Unicredit nel pallone (in senso buono)

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 La Stampa:

A bordo campo sui destini della Roma, ma in area di rigore sui destini del calcio italiano. Sarà l’aria dei Mondiali, sarà il successo della sponsorizzazione della Champions League fino al 2012 con il bonus della vittoria Inter che ha fatto felice Alessandro Profumo, sarà più probabilmente il tempo di vacche magre per i bilanci bancari e per quelli calcistici; ma insomma l’Unicredit finisce – sia detto in senso buono – nel pallone. L’ultima mossa, anticipata nei giorni scorsi dai quotidiani finanziari, è una maxioperazione con tutta la Lega Clacio Serie A. Alle 20 squadre che giocheranno il prossimo campionato Unicredit è pronta ad anticipare i diritti televisivi che hanno già negoziato con Rai, Mediaset e Sky sia per le partite di campionato sia per quelle di Coppa Italia. Sono 1,9 miliardi di euro spalmati in due anni che le squadre – è la proposta – incasserebbero in due tranches anticipate. La Lega si pronuncerà nella sua assemblea di giovedì prossimo e se voteranno a favore squadre che rappresentino almeno la metà dei diritti, circa un miliardo, dunque, Unicredit è pronta a passare alla firma. Sul versante tecinco si sta ancora studiando se proporre un factoring tradizionale o una cartolarizzazione, ma la prima ipotesi è la più probabile. Per la banca, che garantirà a tutte le squadre le stesse condizioni, è un modo per inserirsi in un settore anticiclico dell’economia, ma anche – spera – un biglietto da visita per allargare il business dei finanziamenti ad altre attività. Una per tutte gli investimenti negli stadi. Del resto anche in questi ultimi mesi, tra un incontro di Champions e l’altro, lo stesso Profumo ha avuto modo di confrontarsi con il presidente della Uefa Michel Platini su quel fair-play finanziario che la federazione internazionale vuole dai club. Al di là dell’operazione in corso con la Lega, i legam tra la banca e il mondo del calcio sono multiformi, tanto che c’è chi ha parlato di “Unicredit Football Club”. C’è il doppio ruolo di Cesare Bisoni – è il sindaco di Unicredit, nonchè presidente della Covisoc, la commissione federale che viglia sulle squadre rpofessionistiche – che agita i teorici del complotto; c’è qualche eredità del passato, segnatamente della fusione con Capitalia, come la Roma che non a caso Profumo è attento a tener lontano del nome e dal bilancio della banca. Ma il nome di Unicredit figura anche altrove su quel grande campo di calcio che è l’Italia. Prendiamo il Napoli dove brilla il rampante slovacco Marek Hamsik. Il 99,8% della società fa capo alla Filmauro Srl di Aurelio De Laurentiis. E il 90% della Filmauro è nella Cordusio Fiduciaria, la società di Unicredit che detiene partecipazioni per conto terzi. Stessa sorte anche per blasoni meno lustri, come quello del Frosinone Calcio, Serie B: il 33% della Bs Holding che sta in cima alla catena societaria è sempre in mano a Cordusio Fiduciaria. Oppure c’è la Reggina, anch’essa Serie B, dove il 98% della finanziaria di controllo Reser, è nella Cordusio Fiduciaria. Poi ci sono le attività più tipiche della banca, come i finanziamenti. Difficile approfondire i rapporti con le società di calcio non quotate, anche se pare certo che con l’Inter ci siano rapporti di buona collaborazione. Più semplice spulciare i bilanci delle poche quotate. Roma a parte, la Juventus ha contratti di leasing con Unicredit – relativi allo Juventus Center di Vinovo –  a cui dovrà pagare circa 20 milioni entro il 2016, la Lazio segnala di essere stata un precursore dell’accordo che ora vuole concludere con la Lega, illustrando nella relazione al 31 marzo scorso che ha già ceduto i “crediti futuri rivenienti dai contratti Sky per l’ottenimento di anticipi da parte di Unicredit Factoring”. Proprio la squadra di Lotito, un paio d’anni fa ottenne anche una fideiussione da 13,6 milioni dalla banca di Proumo. Un business, quello delle fideiussioni calcistiche, che adesso potrebbe ripartire, anche se su scala ridotta, proprio alla luce del nuovo statuto della Figc che prevede garanzie di 800 mila euro  per ogni squadra di Serie B, di 400 mila euro per la Prima Divisione e di 200 mila per la Seconda.


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