Totti, Cagliari è tabù: ti ricordi, Capitano?

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 La Gazzetta dello Sport non perde occasione per ricordare al simbolo della Roma Francesco Totti – che il Cagliari detiene l’amaro primato (in ottica giallorossa) di riuscire a bloccare la Roma tra le mura amiche del Sant’Elia da 15 anni. I capitolini non riescono a sbancare da tre lustri, nonostante il Pupone abbia segnato 12 gol ai sardi, 4 al Sant’Elia. Testuale:

Capitano che hai negli occhi il tuo nobile destino… Passano gli anni – siamo arrivati alla 19ª stagione dell’era Totti  – , e ci si affida sempre al capitano, e a chi sennò? Alla potenza dei suoi numeri: 245 gol con la maglia della Roma, 192 in Serie A. All’elisir della sua giovinezza: sempre più magro, asciutto, tirato, l’entusiasmo e la freschezza di un ragazzino, un caso curioso di ringiovanimento, come il Benjamin Button di Fitzgerald. All’accoglienza della sua dimora: perché Cagliari è un po’ Itaca, «la sua casa ce l’ha pure là…». Già.

Totti ha segnato 12 gol ai sardi, 4 al Sant’Elia. È una delle sue vittime preferite, col Cagliari si scatena, solitamente ci va di doppietta, quattro gliene ha fatte. Solo al Parma ha segnato di più (15). Il Sant’Elia, con il suo maestrale, lo aspetta anche domani sera. Tabù Capitano che risolvi con l?astuzia ogni avventura… Passano gli anni – sono 15, possibile? – ma nonostante Totti non cambia il destino della Roma a Cagliari, mai che riuscisse a tornare dalla Sardegna con un successo. Sono trascorsi 15 anni dall’ultima vittoria, era il 29 ottobre 1995, la Roma di Mazzone si impose 2-0 sul Cagliari di Trapattoni (oddio, ma è passata davvero un’eternità), doppietta di Daniel Fonseca. Quel giorno, evidentemente, la dura legge dell’ex fu più forte del tabù Sant’Elia. Fu un’eccezione. Da allora, la regola è che la Roma a Cagliari raccoglie solo delusioni. Quattro pareggi e cinque sconfitte negli ultimi nove precedenti, in mezzo pure un?altra sconfitta (nel 2000) in coppa Italia. Quindici anni fa, Totti c’era. Sì, ancora sbarbato ma già titolare. Non era ancora il capitano (quel giorno la fascia la indossava Cervone), né il numero dieci (era Fonseca). Mazzone lo mandò in campo con il sette (e in effetti le spalle erano ancora strette), giocò 90′, rifinitore dietro alla coppia d’attacco, partita diligente, senza salite né discese. Dalle pagelle della Gazzetta: «Voto 6. Gioca con grande semplicità cercando di lanciare Balbo e Fonseca». Lo stesso voto rimediò Pierpaolo Bisoli – «Macina chilometri su chilometri» – allora un mediano che non si arrendeva mai, oggi un allenatore emergente, che promette lo stesso atteggiamento: corsa, grinta, lotta. Brutti ricordi Scaramanzia o realismo? Non si sa se essere più ottimisti per il nuovo incrocio, 15 anni dopo (Totti/Bisoli), o più preoccupati dall’annunciata presenza di Daniele Conti e, in generale, dal coefficiente di difficoltà della prova. «Cagliari è un banco di prova importante – ripete Ranieri da giorni ai suoi ragazzi -, il nostro vero trampolino di lancio in questo campionato». Comunque la si prenda questa trasferta, ci vorrà la massima concentrazione, più di quella che consentì al Cagliari di passare in vantaggio il 29 marzo 2008 e di recuperare due gol nei minuti finali il 6 gennaio di quest’anno. In entrambe le occasioni, la Roma lasciò al Sant’Elia due punti che le avrebbero consentito di vincere lo scudetto. Capitano, ti ricordi?


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