Torna Pizarro

 Da Repubblica.it:

Tra i tanti sorrisi che seguono il giorno dopo il “decollo” di Montella, resta anche una piccola macchia. Perché a Bologna, la prima senza Ranieri, è stata anche la gara del rientro in campo di David Pizarro, assente dal campo da 88 giorni e miracolosamente rientrato dopo l’addio all’ex tecnico. “Ma lui non voleva giocare, è stata una scelta mia e l’ho forzato, gli ho detto che doveva giocare per forza“, la difesa d’ufficio di Montella. Un apprezzabilissimo tentativo di “proteggere” il centrocampista cileno, che con Ranieri aveva da tempo azzerato ogni rapporto. E che, non certo casualmente, è tornato in campo per novanta minuti ad altissimo livello alla prima occasione dopo l’addio dell’ormai ex allenatore.

Pizarro si cura in Cile

 Dal Romanista:

Non tornerà a Roma, salvo a questo punto clamorosi colpi di scena, prima del dodici gennaio. Perché prima di tornare a Trigoria, David Pizarro vuole essere al 100% dal punto di vista fisico. E’ per questo che ha deciso di restare in Cile, per curarsi da un medico di sua fiducia, che gli ha consigliato ancora un paio di settimane di terapia. Poi, verosimilmente il 12 o 13 gennaio, il Pek sarà a Roma, con un unico obiettivo: riprendersi la sua maglia numero 7 e le chiavi del centrocampo giallorosso. Il Pek, che sarebbe dovuto atterrare a Fiumicino alle tredici insieme alla moglie e ai due figli, ha avvertito via sms la società: «Resto ancora qui – sono state le sue parole – perché ho bisogno di ulteriori cure».

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Un bolide da fuori area su cui Julio Cesar non ha potuto fare nulla; un contropiede a tre minuti dal triplice fischio nel quale si è assistito a una dormita generale della retroguardia giallorossa. Si esce da Basilea con parecchi interrogativi e la paura di non aver altra scelta – quest’anno – che soffrire più che in precedenza.

E’ il primo degli obiettivi che ci si è dati per la stagione in corso: vittoria dell’Europa League, ora occorre non farlo diventare il primo dei fallimenti. Nulla è compromesso, anche se non sono consentiti più passi falsi. E si rischia, al contempo, di compromettere nuovamente il rapporto con una tifoseria che già ieri (presenza massiccia, circa mille persone) ha mostrato coi fatti l’ennesima voglia di vicinanza alla squadra. Già, ora tocca ripartire.

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