Ranieri, sergente di ferro

 Da Il Romanista:

Singolare programma d’allenamento, quello stabilito da Ranieri per la giornata di ieri. Metà della rosa ha lavorato al mattino, seguendo il tradizionale programma tecnico-tattico, il resto del gruppo è invece sceso in campo nel pomeriggio per un test in famiglia con la Primavera. Il mister giallorosso, ancora una volta, ha diretto la seduta con il piglio del sergente di ferro che lo contraddistingue da tempo.
In particolare quando, nella parte riservata alla tecnica individuale, è arrivato il momento dei tiri in porta. «Tirate senza cattiveria, calciate tanto per calciare», il rimprovero all’indirizzo dei calciatori. Ironia della sorte, proprio in quei frangenti John Arne Riise – lui che è solo sinistro – tenta un destraccio dalla distanza che termina altissimo.

La Roma cerca i cross per Toni

 Da Il Corriere della Sera:

Qualcosa cambierà. La Roma prepara la trasferta di Livorno, dopo i due pareggi consecutivi contro Napoli e Milan, e Claudio Ranieri si ritrova con tutta la «rosa» a disposizione, eccetto Francesco Totti. Il rientro tatticamente più importante, dal primo minuto, è quello di Luca Toni.
Già i 37 minuti giocati contro il Milan hanno mostrato il peso specifico del centravanti nel gioco della Roma: ha conquistato tre punizioni; ha permesso alla squadra di «salire» anche con i lanci lunghi dalla difesa; ha dato una diversa fisicità all’attacco. Toni aiuta la Roma, ma anche la Roma deve aiutare Toni. Come? Sfruttando le sue caratteristiche e, cioè, cercando più volte di arrivare sul fondo e di crossare.

Olè olè olè olè, Riise Riise

 Da La Gazzetta dello Sport:

C’era una volta in Norvegia. Un giorno, forse, quando si parlerà dei grandi difensori della Roma si guarderà lassù, il paese dei fiordi, dove il 24 settembre 1980— anche lo scrittore Antonio Tabucchi, il politico Claudio Martelli, l’ex calciatore Marco Tardelli e il laziale Cristian Ledesma sono venuti al mondo il 24 settembre — è nato e cresciuto John Arne Riise. Una stagione e mezza con la maglia giallorossa e già mezzo piede nella storia del club. Ha segnato 9 gol, finora, entrando nella top four dei difensori bomber. Nela, a quota 19, comanda la classifica. Poi Candela con 15 e Aldair con 14. Poi, lui. Riise. «Non mollo mai» Thunderbolt, «folgore», come è soprannominato, si presentò così il giorno dello sbarco a Roma, il 19 giugno 2008: «Sono uno che non molla mai. Mi piace il gioco maschio, corro molto e faccio tutto per la squadra». Quattro frasi per farsi volere subito bene ed entrare nel solco tracciato dal terzino sinistro— allora si diceva così — forse più amato della storia romanista: Sebino Nela. Un altro come lui, soprannominato « Hulk » , uno che non mollava mai e giocava bene spesso, costretto a fermarsi solo quando in un Roma-Sampdoria si ruppe un ginocchio. Quell’infortunio costrinse Nela a restare fuori un anno. Antonello Venditti gli dedicò la canzone Correndo correndo. Riise è su quella strada. È un combattente. È potente.

Le pagelle di Roma-Panathinaikos: Riise il migliore, De Rossi l’ultimo ad arrendersi

 Ecco le pagelle di Roma-Panathinaikos:
Doni 5,5:
difficile scrollarsi di dosso la nominata di “insicuro” che gli deriva dalla prova dell’andata, ma il brasiliano è il meno colpevole dei 6 minuti di pura follia vissuti dalla squadra giallorossa alla fine della prima parte di gara. Fino alla resa incondizionata del concitato finale di frazione, infatti, Doni ha corso due soli pericoli, con Cissè che non aggancia a un metro dalla porta e Simao che la mette di precisione andando a lambire il montante. Fa solo benino le cose semplici ma non è sera da straordinari.
Cassetti 5: la carica psicologica giunta con la rete nel derby è un toccasana in termini di serenità. Lo vedi sicuro, capace di concentrarsi su quanto richiesto da Ranieri. Ordine e disciplina, contenimento e proposizione. Fino alla sciagura di quei minuti di follia nel corso dei quali va in apnea soprattutto lui. Drammaticamente. Cala a vista nel secondo tempo, non riesce a riprendersi.
Mexes 5-: nulla da dire fino al 40′, solita sicurezza che garantisce a Doni una fortezza invalicabile davanti alla porta. Poi, niente da fare sulla prodezza di Ninis dalla distanza e parecchie responsabilità su un fuorigioco sbagliato che porta al tris greco. Insicuro.
Juan 5: nel novero dei greci, vanno annotati tre gol fatti e due pali colpiti. Splendido Juan per 40′, poi non riesce a reggere la fragilità di un reparto nel quale – ed è tutto dire – per lunghi tratti Doni è sembrato quello più recettivo. Di tutta la difesa è solo il meno peggio.

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