Totti-De Rossi-Julio Sergio: gli intoccabili di Ranieri

 Da Il Tempo:

Un rush finale tutto da vivere nonostante la classifica non sorrida più alla Roma. Un bilancio che comunque non può che essere positivo nonostante l’amarezza di aver subito il secondo controsorpasso proprio a ridosso dalla bandiera a scacchi. Ranieri prova a tenere unita la «sua» Roma, cerca di non far perdere anche quelle ultime motivazioni che saranno così importanti già a partire da sabato a Parma: a prescindere da quello che succederà domenica sera all’Olimpico tra LazioInter. Ma Ranieri ha già nella mente anche quella che sarà la Roma del futuro. Ha capito, dopo questa sua prima stagione sulla panchina della Roma, su chi potrà contare per continuare a gestire una squadra di livello. E le sue scelte, soprattutto in questo finale di campionato, quando c’è stato anche da prendere qualche direzione decisa, hanno indicato sicuramente qual è la truppa dei suoi intoccabili.

Mercato: Ranieri rinuncia a Toni

 Da Il Corriere della Sera:

Toni vuole la Roma e il Bayern Monaco è ben disposto a trattare. Ma la Roma vuole ancora Toni? Mentre la squadra cerca di risollevarsi dalla batosta di domenica scorsa, in vista della trasferta di sabato a Parma, in casa giallorossa si comincia a pensare al futuro. Concilianti risuonano le parole di Karl-Heinz Rummenigge: «Parleremo con Luca a fine stagione – ha sottolineato il presidente operativo del club bavarese a Sky – Sono sicuro che troveremo la soluzione che accontenti tutti».

Calciomercato Roma: Burdisso, Mexes, Doni

 Il calciomercato della Roma terrà banco, eccome. Philippe Mexes, Nicolas Burdisso e Alexander Doni: per ora, gli occhi sono puntati soprattutto in difesa dove, se da un lato si punta a trattenere l’argentino dopo lo straordinario campionato fin qui disputato (in coppia con Juan, la dimensione ideale), dall’altro occorre fare i conti con due certezze. La prima, Alexander Doni non sembra più rientrare nei piani del club capitolino che proverà – in contropartita o attraverso la cessione definitiva del caretllino – a sistemare l’estremo difensore altrove. La seconda interessa nello specifico Philippe Mexes che, volente o nolente, farà i suoi conti, tirerà le somme e cercherà di capire. Quanto sia il caso di fare panchina alla Roma o quanto sia opportuno cedere alle lusinghe di club blasonati. Il Milan e la Juventus su tutti. Cerchiamo di metter ordine e raccontare i fatti per come, ad oggi li si conosce.
DONI. Il brasiliano è la seconda scelta di Ranieri, il sostituto di Julio Sergio ma anche una minaccia avvertita più dai tifosi della Roma (che non ne possono più) che dai calciatori avversari. In una situazione del genere, il nuovo ruolo di panchinaro cui Doni ha dovuto adattarsi sta sicuramente stretto al carioca che, nonostante tutto e per non turbare l’ambiente in un momento cruciale della stagione, ha evitato di fare polemiche. Il futuro del portiere sembra sempre più lontano da Roma: non solo per il fatto che a corteggiare Doni ci sono club (soprattutto inglesi) del calibro di Arsenal, Tottenham e Manchester United ma anche perchè, co la cessione dell’estremo, i giallorossi potrebbero fare cassa in vista della campagna acquisti di rafforzamento. A prescindere da come andrà la volata scudetto, i capitolini giocheranno in ogni caso la Champions League.

Ranieri: “Siamo dispiaciuti, ma non molliamo”

 Da Il Corriere dello Sport:

Ranieri, come ha trovato i giocatori alla ripresa degli allenamenti? «Dispiaciuti. Ma ho ricordato loro che hanno fatto una stagione eccellen­te. Quando sono arrivato avevo chie­sto una cosa: lottare sempre, fino alla fine. Il frutto di questa filosofia sono stati i ventiquattro risultati utili conse­cutivi. Qualcosa di straordinario. La squadra non ha mai perso questa ca­ratteristica. Non lo dico adesso. Non l’ha persa neppure contro il Panathi­naikos, quando siamo usciti dall’Euro­pa League. Contro i greci abbiamo sbagliato dieci minuti all’andata e die­ci al ritorno, ma anche allora abbiamo lottato fino in fondo. E lo stesso abbia­mo fatto contro la Sampdoria. Erava­mo sul 2-1 e mancavano trenta secon­di, provavamo ancora ad attaccare. E’ questo il segnale forte che vogliamo dare ai nostri tifosi. Sappiano che lot­teremo fino alla fine, che finiremo la stagione con la coscienza a posto, con­vinti di aver dato tutto fino in fondo. Non avremo rimpianti. Il calcio è que­sto.

Ranieri rivoluziona la Roma

 Da Leggo:

Ranieri cambia la Roma. A due giorni dalla sconfitta in casa con la Sampdoria e a 270 minuti dalla fine del campionato, il tecnico è intenzionato a far tirare il fiato a quei giocatori ormai spremuti dopo una stagione esaltante, ma altamente dispendiosa. A cominciare da Riise. Il norvegese è stato uno dei migliori fin qui, ma non si è praticamente mai fermato e domenica sera ha dimostrato di aver perso lo smalto dei giorni migliori.

Arbitri: la Roma s’interroga

 Da Il Messaggero:

Monta la rabbia della Roma. Dopo lo choc di domenica scorsa, la società giallorossa si interroga su quanto emerso nell’ultimo weekend, a San Siro e all’Olimpico, al trattamento diverso riservato alle due squadre impegnate nella volata scudetto. Ma al tempo stesso guarda subito avanti. Alle ultime tre gare di campionato e alla finale di Coppa Italia. Separa, però, l’aspetto squisitamente sportivo da quello più scomodo e più delicato della questione arbitrale. Che, come due anni fa, può essere decisiva per l’assegnazione del titolo. Rosella Sensi non si ferma all’etichetta destinata al signor Damato di Barletta, ritenuto dalla presidentessa «inadeguato» per partite di un certo livello.

Il pianto di Mexes è l’immagine della sconfitta

 Da Il Corriere dello Sport:

Philippe Mexes piange in panchina. Lui ha avuto un ruolo marginale nella rincorsa che in una notte si è tra­sformata nell’Everest, ma sente la Roma come pochi altri. E’ l’immagine del dolo­re, della rabbia, di una fru­strazione che non si deve raccontare. Bastano due occhi azzurri tristi. Non sembra vero, non sembra­va possibile, è reale. Con­trosorpasso e forse è fini­ta. Non succede ma se suc­cede? A questo punto la sensazione è che non si ponga il problema. La sensazione è che non succederà.

Dal Paradiso all’Inferno in 45 minuti

 Da Il Corriere della Sera:

C’è chi ha pianto a fine partita, come Philippe Mexes che, anche se quest’anno ha fatto molto più la riserva che il titolare, ha sempre sentito la Roma come una cosa sua. C’è chi ha guardato il campo con lo sguardo fisso, come Marco Cassetti, con l’espressione di chi si sente rapito di un sogno che coltivava fin da bambino. C’è chi è crollato come fulminato, al fischio dell’ineffabile Damato, come Francesco Totti, che ha dovuto anche «sopportare» di essere consolato da Antonio Cassano, che ieri è tornato appieno il tifoso dell’Inter che è sempre stato.

Coppa Italia: Roma-Inter, sfida infinita

 Da La Gazzetta dello Sport:

Se vi piacciono i sequel, la Coppa Italia è lo spettacolo che fa per voi. Per la quinta volta negli ultimi 6 anni la finale sarà Roma-Inter. C’è da dire, però, che l’Udinese è andata vicino a sciupare il tormentone delle ultime stagioni, perché batte la squadra di Ranieri per la seconda volta in stagione (la prima all’andata in campionato) e va vicino a trasportare la capolista verso i temutissimi supplementari, ma l’1-0 finale firmato da Sanchez e corroborato da un palo di Inler serve solo a far crescere i rimpianti per la squadra di Marino, che però ha dato veramente gas solo negli ultimi dieci minuti. Roma rinunciataria C’è da dire che la Roma schierata da Ranieri, stavolta, pare troppo sperimentale per dare garanzie di gestione sicura del match, anche perché il metronomo Pizarro (causa diffida) è preservato per la finale.

Panoramica privacy

This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.