Roma – Unicredit: il futuro in banca

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 Il Tempo:

Stavolta è finita davvero. La Roma è in vendita, l’impero dei Sensi si chiude e cancella i suoi debiti con le banche. L’8 luglio è una data che entra nella storia giallorossa. Il «colpetto» di scena è l’annuncio del riscatto del portiere romeno Lobont che precede la fumata bianca, l’ultimo atto concreto di una proprietà che presto dovrà farsi da parte. La firma sulla lettera d’intenti con Unicredit è arrivata pochi minuti dopo le ore 22 nello studio del professor Cesare Ruperto. Rosella Sensi e Paolo Fiorentino, vice ad di Unicredit Group, hanno annunciato la fine di un’epoca. «Siamo contenti di aver raggiunto un accordo nell’interesse di salvaguardare la Roma», le parole della presidentessa che resta in sella (ma senza poteri) fino all’arrivo del nuovo acquirente. Subito dopo un comunicato ha spiegato i dettagli dell’operazione. La Roma continuerà a far capo a una nuova società (Newco Roma) «partecipata dalla famiglia Sensi – si legge – e da Unicredit rispettivamente, 51% e 49%». Ma sarà la banca ad assumere il potere decisionale e guidare il club verso la vendita attraverso il cda della nuova società che sarà presieduto dal professor Attilio Zimatore – professionista ufficialmente indipendente, ma espressione della banca – e nel quale la Sensi verrà affiancata anche dall’avvocato di Unicredit Roberto Cappelli, già inserito nel cda di As Roma. Che non muterà. Così coma la società conserverà l’attuale governance: Pradè, Montali e Conti restano al loro posto per la gestione ordinaria. La ricerca del nuovo proprietario spetterà all’advisor Rotschild che ha già allacciato i contatti con i potenziali acquirenti in Italia e all’estero. Newco Roma avrà «l’obiettivo prioritario di procedere alla valorizzazione e alla vendita» conferma il comunicato. Ieri si è conclusa la «puntuazione» davanti al presidente del collegio arbitrale, ora entro il 20 luglio l’accordo vero e proprio disciplinerà i dettagli. Il collegio ha preso atto e ha fissato nuova udienza per il 26 luglio 2010. I Sensi, oltre alla gestione temporanea della Roma, mantengono alcuni immobili per circa 30 milioni di euro, il resto degli asset (altri immobili e petrolio) passano a Unicredit che si occuperà della vendita, annullando di conseguenza il debito di 325 milioni vantato nei confronti della holding e quello di 80 milioni con Montepaschi. Oggi si potrà anche approvare il bilancio di Italpetroli in assemblea: il rischio fallimento è scongiurato. Ieri a un certo punto si è rischiata la rottura. Sono servite oltre sei ore di riunione nello studio dell’avvocato Carbonetti prima di arrivare all’intesa siglata davanti a Ruperto che ha minacciato di sospendere il tentativo di conciliazione. L’attesa è passata tra dubbi, la paura di un nuovo rinvio e addirittura un malore di Rosella Sensi, che è dovuta ricorrere alle coccole dal marito. Gli avvocati Di Gravio e Conte hanno raggiunto e rassicurato Ruperto mentre nell’altro studio si sistemavano i dettagli. Arrivati tutti gli altri si è capito che la svolta era ormai imminente. Ma ci sono volute altre due ore. Il fuoriprogramma è una bandiera della Lazio calata dal piano superiore allo studio e prontamente «rimossa» dall’avvocato dei Sensi, Antonio Conte. L’accordo con la banca permette all’attuale dirigenza di riprendere il lavoro in vista della ripresa della stagione: domenica si raduna la squadra, mercoledì prossimo la partenza per Riscone. Il mercato, ovviamente, sarà complicatissimo e Ranieri potrà ritenersi soddisfatto se riuscirà ad allenare ancora Burdisso. Per i sogni bisogna aspettare il nuovo proprietario.


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