Ranieri: “Che black out, Roma”

 Le dichiarazioni di Claudio Ranieri nel dopo gara di Panathinaikos-Roma:
Greci contro Romani – “Un black out, due gol su palle inattive: evidentemente non c’era l’attenzione giusta. Avevamo fatto due gol, dovevamo chiuderla là. Sicuramente è mancato il colpo del ko, avevo detto nell’intervallo di chiudere la gara, dovevamo essere più determinati, l’attenzione è calata tantissimo. All’Olimpico dobbiamo vincere, c’è poco da fare“.
Julio Sergio – “Aspettiamo domani o dopodomani per i responsi. Sappiamo quanto sia importante per noi“.
Doni – “Ora diamo la possibilità a Doni di dimostrare il  suo valore. Sicuramente è stato difficile per lui. Poi giocare in notturna, con questi palloni che scivolano. Parlerò con lui per capire come mai è successo“.
Vucinic – “L’ho tolto per farlo riposare e mettere un 4-3-3 che ci potesse permettere di fare gol“.
Nessun alibi – “Roma distratta dal campionato? Sarebbe veramente sciocco pensare più al campionato che alla coppa. Il nostro obiettivo è piu questo. La squadra ha tutte le qualità per far bene in Europa“.

Roma, il panino; loro, il com-Panathinaikos

 La fame genera fame. Legge di natura, regola di vita, assioma calcistico: Claudio Ranieri e la Roma – già in Grecia per la gara di Europa League contro il Panathinaikos – dicono che ancora non basta. Vincere, continuare a vincere per un motivo elementare. Ce n’è necessità. I venti risultati utili consectivi sono un ottimo sollecito per una squadra che non sa più perdere. Serviva una scossa, il testaccino l’ha garantita. Occorreva uno stimolo, serie A e Coppa Italia lo hanno concretizzato. Ora, l’Europa Legaue. Con i giallorossi determinati a chiudere in una morsa la formazione ateniese. Imbottigliarli, insaccarli. Noi – ce l’aveva lì, sulla punta della lingua, mister Ranieri – si va in Oriente. Ma mica per niente. “Facciamo vedere a questi greci chi sono i romani“. E ho detto tutto, avrebbe chiosato il grande Antonio De Curtis: perchè è tanto vero che la fame generi fame quanto il fatto che la Storia, quella grande, sia lì a indicarti la via. E, da che mondo e mondo, a cancellare la gloria dei classici dell’antichità ci hanno pensato i romani. Senza buttare via niente, beninteso: semplicemente, il tesoretto dei greci s’è trasformato nel bagaglio di esperienza di Giulio Cesare e compagnia. Appropiarsi del Partenone per costruire il Colosseo, rendersi nuova fonte di classicità: una logica disarmante.

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