Scandalo scommesse, Maini: “Pirani? Era una figura marginale nell’Ancona”

 Queste le parole di Gianpiero Maini, intervenuto nella trasmissione Febbre a 90 su CentroSuonoSport per parlare dell’incheista sul calcioscommesse:

“Le proporzioni di quello che sta venendo fuori va oltre tutto. Mi ha sbalordito il fatto che calciatori importanti, che hanno fatto la storia del calcio possano essere arrivati a ciò. Non avrei mai pensato si potesse arrivare a tanto perchè si sta parlando di cose allucinanti. Viene a mancare quella che è la parte più bella di questo sport. E’ un esempio pessimo soprattutto per tutti quei bambini che vedono, sentono e leggono certe cose. Speriamo possa essere fatta chiarezza e che chi è responsabile paghi nella misura giusta”.
Nel tuo periodo ad Ancona hai conosciuto Pirani?
“Ho avuto modo di incrociarlo perchè era amico di qualche dirigente però non sapevo che lui avesse questo tipo di idee. Pensare che poi ci potrebbe essere addirittura la camorra dietro è qualcosa di pazzesco. Spesso all’oscuro di tutto ci sono delle trame che ci lasciano davvero allibiti”.
Su di lui girava qualche voce?
“No perchè era un personaggio molto marginale. L’avrò visto due o tre volte massimo. Magari all’epoca era una brava persona e poi si è lasciato travolgere dagli eventi”.

Con i Sensi sparisce un modo antico di fare calcio

 Da Repubblica.it:

L’addio dei Sensi chiude una maniera ormai antica di fare calcio, almeno in Italia. Affrontare la gestione di un grande club col patrimonio di una famiglia, sia pure ricca, e con un ricchezza costruita addirittura nelle generazioni, non è più possibile. Pensiamo a uno degli affari più importanti registrati in questi primi giorni di calcio mercato. Pirlo, a 32 anni, non ha rinnovato il contratto col Milan semplicemente perché la Juve gli offriva un triennale da 4 milioni a stagione, che per la società sono più di 20 milioni di euro.Un club come la Roma non avrebbe mai potuto chiudere un affare come questo, i giocatori di qualità è costretta a trovarli quando sono ancora giovani, prima che esplodano o ancora quando hanno fallito da qualche altra parte così che la loro quotazione sia crollata. Si fa quattro volte più fatica a gestire una squadra così e soprattutto non sono ammessi errori perché li paghi carissimi. Già la stessa gestione di Totti – negli anni – è stata un problema finanziario notevole. E nonostante tutto il patrimonio familiare ha retto un club ad alto livello e con uno dei  monti stipendi più alti della serie A (65 milioni). La Roma, soprattutto negli ultimi anni, non ha mai avuto la capacità di ricapitalizzazione di un Moratti, che dispone alle spalle di ben altre coperture finanziarie ben radicate nelle sue aziende.

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