Gilberto Silva salta la Roma

 Da Il Romanista:

Dopo la tensione dei giorni scorsi, sfociata nella lite tra Karagounis e Leto nell’intervallo della partita con il Kavala, sembra essere tornato tutto alla normalità all’interno del Panathinaikos. «Se hai un problema con la tua famiglia, lo risolvi tra le mura della tua casa», afferma in conferenza stampa il tecnico Nioplias. «C’è stato un episodio spiacevole nello spogliatoio, non lo nego. Ma adesso è il momento di mettere tutto questo alle nostre spalle e pensare a battere la Roma. La vita va avanti».
C’è una partita di Europa League da affrontare ma soprattutto un campionato da conquistare. E l’Olympiacos, ora distante solo tre punti, fa paura. Dunque guai a distrarsi: «Mi aspetto di migliorare, di fare meglio. In questo ultimo periodo abbiamo perso punti in campionato. Naturalmente mi aspetto una prestazione diversa e, possibilmente, anche un risultato diverso da quello di domenica scorsa».

Baptista ha già eliminato il Panathinaikos

 Da Il Romanista:

«Il fatto che l’Inter lo voglia, testimonia quanto vale. E allora, preferisco tenermelo stretto». Parola di Claudio Ranieri, a gennaio, con il mercato ancora aperto e la società nerazzurra alla ricerca di un vice Snejder, individuato proprio in quel Julio Baptista che a Roma sembrava aver smarrito, insieme alla condizione di forma, addirittura la propria identità calcistica. Quella che gli aveva fatto meritare l’appellativo di “Bestia”, a Londra ma ancor più in Spagna, col Siviglia prima e il Real Madrid poi. «Chissà che non sia proprio lui il giocatore che andiamo cercando» aveva detto ancora il tecnico di San Saba, sapendo che, come era accaduto con Taddei, Perrotta, e tanti altri, quella di Julio Baptista avrebbe potuto costituire un’altra sfida personale nel recupero di un giocatore. Una sfida che, alla luce delle ultime prove, potrebbe rivelarsi la sua ennesima scommessa vinta.

Panathinaikos-Roma, Vucinic: “Voglio la finale”

 Da Il Corriere dello Sport:

Tocca a lui. Ancora lui, l’uomo del Montenegro. Totti a casa con l’influenza e un occhio al ginocchio, Toni non ancora recuperato, toccherà di nuovo a Mirko Vucinic essere il punto di riferimento offensivo della squadra giallorossa, il principale indiziato, si fa per dire, per cercare quel gol, meglio ancora se al plurale, che in partite di coppa in trasferta vogliono dire una solida ipoteca per continuare l’avventura europea. Del resto il montenegrino è uomo di coppa.
Capitano a parte, è l’unico altro romanista che può vantare un tabellino in doppia cifra in Europa, dieci reti, spesso e molto volentieri in partite che sono rimaste nella memoria dei tifosi come a Madrid, come all’Olimpico nell’unica vittoria sul Manchester United, come contro lo Sporting Lisbona per una vittoria fondamentale con un gol che è stato un capolavoro, come, sempre in casa, quella doppietta al Chelsea che per una notte riconsegnò a Luciano Spalletti una Roma che si pensava smarrita.

Roma, il panino; loro, il com-Panathinaikos

 La fame genera fame. Legge di natura, regola di vita, assioma calcistico: Claudio Ranieri e la Roma – già in Grecia per la gara di Europa League contro il Panathinaikos – dicono che ancora non basta. Vincere, continuare a vincere per un motivo elementare. Ce n’è necessità. I venti risultati utili consectivi sono un ottimo sollecito per una squadra che non sa più perdere. Serviva una scossa, il testaccino l’ha garantita. Occorreva uno stimolo, serie A e Coppa Italia lo hanno concretizzato. Ora, l’Europa Legaue. Con i giallorossi determinati a chiudere in una morsa la formazione ateniese. Imbottigliarli, insaccarli. Noi – ce l’aveva lì, sulla punta della lingua, mister Ranieri – si va in Oriente. Ma mica per niente. “Facciamo vedere a questi greci chi sono i romani“. E ho detto tutto, avrebbe chiosato il grande Antonio De Curtis: perchè è tanto vero che la fame generi fame quanto il fatto che la Storia, quella grande, sia lì a indicarti la via. E, da che mondo e mondo, a cancellare la gloria dei classici dell’antichità ci hanno pensato i romani. Senza buttare via niente, beninteso: semplicemente, il tesoretto dei greci s’è trasformato nel bagaglio di esperienza di Giulio Cesare e compagnia. Appropiarsi del Partenone per costruire il Colosseo, rendersi nuova fonte di classicità: una logica disarmante.

Panoramica privacy

This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.