Alemanno scende in piazza per la Roma

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 Da Affaritaliani.it:

”Spero che gli imprenditori di Roma ci mettano la faccia”, aveva detto ieri il sindaco capitolino Gianni Alemanno a margine di un convegno alla Luiss mentre da lì a poche ore sarebbe iniziato l’ennesimo incontro-fiume fra Rosella Sensi e Piergiorgio Peluso, responsabile del Corporate di UniCredit nello studio del presidente del collegio arbitrale Cesare Ruperto.
Insomma, mentre la città seguiva con molta attenzione gli sviluppi della complessa telenovela che ha messo fine alla lunga presidenza della famiglia Sensi (oltre 17 anni), l’esponente pidiellino si è auspicato che gli industriali della capitale possano scendere in campo per rilevare l’AS Roma. Non solo un auspicio, perché, secondo quanto risulta ad Affari, mentre il tira e molla fra le parti era agli sgoccioli, Alemanno ha già iniziato a sondare le reali intenzioni del tessuto imprenditoriale della Capitale per rilevare il club giallorosso e far sì che rimanga sotto il controllo di una proprietà casalinga.
Non si conoscono i numeri di telefono che Alemanno ha digitato per prima anche se non è difficile immaginare che siano quelli di imprenditori i cui nomi sono iniziati a circolare mentre la trattativa fra Piazza Cordusio e i Sensi stava per concludersi. E cioè gli Angelucci, i Toti e gli Angelini.
Intanto nella notte, la famiglia Sensi e UniCredit hanno firmato lettera d’intenti che prevede una buonuscita di 30 milioni per Rosella Sensi mentre attraverso il meccanismo della cessione dei beni usciranno da Italpetroli gli asset immobiliari e petroliferi. Per quanto riguarda la squadra di calcio i punti base della bozza dell’accordo, che verrà chiuso entro dieci giorni, prevedono che Rosella Sensi continuerà a mantenere la guida della società di Trigoria, almeno fino a quando non arriverà il nuovo compratore.
L’accordo prevede infatti che fin quando il pacchetto azionario non verrà venduto dall’advisor Rothschild, Roma 2000, il veicolo societario che controlla la squadra (con il 67%, il resto è flottante in Borsa), rimmarrà sotto Italpetroli. L’intesa sarà soggetto al consenso del restante ceto bancario creditore (se UniCredit infatti vantava crediti per 325 milioni, Mps ne ha 80). Il collegio arbitrale ne ha preso atto e ha fissato nuova udienza per il 26 luglio.


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