Mondiali 2010 – GRUPPO F: la Slovacchia. Piccola, ma col grande Hamsik

 La Nazionale di calcio della Slovacchia, è una delle squadre più giovani a livello di Nazionali. Essa infatti è la rappresentativa calcistica della Repubblica Slovacca ed esiste solamente dal 1993, quando la divisione dello Stato della Cecoslovacchia, portò alla scomparsa della Nazionale di calcio della Nazione sin lì unita. Dalla scissione si ebbe lo scorporo delle due Nazionali di calcio: la Slovacchia da una parte e dall’altra la Repubblica Ceca. La vecchia Nazionale della Cecoslovacchia, giocò ben sedici partite tra il 1939 e il 1944. Anche dopo la fine della seconda guerra mondiale, la compagine ceca e quella slovacca continuarono a giocare insieme nella Nazionale della Cecoslovacchia. In particolare, ricordiamo che la squadra che vinse l’Europeo 1976, era composta per gran parte di giocatori slovacchi. Dopo lo scioglimento della Cecoslovacchia, nel 1992, la squadra nazionale venne ricostituita, disputando il suo primo match il 14 ottobre 1992: vittoria per 1-0 contro la Lituania a Vilnius. Ma la storia calcistica della Slovacchia non vedrà alcuna qualificazione in alcun torneo internazionale fino al 2009. Diciamo anche che la fortuna non ha di certo accompagnato la piccola e neonata nazionale della Slovacchia.

Mondiali 2010 – GRUPPO A: il Sud Africa. Storia triste, nera come l’apartheid

 Terzo Mondiale come squadra, il primo da Paese ospitante. Sud Africa, ovvero Nazione ospitante della diciannovesima edizione dei campionati Mondiali di calcio. Il 2010 è data storica perchè per la prima volta dal lontano esordio – 1930, Uruguay – la manifestazione voluta dall’allora presidente della Federazione Internazionale delle Associazioni Calcistiche Jules Rimet, sbarca nel continente africano. Dopo l’esordio in Asia – nel 2002 l’evento congiunto di Giappone e Corea del Sud – arriva lo svezzamento del continente Nero. Un’apertura inevitabile verso un calcio e un Paese che sta tentando – a piccoli passi – di avvicinare i livelli sociali ed economici del mondo occidentale. Dopo Barack Obama – vien da dire – altra mano tesa (significativa) verso l’Africa.
BAFANA BAFANA. Momento topico per la storia sportiva di una Nazionale – quella sudafricana – che vive proprio in questi mesi il momento d’apice dell’esperienza calcistica. I Bafana Bafana (in zulu, i nostri ragazzi) indossano l’uniforme gialloverde che richiama i colori propri del Sud Africa anche se – con la caduta dell’apartheid – primi anni del Novanta – lo Stato ha assunto la denominazione informale di Rainbow Nation. Il Paese arcobaleno, quello in cui abitano uomini e donne dal differente colore della pelle.
 Una commistione di razze e di nazionalità figlia di secoli di colonizzazione (inglese soprattutto). E’ la casa di Pieter Willem Botha, che all’apartheid ha garantito un sostegno strenuo, e di Nelson Mandela, uno dei principali oppositiori e perseguitati uomini politici che ha ricevuto indietro – dalla Storia – un risarcimento (seppur parziale) per la segregazione e i ventisette anni di carcere imposti dai governi sudafricani pro-apartheid prima degli anni novanta con l’assegnazione del Premio Nobel per la Pace del 1993 e l’elezione a Presidente (1994) nel corso delle prime elezioni democratiche svolte in Sud Africa.
NAZIONALE DI CALCIO. In un corso storico lungo uno studio decennale – tanto servirebbe a masticare, almeno un po’, le tradizioni sudafricane, si infila la storia calcistica di una Nazione che, anche nello sport, ha subito l’andamento storico e politico di avvenimenti che hanno segnato il Paese in ogni senso. La selezione calcistica nazionale del Sudafrica è posta sotto la protezione della South African Football Association ma non ha potuto competere e sfidare le Nazioni avversarie per volontà della Fifa. I Mondiali di calcio, per il Sud Africa, sono cominciati nel tardo 1994.

Mondiali 2010 – Italia, scelte fatte. Lippi: perchè?

 In attesa dei calciatori della Roma – Totti?, Toni?, De Rossi, Perrotta – la Nazionale italiana che si appresta ad affrontare i campionati del Mondo del 2010 è più o meno fatta. Tra convocazioni sconcertanti e defezioni eclatanti. Il passato, la Storia, dovrebbero essere considerati alla stregua di “maestri di vita”, come dicevano i nostri antenati latini. Benissimo. Viene da chiedersi allora cosa abbia imparato il Signor Marcello Lippi dalle cocenti delusioni patite da nazionali a fine corsa come è quella che il ct si appresta ad allestire in vista dell’avventura in Sud Africa, un’esperienza che si preannuncia “mordi e fuggi” come quei safari confezionati ad uso e consumo dei turisti tanto in voga laggiù. Anziani (almeno calcisticamente parlando) e appagati oppure giovani spremuti e ancora non molto affidabili sono il tratto saliente di un manipolo di pre-selezionati che più che farci ben sperare deve farci “sperare in bene”, ossia puntare almeno a salvarci la faccia.

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