Mondiali 2010 – GRUPPO C: l’Algeria di Belhadj, Mesbah e Ghezzal

 La Nazionale di calcio algerina è una delle migliori selezioni dell’Africa (nella sua bacheca spicca la vittoria nella Coppa d’Africa 1990), anche e soprattutto per motivi puramente storici. Questo perché a causa degli avvenimenti politici del secolo scorso, l’Algeria è legata a filo doppio alla Francia, ed il calcio è uno dei settori in cui più si è avvertita l’influenza del paese europeo: anche dopo il 1962 infatti, anno di proclamazione dell’indipendenza ed anche di affiliazione alla FIFA, sono stati moltissimi i calciatori che hanno militato nella Nazionale francese anziché in quella algerina. Inoltre oggi, come prevedibile dopo oltre 40 anni dalla fine del colonialismo, sono molti gli algerini di seconda e terza generazione che giocano nelle squadre di club o nazionali francesi (basti citare Zinedine Zidane), figli degli emigrati di un tempo. Allo stesso modo però, anche la nazionale algerina ha potuto sfruttare la doppia nazionalità di molti calciatori francesi, per poi convocarli nella propria nazionale: nella rosa per la Coppa delle Nazioni Africane 2010 per esempio, ben 11 convocati algerini su 22 sono nati in Francia. Pur privata di molti talenti, la selezione algerina è sempre stata però una squadra di ottimo livello nell’ambito delle Nazionali africane, una delle più forti e delle più temibili.
Esordio Mondiali 1982 – La sua prima partecipazione ad un Mondiale, a Spagna 1982, è passata alla storia: l’équipe d’Algérie sconfisse clamorosamente per 2-1 la Germania Ovest, una delle grandi favorite. Nello stesso girone eliminatorio perse con l’Austria (0-2), per poi sconfiggere il Cile per 3-2. L’incontro Germania Ovest-Austria divenne così decisivo per le sorti dell’Algeria, che fu eliminata dall’1-0 in favore dei tedeschi, risultato che destò polemiche perché parso combinato.

Bayern Monaco-Vucinic: alla Roma un “tesoretto”…

 I nomi di Vucinic e Toni attivano l’asse Roma-Bayern Monaco. Calciomercato già in fermento e la prima notizia che giunge come un fulmine a ciel sereno è che le trattative che coinvolgono la società giallorossa e quella bavarese potrebbero farsi intriganti attorno al nome del montenegrino (valutato 30 milioni di euro).
ESPEDIENTE. Appena dopo Pasqua, il procuratore di Luca Toni – Tullio Tinti – dovrebbe incontrare la dirigenza capitolina per iniziare a discutere della situazione del proprio asssistito: Toni vuole la Roma ma il contratto del centravanti ex Fiorentina è di proprietà dei tedeschi che ne detengono il possesso fino al 30 giugno 2011. Il Bayern Monaco ha acconsentito al prestito gratuito della punta accollandosi anche metà dell’ingaggio ma l’opzione giallorossa è in via di scadenza. A conti fatti, Toni dovrebbe tornare a Monaco di Baviera il 30 giugno 2010. La volontà – fortissima – del calciatore è quella di restare nella Capitale: sarebbe disposto a ridursi (si vocifera della metà) l’ingaggio a patto di una buonuscita dalla Germania ma occorre trovare un accordo con il club di Rummenigge, già magnanimo verso il calciatore e la Roma nel corso della sessione di mercato invernale.
VUCINIC. Il dialogo aperto per il cartellino dell’ariete potrebbe coinvolgere anche Mirko Vucinic. La notizia, trapelata nelle ultime ore, è clamorosa ma ha motivo d’essere. Ovvero, il tesoretto (30 milioni di euro circa) che il Bayern Monaco incasserebbe dall’inevitabile (per volere del calciatore e per mantenere fede a una promessa fatta dal club tedesco nella passata stagione) cessione di Frank Ribery, il talentuoso 26enne corteggiatissimo da Barcellona e Real Madrid (a cui si è già promesso?). Entrambi i club spagnoli farebbero carte false pur di assicurarsene le prestazioni e, a fronte di un introito economico importante (i 30 milioni, appunto) al Bayern non resterebbe altro che salutare definitivamente il francese. Ecco, motivato l’accostamneto di Mirko Vucinic ai bavaresi.

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