La Roma ai tifosi: “Tutti a Bari”

 L’appello della società giallorossa, dopo la gara contro l’Inter, è chiaro e inequivocabile: “Tutti a Bari”, dove i capitolini saranno impegnati nella prossima di campionato. Da La Gazzetta dello Sport:

«Maciniamo chilometri…». Il tifo romanista vuole tornare un fenomeno di massa e un genere da esportazione. «A Bari come nel 2001: saremo trentamila», già azzardano nelle radio dopo il fischio finale di Roma-Inter e i sogni che galoppano. Appunto, perché privarli di un sogno? Ma devono fare i bravi. Ieri, tre tifosi romanisti sono stati fermati (e verranno colpiti da Daspo) per possesso di torce e fumogeni. Robetta rispetto a quanto combinato dai giallorossi nell’ultima trasferta autorizzata, a Livorno: treno devastato e autogrill assaltato. Al momento la trasferta a Bari è libera, ma attende l’ultimo ok del Casms. Comunque, i fatterelli di ieri sera non dovrebbero incidere. Ricominciamo Perciò, largo alle speranze e caccia al biglietto. Ieri sera la dirigenza della Roma ha chiamato l’adunata. La presidentessa Sensi è stata esplicita:

Roma, un segreto di nome Ranieri

Claudio Ranieri ha cambiato le sorti della stagione della Roma e, da quando è alla guida del club giallorosso, la squadra capitolina procede a ritmo scudetto. Nessuno come il testaccino. Nemmeno Capello, nemmeno Spalletti. Da Il Corriere della Sera:

Non può che elogiare tutti Claudio Ranieri, il tecnico osannato dalla gente che ormai non può più «bluffare»: «Era una gara delicata per tutta Roma e la gente che ci segue. Cinque mesi di sacrifici hanno portato a questa vittoria contro un avversario stratosferico. Una sfida bellissima che siamo riusciti a vincere e io ringrazio i miei ragazzi che l’hanno interpretata al meglio. I primi 40 minuti sono stati stupendi, poi sul finire del primo tempo l’Inter è salita di tono. Rimanere compatti e concentrati: grazie a queste componenti siamo riusciti a spuntarla. Ho cambiato tattica tornando al 4-4-2, perché giocare con l’Inter è una partita nella partita». Il solito, opportuno, flash-back per ricordare il punto di partenza e poi uno sguardo alle prospettive: «In ottobre eravamo in piena crisi, con l’umiltà e l’aiuto fantastico del nostro pubblico ci siamo risollevati. Quando giochiamo così, è dura per tutti». E adesso?

De Rossi, papà innamorato della Roma: “Il gol è per Gaia”

 Da Il Romanista:

La Roma la amo troppo, viene dopo mia figlia. Non è ruffianeria. Quando segno non posso fare le orecchie alla Toni, non ci riesco. Mi viene da baciarla la Roma». Prendete queste parole e scolpitele su pietra all’entrata della Curva Sud e leggetele ogni volta che entrate allo stadio. Ovviamente se avete il dono di avere dei figli, fategliele leggere queste parole: è educazione civica. That’s amore. Sotto ci aggiungete la data – 27 marzo 2010 – e chi l’ha dette, per lui è anche poco importante. Non esulta e piange per sé, ma per la Roma. Daniele De Rossi non smette mai di essere Daniele De Rossi, romanista e quindi fisiologicamente sempre de più: una prestazione gigante, fatta col cuore messo in ogni contrasto, fino alle tibie (apposta sul parastinco ha il ritratto bellissimo della figlia), il gol, l’urlo nudo sotto la Sud, la capriola alla Chechi al vantaggio di Toni, al vantaggio definitivo… tutto questo alla fine è quasi la cosa minore rispetto alla bellezza di quelle parole: «Mi viene da baciarla la Roma a me, io me la bacio, io la amo».

Roma-Inter: da Ilary a Sonia, gioia e sofferenza di mogli e fidanzate

 Da Il Romanista:

Chissà se ieri sera qualcuno ha spiegato a Ilary Blasi cosa sia il fuorigioco. La signora Totti ha dichiarato più volte di non esser mai riuscita a capire «questa strana regola» :  l’impressione è non sia l’unica, peccato che lei non debba giudicarlo per lavoro. Ma tant’è. Ieri, mentre tutto lo stadio Olimpico si chiedeva di quanti metri «fosse avanti Milito», la Iena Ilary ha guardato il tabellone. Dicendo  lla sorella Silvia, seduta accanto a lei, stessi capelli biondi, solo che ricci: «Manca ancora un po’». Fiduciosa. Con quel sorriso che ogni settimana conquista milioni di spettatori in tv e otto anni fa, era proprio il mese di marzo, ha stregato il Capitano. Ha avuto ragione lei. Arrivata nei palchi “Numberten” qualche minuto prima delle 18, capelli sciolti, giacchetto nero, pantaloni e borsa beige, si è accomodata accanto alle sorelle. Sigaretta accesa, nel primo tempo, a dir la verità, ha chiacchierato più che visto la partita. Nei secondi quarantacinque minuti, invece, è stata coinvolta dall’atmosfera dell’Olimpico, alzandosi in piedi e battendo le mani al gol di Toni.

Roma-Scudetto, un friccico de luna tutta pe’ noi

 La sensazione è che l’Inter non possa reggere entrambe le competizioni: scudetto e Champions League. La sensazione, ancora, è che la Roma sia in una condizione fisica e mentale che cresce con il passare delle giornate. I giallorossi hanno voglia di prendersi a piene mani quel che a inizio stagione neppure si poteva immaginare. Dietro l’angolo, in bella vista, lo Scudetto risplende come un tocco di luna gialla con riflessi rosso fuoco. Da La Gazzetta dello Sport:

È il giorno in cui le tute blu marciano con chi indossa il doppiopetto. C’è la Roma dei fuoriclasse, ma c’è anche la Roma dei gregari. È la Roma di Julio Sergio, il portiere che Spalletti aveva buttato in soffitta. È la Roma del redivivo Cassetti e del soldato Taddei, del sindacalista Brighi e di una stellina come Menez, che si è sporcato le mani, per una volta, come un metalmeccanico. Il portiere Julio Sergio è un uomo felice: «Se ripenso ai tre anni che ho passato, mi sembra di vivere un sogno. Battere l’Inter davanti a un Olimpico strapieno è stato fantastico. Abbiamo giocato con intelligenza, sfruttando le occasioni che abbiamo creato. La differenza, tra noi e loro, è stata questa. Il tiro di Milito finito sul palo? Non ho avuto neppure il tempo di pensare a quanto stava accadendo, sono stato fortunato, meglio così. Ora si va avanti guardando indietro e ripensando a come stavamo prima. Da qui alla fine saranno tutte finali».

Roma-Inter, è successa una cosa pazzesca

 Una città intera ferma e immobile per 90′. nel corso di Roma-Inter, oltre ai 70 mila giallorossi dell’Olimpico, c’era l’altra città – quella che allo stadio non è riuscita a entrarci – capace di far tremare porte e finestre in occasione delle reti di Daniele De Rossi e Luca Toni. In un istante sono spuntati cortei che si affollavano sempre più, con il passare dei minuti. Da La Gazzetta dello Sport:

Non pianga, signore. «Mi spiace, non riesco a trattenermi». No, davvero, non faccia così. «Però, in fondo, non è la prima volta che si piange per la Roma». L’uomo che piange ha 72 anni, ed è conosciuto a Testaccio come Carlé, ma di nome fa Carlo Raciotti, di professione calzolaio. «Questa vittoria è meravigliosa, questi ragazzi sono meravigliosi, e…». Continui. «Questo campionato ci porterà lo scudetto». Non è il solo, qui, nel cuore romanista della città, che si sta emozionando fino alle lacrime. Anche se, all’inizio della partita, per scaramanzia, si erano chiusi dentro il nuovo Club Testaccio di via Ghiberti, con la serranda chiusa a metà, e non facevano avvicinare nessuno.

Gazzetta: Roma, il meglio è made in Italy

 Ferzan Ozpetek riassumerebbe in questa maniera: il giorno perfetto. Perchè Roma-Inter, per i giallorossi e per tutti coloro che avevano voglia e interesse a che il campionato fosse riaperto, si è conclusa nella maniera migliore. Per  La Gazzetta dello Sport è il modo per mettere in risalto due dati: quanto sia forte la rosa rigorosamente madein Italy dei giallorossi e quanto la Champions League abbia condizionato le prestazioni dei nerazzurri. Testuale:

Grazie Roma, canta l’Olimpico impazzito di gioia e profumato di scudetto. Grazie Roma, ripete il Milan che può tornare in corsa se stasera batte la Lazio. Mentre l’Inter deve stare attenta alla lupa giallorossa, perché questa sconfitta le lascia soltanto un punto di vantaggio. Troppo poco, ripensando a come si inchina a una squadra vera: una grande Roma, che incomincia con la R di Ranieri, elegante mago de noantri. La sfida scudetto che si gioca all’ora dell’happy hour ubriaca di felicità un’intera città, facendo girare la testa ai pluricampioni d’Italia. Gara intensissima e incerta fino all’ultimo secondo dei 96’, a conferma del fatto che l’Inter fa sempre paura come dimostra il palo di Milito nel recupero, dopo le traverse di Samuel e dello stesso Milito sull’1-0, a cavallo tra i due tempi.

Pizarro e Burdisso, stessa tratta: SudAmerica, Milano, Roma

 David Pizarro e Nicolas Burdisso hanno solo scelto tempi differenti per effettuare lo stesso tragitto: SudAmerica, Milano, Roma. Fino ad essere due punti fermi della società giallorossa che, proprio dall’Inter ne ha ottenuto i cartellini (definitivo quello del cileno, in prestito quello dell’argentino). Da La Gazzetta dello Sport:

Comunisti! Allora, erano ancora in parecchi. Maggio 1991. In Italia, nasceva Rifondazione Comunista. Tre mesi prima il Congresso di Rimini aveva sciolto il Pci e dato vita al Pds. L’Urss viveva gli ultimi giorni di vita: il golpe estivo avrebbe defenestrato Gorbaciov e portato al potere Eltsin. Fu per un compagno della Mordovia, terra di torba e laghi nella Russia occidentale, il signor Alexey Spirin, che Inter e Roma, inedite rivali, litigarono. In quel maggio 1991 le due squadre si giocarono la coppa Uefa, che allora era una cosa seria. L’Inter era uno squadrone (campione d’Italia due anni prima), la Roma una bella meteora (quella coppa fu un’avventura esaltante). L’andata si giocò a San Siro, i nerazzurri misero le mani sul trofeo con un rassicurante 2-0. L’arbitro Spirin concesse all’Inter un rigore inesistente, Ettore Viola, primogenito di Dino appena scomparso, denunciò: «Mi avevano offerto Spirin per 150.000 dollari, rifiutai. Lo ha comprato l’Inter».

Proietti: “Totti? Vederlo con Toni sarebbe bello”

 Gigi Proietti sente la partita. Come tutti i giallorossi. Eppure, Roma-Inter, per l’attore capitolino, non è la gara utile a valutare il cammino dei giallorossi che – nell’annata in corso – hanno fatto più di quello che ci si aspettava, andando a rimettere in sesto una situazione drammatica. Ora, la possibilità di giocarsi una partita che potrebbe segnare in maniera indelebile il proseguo del campionato. Ma per Proietti il sogno è anche un altro: vedere finalmente Totti al fianco di Toni. Da La Gazzetta dello Sport:

Il «curvone di Ranieri», quello dal quale sta uscendo la Roma per immettersi nella dirittura finale. Galoppa la Roma, ormai alla fine del curvone.
Mandrakedi «Febbre da Cavallo» se ne intende di curvoni. Gigi Proietti è pure romanista.
«Ma Mandrake è molto, molto scaramantico. Parla il meno possibile, anzi sa che è meglio stare proprio zitti. Forse una scommessina la fa, ma di nascosto. Zitto e mosca».
E Gigi Proietti romanista?
«Sono contento di quello che ha già fatto la Roma. Satollo. Grazie Roma, sei grande. Tutto quello che viene in più… beh, ci intrigherebbe molto».
Volata finale spettacolare.

Roma-Inter: Olimpico, pronto intervento in 16 punti dello stadio

 Associazione medica Mediterranea Onlus: a molti dirà poco o nulla, ma il pronto intervento garantito nel corso delle gare interne della Roma lo si deve proprio alla suddetta organizzazione, che interviene tempestivamente in caso di malore. Presente anche nel corso dell’incontro tra Roma e Inter, il servizio sanitario è dislocato in 16 punti dello stadio Olimpico. Da Il Corriere della Sera:

All’Olimpico di Roma, quando giocano i giallorossi, a gestire il servizio sanitario all’interno dell’impianto è l’Associazione medica Mediterranea Onlus. A coordinare medici e operatori è Giuseppe Marino, segretario generale dell’Associazione e responsabile sanitario dell’As Roma per lo stadio Olimpico. Gran lavoro anche qui. «Nel 2009 – sottolinea Marino – abbiamo effettuato 697 interventi, di cui 63 ospedalizzati. Di questi, circa la metà hanno riguardato tifosi colpiti da infarto, angina, coronaropatie e ictus». «Abbiamo notato – spiega Marino – che il settore dove si verificano più frequentemente malori di questo tipo è la tribuna: Tevere e Monte Mario.

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