Da Il Romanista:
Dopo la tensione dei giorni scorsi, sfociata nella lite tra Karagounis e Leto nell’intervallo della partita con il Kavala, sembra essere tornato tutto alla normalità all’interno del Panathinaikos. «Se hai un problema con la tua famiglia, lo risolvi tra le mura della tua casa», afferma in conferenza stampa il tecnico Nioplias. «C’è stato un episodio spiacevole nello spogliatoio, non lo nego. Ma adesso è il momento di mettere tutto questo alle nostre spalle e pensare a battere la Roma. La vita va avanti».
C’è una partita di Europa League da affrontare ma soprattutto un campionato da conquistare. E l’Olympiacos, ora distante solo tre punti, fa paura. Dunque guai a distrarsi: «Mi aspetto di migliorare, di fare meglio. In questo ultimo periodo abbiamo perso punti in campionato. Naturalmente mi aspetto una prestazione diversa e, possibilmente, anche un risultato diverso da quello di domenica scorsa».
Da Il Romanista:
Da Il Corriere dello Sport:
La fame genera fame. Legge di natura, regola di vita, assioma calcistico: Claudio Ranieri e la Roma – già in Grecia per la gara di Europa League contro il Panathinaikos – dicono che ancora non basta. Vincere, continuare a vincere per un motivo elementare. Ce n’è necessità. I venti risultati utili consectivi sono un ottimo sollecito per una squadra che non sa più perdere. Serviva una scossa, il testaccino l’ha garantita. Occorreva uno stimolo, serie A e Coppa Italia lo hanno concretizzato. Ora, l’Europa Legaue. Con i giallorossi determinati a chiudere in una morsa la formazione ateniese. Imbottigliarli, insaccarli. Noi – ce l’aveva lì, sulla punta della lingua, mister Ranieri – si va in Oriente. Ma mica per niente. “Facciamo vedere a questi greci chi sono i romani“. E ho detto tutto, avrebbe chiosato il grande Antonio De Curtis: perchè è tanto vero che la fame generi fame quanto il fatto che la Storia, quella grande, sia lì a indicarti la via. E, da che mondo e mondo, a cancellare la gloria dei classici dell’antichità ci hanno pensato i romani. Senza buttare via niente, beninteso: semplicemente, il tesoretto dei greci s’è trasformato nel bagaglio di esperienza di Giulio Cesare e compagnia. Appropiarsi del Partenone per costruire il Colosseo, rendersi nuova fonte di classicità: una logica disarmante.