
Casi spinosi, ce ne sono sempre. Uno di questi, per la Roma giallorossa, è quello di Matteo Brighi, vicenda particolare di cui abbiamo abbondantemente relazionato. Dalla sua, il centrocampista, in attesa di una chiamata da parte della società per ridefinire i parametri economici dell’accordo che lo lega alla Roma fino al 2012, ha la grande stima del tecnico Luciano Spalletti e una stagione – quella appena trascorsa – nel corso della quale (per media punti e rendimento complessivo) è stato uno dei migliori di tutta la rosa.
Il rinnovo di Brighi è avvenuto lo scorso luglio per una cifra pattuita che va ad aumentare con il passare delle stagioni. Il suo attuale contratto prevede un guadagno di 1,4 milioni per la stagione sportiva 2009/2010, di 1,5 milioni per la stagione sportiva 2010/2011 e di 1,6 milioni per la stagione sportiva 2011/2012. A ciò vanno aggiunti i premi individuali legati al raggiungimento degli obiettivi di squadra.
Per come ci appare, il mercato delle big di serie A è ancora poco indicativo. Analizzando i primi movimenti delle avversarie dirette della Roma (anche se Luciano Spalletti ha proibito di parlare di scudetto, noi ai giallorossi auguriamo comunque di lottare per il titolo), pare opportuno partire dai colpi messi a segno dalla Juventus.
Rodrigo Taddei, classe 1980. Giallorosso dal 2005, con la Roma ha giocato 121 gare segnando 20 reti. In molte occasioni, il brasiliano è stato decisivo ai fini del risultato – in positivo e in negativo – e di certo è stata una pedina importantissima per gli schemi di gioco voluti da Luciano Spalletti.
Un elemento balza all’occhio: pare che nel corso di questo calciomercato, la compagine friulana di patron Giampaolo Pozzo abbia deciso di fare cassa vendendo i pezzi migliori. Ceduto Fabio Quagliarella al Napoli, in trattativa avanzata con il Parma per vendere Antonio Di Natale e con la Juventus che ha messo più di un sigillo all’acquisto di Gaetano D’Agostino, i bianconeri sono in procinto di ripartire da zero impostando un nuovo ciclo.
L’acquisto di Stefano Guberti, ne siamo convinti, rientra nella logica della progettualità voluta da Luciano Spalletti che – con interventi mirati e di qualità, non certo con nomi ridondanti e d’effetto – sta cercando da diversi anni di garantire un gioco e una struttura alla squadra.