborgo di un anonimato per rimanere travolti dall’immensa centralità della capitale presa d’assalto dal mondo intero. Poco più di due anni fa. Arsene Wenger, Daniele Baldini, Luciano Spalletti: lo hanno osservato, Menez, mentre nelle fila del Monaco muoveva i primi passi verso quel tipo di calcio che può appartenere solo ai fuoriclasse. Fatto di colpi che non impari in allenamento, per i quali non hai bisogno di ringraziare nessun allenatore. Unico nel genere, dicevano del transalpino. Unico nel genere, ha ripetuto a poche ore dalla stracittadina Vincent Candela.

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