Spesso si dice: con i Sensi la Roma è rimasta nel calcio che conta. Non è un’opinione. È statistica. Da tredici anni a questa parte, dalla stagione 98/99 compresa, la nostra società ha sempre giocato in Europa. Sette volte in Champions League, sei in Coppa Uefa/Europa League. Nessuno in Italia ha fatto meglio. Nessuno. Nemmeno Milan e Inter, che pure in Europa hanno vinto “qualcosina”. Roma protagonista all’estero. Lo è da una vita. L’ultima volta che i romanisti hanno dovuto assistere alle competizioni altrui, al fantozziano mercoledì di coppa tra frittatone e rutto libero, correva la stagione 1997/98. Colpa della sciagurata gestione, nel campionato precedente, di un tecnico brizzolato dal palmares vincente che sulla panchina della Roma si rivelò, però, uno dei peggiori allenatori della nostra storia. Non solo Carlos Bianchi riuscì nell’impresa di portare la Roma ai margini del calcio che conta. Ma rischiò addirittura di farci perdere uno dei più grandi fuoriclasse che l’Italia abbia mai generato.
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