Cesari: “Alla Roma manca uno scudetto; Italia poco Mondiale per colpa di Lippi”

 Gli errori arbitrali nel corso del Mondiale in svolgimento in Sud Africa danno il là a Graziano Cesari per ripercorrere alcuni episodi crucialiavvenuti nello scorso campionato. L’ex giacchetta nera, intervenuta su ‘Teleradiostereo 92.7’ all’interno de ‘La Signora in Giallorosso’, ha avuto modo di ribadire – tra le altre cose – che lo scudetto della scorsa stagione sarebbe dovuto finire con merito nella bacheca della Roma. Testuale da lasignoraingiallorosso.it:

LAZIO-INTER, LA NON PARTITA. “Difficile giudicare una partita di quel tipo, soprattutto se ci si mette nei panni dell’arbitro. Dal suo punto di vista, non si può dire che la gara sia stata irregolare, poiché la lealtà sportiva in senso stretto non è mai venuta meno: c’era una squadra che si impegnava, e l’altra che non faceva molto per vincere la partita, ma comunque si è giocato a pallone. Anche il fatto che non ci siano stati interventi sopra le righe non può inficiare una gara, poiché ci possono stare delle partite giocate con molta correttezza tra i giocatori in campo. Il problema è che si è giocato in un orario impensabile, senza la concomitanza necessaria in questi frangenti, quindi lo sbaglio è partito dall’alto. L’arbitro in quei casi non può fare nulla, si è soltanto trovato in mezzo ad una situazione più grande di lui. Campionato falsato? Che il torneo non fosse regolare io l’ho detto già molto tempo prima; la Roma è la squadra che avrebbe meritato di vincere lo scudetto. D’altronde, che sia la vincitrice morale penso sia chiaro a tutti”.

De Rossi: “Roma da Champions? La mentalità non è ancora quella dell’Inter”

 Daniele De Rossi parla che è un piacere. Lo scudetto, ilcampionato, gli striscioni anti-Roma e anti-Totti esposti dagli interisti in piazza Duomo, un certo modo di fare festa che il romano prorpio non capisce, il futuro, Claudio Ranieri, la mentalità vincente. A margine di un evento organizzato dall’Adidas a Milano e al quale erano presenti anche diversi interisti (Esteban Cambiasso e Diego Milito tra gli altri), Capitan Futuro si è fermato a parlare ai giornalisti e rispondere alle domande del caso.
FESTA CON STRISCIONI ANTI-ROMA.Non le capisco queste cose, è tanto bello festeggiare con la propria gente. La maggior parte dei giocatori ha fatto così. Chi lo ha esposto non si è smentito da quello che ha fatto recentemente. Lo avrà fatto per compiacere i propri tifosi o qualcun altro. Le scuse? No, non è mica morto nessuno, però non lo capisco“.
SFOTTO’. Vivo in una città dove lo sfottò è normale. Meno male che sto a Milano, altrimenti stamattina sarei stato pieno di laziali sotto casa. Però quello non lo capisco. Anche Materazzi ha messo una maglia, e nessuno l’aveva mai chiamato in causa. Nessuno deve però scusarsi, mi ripeto, non è morto nessuno“.
TOTTI AL CAPOLINEA.Provo a non pensare che possa essere l’ultima occasione di vincere per il Capitano, provo a pensare a ciò che possiamo fare per arrivare due punti davanti e non dietro. Francesco è avvantaggiato perché uno l’ha già vinto, io invece sto ancora al palo. Ma se continuiamo a lavorare così prima o poi uno scudetto lo vinceremo“.
RIMPIANTI.In un campionato di trentotto partite non ce n’è una, forse la Samp, perché è l’unica delle ultime dieci o undici che non abbiamo vinto. Siamo stati un pizzico sfortunati, ma in un campionato capita a tutti“.

L’avversaria: il Genoa di Preziosi e Gasperini riparte da Roma (con Suazo e Dainelli)

Mezza serie A 2009/10 è messa in archivio: il campionato ha virato verso la fase di ritorno e si ricomincia dalla prima (che in realtà è la ventesima). Genoa-Roma è stata la gara di cartello di inizio stagione: nella circostanza (23 agosto 2009), al Luigi Ferraris si imposero i rossoblu di misura (3-2, reti tutte nella ripresa di Criscito, Taddei e Totti a dare l’illusione di un avvio capitolino alla grande, Zapater e Biava a regalare la prima gioia al Marassi genoano e i primi tre punti alla coppia Preziosi & Gasperini). Il binomio P & G che tanto bene aveva fatto l’anno precedente (nel 2008/09 il Genoa chiuse il campionato al quinto posto, mancando il piazzamento utile per i preliminari in Champions League solo perchè la Fiorentina, a pari punti, sfruttò il vantaggio degli scontri diretti), lancia la sfida a se stesso e al tifo del Grifone decidendo, in corso di ultima sessione di calciomercato estivo, di stravolgere l’organico. Quasi inevitabile la perdita di un asso offensivo quale è Diego Milito (finito all’Inter a fare l’attaccante titolare della squadra campione d’Italia, già 11 gol per lui fino a oggi), alla cessione del bomber argentino si vanno ad aggiungere la vendita del cartellino di Matteo Ferrari (Besiktas), Thiago Motta (anche lui alla corte di Josè Mourinho), Rubinho (scambio di portieri col Palermo, che cede al Genoa Marco Amelia), Anthony Vanden Borre (Portsmouth). Ovvero, non solo cinque calciatori della rosa ma un pentagono titolare e facente parte dell’ossatura della squadra. Fatta la cassa, pronti all’investimento: ricostruire l’organico, per Gian Piero Gasperini classe 1958 di professione valido allenatore, è stata una sfida di cui l’ex centrocampista (con trascorsi da calciatore nella Juventus e nel Palermo) s’è mostrato all’altezza. Il giocattolo, e Preziosi (quello dei Giochi Preziosi, ndr) in materia non è secondo a nessuno, ha ripreso a funzionare: come un Lego messo lì ad assecondare fantasia e desideri, il Genoa s’è rigenerato a prescindere dal colore, dalla forma. Via un quadratino blu (Milito), ecco un rettangolo rosso (Hernan Crespo), perduto un incastro giallo (Motta) torna utile quel pezzo verde (Alberto Zapater). Emiliano Moretti per Matteo Ferrari, Amelia per Rubinho. Sergio Floccari. E quel talento pregiato che è Houssine Kharja, corteggiato da club di prim’ordine e finito nelle fila rossoblu: avrebbe dovuto dettare tempi di gioco e garantire ripartenze di qualità, poi il 14 ottobre 2009, durante una seduta di allenamento, subisce un grave infortunio. Lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro, fuori per 6 mesi: mazzata a cui occorre far fronte con chi c’è. Senza paura, senza recriminazione. Perchè, da che mondo e mondo, dire Genoa è equivalso a parlare di sacrificio, sudore, attaccamento alla maglia, cuore. E il cuore, storia vecchia come il pianeta, consente di sopperire alle più grandi lacune.

Roma 2009/10, già 12 mila gli abbonati

 A noi pare una buona notizia e come tale la riportiamo.

La bontà della news è data dal fatto che, facendo i primi confronti numerici tra squadra e squadra, non molte altre formazioni possono già contare su un così cospicuo numero di tifosi al seguito.

Infatti, con la chiusura della prima fase di campagna abbonamenti per la stagione 2009-2010, sono già 12 mila i tifosi che hanno sottoscritto una tessera per il campionato alle porte. Si è trattato per ora della cosiddetta fase di prelazione riservata a quanti erano già in possesso di un abbonamento nel corso dell’anno passato: tenendo presente che la campagna di rinnovo è partita lo scorso 7 luglio, il numero di abbonati già sicuri non è affatto basso.

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