La festa della Roma rivissuta dalle pagine de La Gazzetta dello Sport vale un giusto e meritato tributo a coloro che – leggi Matteo Brighi e Julio Baptista – vengono chiamati e rispondono presente. Oltre ai due, il solito, indiscutibile omaggio a quel gran romanista che sta diventando John Arne Riise e il riconoscimento dovuto a Julio Sergio. Detto saracinesca. Testuale:
E’ qui la festa? Inizia un po’ sottotono, luci soffuse, musica al minimo, buffet intatto, invitati seduti e timidi. Ognuno se ne sta in disparte, in un angolo, indeciso se presentarsi o meno. Poi, basta che si alzi il primo, giusto per prendere una tartina, e pure gli altri prendono coraggio. Si beve, cocktail a volontà. La musica lenta diventa rock. C’è spazio pure per un pezzo di samba, grande punk in chiusura. E’ festa per tutti, arrivano pure gli amici degli amici. Baptista si era presentato da imbucato, poi ha fatto amicizia con il padrone di casa, sarà invitato anche alle prossime. «Finalmente anch’io ho segnato in campionato, lo aspettavo da tempo. E’ un momento in cui mi gira tutto bene, spero di dare un contributo importante fino al termine della stagione». Brighi era il più timido di tutti, poi si è scatenato. Riise metteva i dischi, offriva da bere, e alla fine ha deciso di dare una lezione di biliardo agli amici (quel gol l’ha tirato con la stecca). In volo Muscoli da marinaio, capelli da punk, lotta, corre e segna. Il norvegese è diventato un fenomeno.