Roma, la difesa è un colabrodo

 Da La Gazzetta dello Sport:

La prima decisione, la più chiara, è stata rimettere in porta Marangon Doni. Montella ha deciso subito, appena nominato allenatore, e l’ha comunicato alla stampa: «Nulla contro Julio Sergio, ma per me è più forte Doni e lui deve giocare» . Il povero Julio da allora non ha detto più una parola, seccato pure dal sospetto che Montella sia stato consigliato da almeno un paio di giocatori, si dice Juan e De Rossi, entrambi molto legati a Doni. Convinto o consigliato, poco cambia: ad oggi questa scelta resta davvero inspiegabile, sicuramente si è rivelata improduttiva. Cosa è cambiato in porta da quando è stato fatto fuori Julio Sergio? Nulla: la squadra continua a prendere camion di gol, e non si ricordano prodezze di Doni. Anzi, il brasiliano mostra di aver subito un’involuzione tecnica rispetto ad un paio di stagioni fa. Quasi come il Bari...

Trigoria, Roma: Vucinic ristabilito, Julio Sergio out

Il conto alla rovescia sta per finire: gara di andata di Champions League alle porte con la Roma che sta finendo di preparare la prima sfida degli ottavi di finale contro uno Shakthar Donetsk che si propone quale oggetto del mistero. Ci si è spellati le mani in accoglimento del sorteggio che aveva abbinato i capitolini ai turchi: ora, a un paio di mesi di distanza, pare che siano cambiate più di una circostanza. In primo luogo, la Roma è in crisi di gioco e risultati; secondo poi, l’ambeinte apre si sia sfaldato e la sensazione è che solo aggrappandosi al carattere e all’orgoglio ci si possa tirare fuori da simile situazione negativa. Claudio Ranieri e la squadra paiono sempre più inclini a una convivenza forzata e il malcontento non si placa. In tutto ciò, si insinua anche l’intricata – figurarsi se sarebbe potuta essere lineare – vicenda societaria con la decisione attesa in giornata rispetto alla esclusività o meno della trattativa intavolata con la cordata americana. Possa bastare un cumulo di dubbi e perplessità a ricompattare l’ambiente? Si dice di un patto di ferro, all’interno dello spogliatoio giallorosso, sollecitato dai più esperti: Totti, De Rossi, Mexes, Perrotta si sono prodigati affinchè si provasse a fare quadrato in occasione della partita di domani. Le aspettative sono molte, e parecchie le perplessità: certo è che con un campionato oramai compromesso, la Champions League rimane unica vetrina importante. Le indiscrezioni della sessione di ieri paiono confermate: il differenziato di Julio Sergio lascia intendere che il testaccino ne saggerà le condizioni fino all’ultimo. In caso di forfait, sembra favorito Alexander Doni. Rientra l’allarme per la mancata presenza di Mirko Vucinic, il quale aveva saltato la seduta di ieri per attacco febbrile: il montenegrino c’è e lavora con il gruppo.

Julio Sergio: “La Roma è mia, l’ho guadagnata”

 Dal Corriere dello Sport:

Julio Sergio, ieri è tornato ad allenarsi con un giorno di anticipo.
Come è andata?
«Non mi sentivo di andare in Brasile, ho preferito fare una vacanza con la mia fami­glia. Ci tenevo a rientrare prima. L’infortunio è superato completamente, sono a posto, il muscolo è perfettamente guarito. Ho ripreso ad allenarmi a pieno ritmo».

Chievo – Roma 2-2: Julio Sergio decisivo nel finale

 A fronte di una prima frazione di gioco da applausi, la Roma ha rischiato il tracollo nel finale quando Julio Sergio è stato decisivo in almeno due occasioni. Da La Gazzetta dello Sport:

Roma che si è presentata senza Menez, e questo si sapeva. Ma anche senza Borriello e Totti. Una panchina da favola. E con l´Adriano appena scaricato dal tecnico che gioca la prima partita da titolare. Ranieri deve essere stato influenzato dalla politica: dico una cosa e poi la smentisco. Sembrava che i fatti potessero dargli ragione. 2-0 nel 1˚ tempo, Roma padrona del campo, Simplicio sontuoso che sigla la doppietta e ragiona in mezzo, Adriano che in mezzo all´area fa la sua parte: tiene palla e distribuisce.

Julio Sergio e i rigori di Levante: “Che carica!”

 Dal Corriere dello Sport, le dichiarazioni di Julio Sergio, dopo i rigori parati contro il Levante:

Julio Sergio, ricordi i suoi rigori parati nella Roma.
« Fino a giovedì sera solo quello nel derby. Resta un bel ricordo. Però non capita spesso di pararne tre insieme».
Ha deciso la sfida ai rigori contro il Levante. E per poco non parava anche il quarto…
«Sì, ho toccato il pallone, ma il giocatore spagnolo ha interrotto la rincorsa e sono rimasto ingannato».
Fa allenamenti specifici per parare i rigori?
«No, raramente. Il segreto è un altro. Studio gli avversari, anche nel corso della partita, cerco di capire il modo di calciare. Questo mi aiuta poi quando si presentano al dischet o. E poi deve scattare una molla, una questione di istinto, di intuito. Infine è importante non dare punti di riferimento all’avversario e restare in piedi fino all’ultimo».
In Brasile le capitava spesso di parare i rigori? Può considerarsi uno specialista?
«Capitava, ma mai con percentuali elevate di successo. Molto dipende dalla concentrazione. E comunque parare tre rigori trasmette una grossa carica e sicurezza nei propri mezzi».

Julio Sergio: “Roma ora si fida. Dell’uomo e del portiere”

 Da La Gazzetta dello Sport:

Alla ricerca del tempo perduto (Proust). I passi perduti (Carpentier). Chi si ferma è perduto (film con Totò). Letteratura e cinema hanno celebrato il tempo che scorre: la storia di Julio Sergio Bertagnoli, il portiere della Roma che ha prolungato il contratto fino al 2014, è un romanzo da grande schermo. Tre anni al buio, uno da protagonista.
Che cosa rappresenta questo contratto?
«È il riconoscimento al mio lavoro. Sono a Roma da quattro anni e per tre non ho giocato. Prima c’è stata la fiducia nell’uomo, ora c’è anche la fiducia nei confronti del portiere».
Ha mai pensato che la definizione di miglior terzo portiere del mondo coniata da Spalletti fosse una presa in giro?
«Non ho mai capito che cosa volesse dire. In quel momento ero il terzo e mi dicevo “mah, meglio il miglior terzo portiere del mondo che niente”».
Trascurato per tre anni, poi a sorpresa titolare in Roma-Juventus, l’ultima gara di Spalletti: che successe quel giorno?

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