La confessione di un ex-hooligan: “Heysel, cercavamo vendetta dopo Roma-Liverpool”

 Che vuoi aggingere. Niente, solo leggere con rammarico le parole di chi – all’Heysel in quel lontano ma indimenticabile 29 maggio 1985 – c’è stato. Era uno degli hooligans inglesi che – a quanto pare – avevano tutta l’intenzione di creare disordini, scompiglio e arrivare allo scontro con gli italiani. Il motivo? Nessuno, tra gli inglesi, aveva dimenticato il trattamento ricevuto a Roma l’anno prima (finale Coppa Campioni tra giallorossi e Reds), quando i tifosi del Liverpool – dice  Tony Evans, oggi scrittore e giornalista sportivo del Times – vennero aggrediti con armi, rabbia e ferocia. ” Ci eravamo detti che la storia non si sarebbe ripetuta“, continua Evans, “Della partita non ricordo nulla. Del dopo-partita ricordo la paura di essere accoltellato dagli juventini“. Non seppero nulla – della tragedia – e metabolizzarono in seguito. “Solo dopo, sulla Manica, cominciò a spargersi la voce. A casa cominciammo a trovare antidoti per la nostra vergogna, raccontandoci le solite bugie“. L’intera intervista rilasciata da Evans a La Stampa:

Un muro è crollato, tutto qui. Io queste parole le ho sentite e le ho ripetute tantissime volte. Ma sono menzogne. C’è un momento di quel giorno a Bruxelles che più di qualsiasi altro continua a tormentarmi. Il nostro treno era da poco arrivato alla stazione di Jette e una lunga colonna di tifosi del Liverpool si era incamminata giù dalla collina verso il centro. Mi fermai a guardarli, bandiere a scacchi rossi e bianchi al vento… Dissi tra me e me: «Oggi possiamo fare tutto ciò che ci pare. Nessuno può fermarci». Era un giorno caldo e soleggiato, ma nell’umore generale si captava un sottofondo oscuro. Quelle bandiere a scacchi le avevamo preparate per la finale dell’anno precedente, contro la Roma allo Stadio Olimpico. E nonostante la conquista della quarta Coppa dei Campioni nessuno, tra quelli di noi che erano stati a Roma, ricorda con affetto quel giorno. Prima della gara, gruppi di giovani in motorino avevano dato la caccia ai nostri tifosi, coltelli in mano. E, dopo la partita, fummo vittima della rabbia di Roma, tra sangue, angherie e umiliazioni. Ci eravamo detti che la storia non si sarebbe ripetuta.

L’Aquila-Roma: la commozione di Sensi, Ranieri e Montali

 Dal Romanista

Gli occhi commossi di Rosella Sensi. Lo sguardo attonito di Montali e Ranieri. L’incredulità di Cassetti e Perrotta. Il silenzio di tutto il gruppo giallorosso, rotto solo dalle parole del funzionario della protezione civile. La visita della Roma all’Aquila, all’interno del Centro storico, resterà scolpita nella memoria di tutti i presenti. Perché un conto – come hanno confermato gli stessi giocatori – è vedere le immagini in tv, un altro è osservare certe cose dal vivo. «E’ vero – le parole di Totti – sono rimasto molto colpito. Quello che abbiamo visto è incredibile. Non mi aspettavo una cosa del genere». Stesse dichiarazioni anche da parte di Rosella Sensi: «E’ tutto impressionante».

Toni: fra Napoli e Genoa

 Dal Secolo XIX:

Un centravanti, prima di tutto. Ma anche la necessità, comunque, di cedere qualcuno in difesa davanti a grandi offerte. Nel giorno del vertice tra Enrico Preziosi e Gian Piero Gasperini a Pegli (con presenza comune in serata a Telenord), tocca al presidente rossoblù ribadire l’urgenza di portare a casa una nuova punta centrale. Dopo aver difeso Floccari (“È forte ma qui è stato condizionato dagli infortuni”), Preziosi ha sottolineato che il solo Acquafresca non basta. Oltretutto, ha spiegato, l’ex Cagliari non è la punta ideale per il gioco del Genoa: “È decisivo in area, non è bravo a far salire la squadra”. Serve un attaccante, in grado di ripercorrere le orme di Borriello e Milito, inseriti nella manovra rossoblù. In questo senso l’idea Toni con la maglia del Grifone non perde consistenza, anzi trova un certo gradimento all’interno della società.

Rosella Sensi-Ranieri: “Adriano? Aspettiamo”

 Dal Romanista:

“Adriano? Lo incontrerò i primi giorni di giugno ma per le notizie che arrivano dal Brasile sono molto fiduciosa per il buon esito della trattativa». Non si sbilancia fino in fondo il presidente Rosella Sensi, ma se dovessimo interpretare le sue parole (sempre molto misurate) sarebbero molti i motivi di ottimismo per la felice conclusione della trattativa che porterà a Roma Adriano. Difficile sentire il presidente sbilanciarsi, figuriamoci nelle questioni di mercato dove le cose possono cambiare da un momento all’altro e finché non ci sono le firme non si può dare nulla per scontato. L’ottimismo della dottoressa Sensi, però, lascia ben sperare. Tra Adriano e la Roma, insomma, manca solo la firma.

Adriano: “A Roma per orgoglio non per soldi”

 Dal Romanista:

 L’Imperatore Adriano si riprende l’Italia. «Torno in Italia non per soldi ma per orgoglio. Ci ho giocato sette stagioni e mi mancava qualcosa per cancellare il modo brutto in cui me ne sono andato. Volevo avere di nuovo l’occasione di mostrare agli italiani il mio calcio. Glielo dovevo e ho deciso di tornare di comune accordo con mia nonna e mia madre. Ora sono felice, torno nella città degli imperatori».

De Rossi, Nazionale, Polizia: è caos

 Dalla Gazzetta dello Sport

L’«indignazione» del capo della Polizia, Antonio Manganelli, ha partorito un ordine tagliente: tutti a casa. Un ordine che è una sorta di avviso ai naviganti del calcio italiano: chi sperava che il caso De Rossi – cioè la sua critica all’introduzione della tessera del tifoso e la virtuale equiparazione fra teppismo ed eccessi delle forze dell’ordine – fosse chiuso con le scuse del centrocampista azzurro, si è sbagliato. Il Ministero dell’Interno vuole sradicare qualsiasi ritrosia del nostro pallone all’introduzione delle nuove norme per le frequentazioni degli stadi e così, per capire meglio i contorni del problema, già mercoledì sera ha richiamato a Roma dal Sestriere il capo della sicurezza della Nazionale, Roberto Massucci, e i suoi collaboratori Nazareno Minniti e Alfredo Matteucci, che già ieri hanno avuto un vertice al Viminale.

Roma-Adriano: un Imperatore alla conquista della Città Eterna

 Dal Corriere della Sera

Intesa raggiunta: non ha ancora firmato ma è questione di giorni. Adriano Leite Ribeiro può considerarsi il primo colpo della Roma della stagione, anche se l’ufficializzazione dell’accordo che lo legherà ai colori giallorossi per i prossimi tre anni è rimandata. Alla seconda settimana di giugno, probabilmente tra il 7 e il 12, quando l’Imperatore sbarcherà nella capitale per perfezionare gli ultimi dettagli della trattativa e poi sottoporsi alle visite mediche. Nella commossa conferenza d’addio al Flamengo Adriano ha parlato chiaramente di una nuova sfida: «Mi mancava qualcosa per cancellare ciò che ho fatto in Italia. Dovevo tornare, anche per una questione di rispetto, di orgoglio e non per soldi. Questa scelta è stata ben ponderata con la mia famiglia e sono molto felice. Sono della Roma al 90%».

Panoramica privacy

This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.