Mondiali 2010, Francia – Domenech, game over? Mexes, Menez, Frey, Benzema: rimpianti. E Gallas: un affare?

 La clamorosa – e più che probabile – eliminazione della Francia dopo il primo turno di qualificazione dei Mondiali 2010 in Sud Africa potrebbe essere la prima, grande sorpresa di questa Coppa del Mondo e decretare inevitabilmente la fine di un ciclo che avrebbe in Raymond Domenech il principale indiziato a pagare per tutti. Non sarebbe – dal punto di vista dei risultati – uno shock l’eliminazione francese (con i transalpini in affanno già nel corso delle qualificazioni al Sud Africa e capaci di starppare il biglietto solo in seguito allo spareggio con l’Irlanda e al colpo di mano di Tierry Henry) ma il dato di fatto è che una delle due finaliste della passata edizione sta per salutare in fretta e furia. Nelle due partite giocate, Anelka e compagni non hanno fatto bene: sotto accusa tutti i reparti, indice puntato contro la mancanza di carattere e lo spogliatoio spaccato. Si è parlato dell’odio dei senatori nei confronti di Gourcuff, s’è detto che il trequartista del Bordeaux non parli con nessuno. Lacune evidenti che l’undici titolare non ha saputo mettere sotto il tappeto con prestazioni all’altezza. Attacco sterile, Gallas – si parla di Roma, di Juve – una delusione, le scelte del commissario tecnico incomprensibili (sotto 1-0 contro il Messico, Domenech sostituisce attaccanti con centrocampisti), le mancate convocazioni (Mexes, Menez, Frey, Benzema), gli incastri astrali. Che c’azzeccano? Bhè, oramai è noto: la notte prima di ogni partita, il commissario tecnico dei Bleus studia la situazione degli astri per capire. Legge l’oroscopo dei suoi giocatori e decide se è il caso che giochino o no. Lo ha dichiarato lo stesso Ct in più di una circostanza:

Roma, Rosella Sensi a Salotto Mondiali – speciale Sudafrica 2010: intervento integrale

Rosella Sensi, nel primo pomeriggio è intervenuta alla trasmissione ‘Salotto dei Mondiali – speciale Sudafrica 2010′ per partecipare alla diretta in corso. Nel programma condotto da Gianfranco Teotino, sul sito Ign (testata on line del gruppo Adnkronos), il patron giallorosso ha toccato svariati argomenti: da Daniele De Rossi a Francesco Totti, dai mondiali 2010 a Claudio Ranieri, dalla Tessera del Tifoso alle convocazioni del Brasile di Dunga, da Adriano a Balotelli. Ecco l’intervento integrale:

DE ROSSI – “Sono molto fiera delle prestazione dei giocatori della Roma, primo fra tutti Daniele De Rossi che ha fatto anche gol, il migliore in campo dell’Italia. De Rossi al Real Madrid? De Rossi è della Roma e non si vende. Non ci sono commenti, è un simbolo come Francesco. I tifosi romanisti devono stare tranquilli, De Rossi non si vende”.
JUAN – “Ho visto un intervento di Juan pazzesco, lui è sempre determinante, i suoi interventi hanno contribuito alla vittoria del brasile. Basptista e Doni ai Mondilai? Non sono stupita, sono sue grandi giocatori, non sono capitati per caso all’interno della Roma. Se avessi chiamato Julio Sergio al posto di Doni? Sì, siamo molto soddisfatti di lui, si è sempre fatto trovare pronto, nonostante sia stato fermo a lungo, si è sempre allenato,  è un grande professionista“.

Il popolo degli allenatori

 Dal Corriere dello Sport:

L’afoso pomeriggio non passava più. Una granita alla menta, tanto per dare tregua alla canicola, quattro calci nel rettangolo verde al­lestito al centro di quello che, solita­mente, serve da galoppatoio per il concorso ippico Piazza di Siena. Una risata, una battuta, una sbircia­tina al maxi schermo da 50 mq, giu­sto per sapere come va a finire Giappone-Camerun, l’antipasto pri­ma del piatto forte, prima dell’Italia di Lippi. E soprattutto le scommes­se senza puntare nulla, le giocate virtuali al quesito più straziante: ma stasera, poi, chi scende in campo? Con il 4-4-2, modulo che sta bene un po’ con tutto, come il nero che ‘ sfina’, o mastro Lippi sceglie­rà formule tattiche ben più elaborate?

« L’importante è vincere – arringa Marco, 22 anni -, non siamo gli stessi di quattro anni fa, ma possiamo farcela co­munque » . Popolo di allenatori gli italiani, si sa. Chi- gioca- chi, chi-gioca-come: tutto finisce con l’alzarsi della luna, perché la metamorfosi in tifo­si- mannari è un atti­mo. Titolare Pepe, pure Iaquinta: qualche sorpresa? «No, io lo sapevo – assicura Francesco, 23 anni -, Lip­pi non poteva lasciare fuori due gio­catori così» . 

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