Okaka, Roma sogna il sequel. Anche Facebook celebra Stefano: “Te sei tolto la majetta, noi pure le mutande”

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 Separarsi, un attimo dopo “il colpo di fulmine”. Un arrivederci così è roba da consegnare al grande schermo, per una folle storia d’amore. Okaka e la Curva Sud non si sono mai guardati così intensamente negli occhi: un lampo e via. Un colpo, il colpo. Quello per eccellenza. Quello per cui ci si affida ad un’espressione bistrattata, ma che rende sempre bene l’idea: “E’ valso il prezzo del biglietto”. Stefano ha scelto l’ultimo giorno per imprimere quella magia nella memoria dei suoi tifosi. Come due amanti che, mentre vanno via di schiena, si voltano un’ultima volta, per non lasciarsi mai. Così Okaka si è messo di schiena e di tacco ha scavato una nicchia anche nel cuore di chi spesso lo ha contestato. Tutti pazzi per lui, mentre corre verso le sciarpe giallorosse. Gli occhi lucidi del gigante buono sono gli stessi della gente. Le stesse facce, la stessa incredulità. Le mani nei capelli dell’Olimpico: “Oddio, che ho fatto“, “Oddio che ha fatto“. Per un attimo qualcuno avrà anche pensato: “Strappate quel biglietto per Londra”. Non accadrà. Stefano ha già raggiunto l’Inghilterra. Con il suo tacco, il suo biglietto da visita. Chi l’avrebbe detto, che il primo giorno senza Okaka sarebbe stato così carico di nostalgia. Basta aprire Facebook, per farsi un’idea: ci sono già otto pagine/gruppi  dedicati a “J.J.” e al suo gesto. “Te sei tolto la majetta, noi pure le mutande“; “Stè, te volemo bene“; “Daje de tacco, daje de Okaka“, “Al gol ho avuto le visioni“; “Torna presto Stefano“. I messaggi raccontano di un amore folle. Sembra un film. Ma è tutto vero. Il sequel? Tra sei mesi (o diciotto). Se nel frattempo Okaka non sarà diventato il nuovo Adebayor, farà lo stesso. Good Luck, comunque sia. Di cuore.
Simone Di Segni


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