Grazie Roma

 Da Il Romanista:

Grazie Roma. Grazie per una stagione che, comunque vada, sarà indimenticabile. Negli occhi e nei cuori dei cinquantamila dell’Olimpico c’è solo questo. La gioia e l’orgoglio di essere romanisti e di aver vissuto, noi sì, una stagione da protagonisti. La prima in casa aveva visto la Juve fare a pezzi quello che rimaneva della squadra di Spalletti. L’ultima, vede la Roma giocare una delle partite più brutte, ma unirsi, alla fine, in un meraviglioso abbraccio con i suoi tifosi.

Roma-Cagliari: Riise, immenso e sempre presente all’Olimpico

 I numeri stagionali di John Arne Riise parlano da soli. Roma-Cagliari è la diciannovesima – su diciannove – gare giocate all’Olimpico dal norvegese che mette in archivio lo stadio di casa come meglio non si sarebbe potuto. Immenso, il vichingo, e sempre presente. Da Il Romanista:

Percorso netto. Con la partita di oggi, John Arne Riise fa diciannove su diciannove. Thunderbolt contro il Cagliari completerà l’opera di una stagione da indistruttibile. Il norvegese di ferro, come lo ha chiamato Claudio Ranieri, avrà giocato tutte le partite casalinghe in campionato. Tutte. Sempre presente per necessità (visti i problemi fisici che hanno impedito a Tonetto di dare il suo contributo e la conseguente assenza di un sostituto) e per meriti. Perché John ha dimostrato di essere ancora quello che ha vinto tutto con il Liverpool diventando uno degli idoli dei tifosi. Perché è uno che può anche sbagliare (come ha ammesso dopo la partita con la Samp), ma dà sempre il massimo per la squadra. Con correttezza. Sono solo 3 le ammonizioni rimediate, e anche questo gli ha permesso di non essere sempre a disposizione della causa giallorossa. Ma i suoi numeri da record non si fermano alla serie A: in totale, da luglio ad oggi, ha giocato 51 delle 53 partite disputate dalla Roma. Due sole le assenze, una in Coppa Italia contro la Triestina e l’altra in campionato a Udine. Era il 28 ottobre e in quel giorno la Roma toccò il punto più basso della classifica. Ora invece è lì davanti a tutte tranne che a una, ma con la possibilità ancora di riacciuffare il sogno. Come?

Riise: “Scudetto? Ci crediamo ancora”

 Da Il Romanista:

«Abbiamo un obiettivo: lavorare duro nelle prossime settimane per regalare ai nostri meravigliosi tifosi uno o due titoli». Ovvero la Coppa Italia e il campionato. John Arne Riise non molla la presa, altro che contraccolpo della sconfitta con la Samp, il norvegese carica a testa bassa, ha voglia di spaccare il mondo, di cancellare le sue due incertezze in occasione dei due gol di Pazzini. Lo deve a se stesso e soprattutto ai tifosi. Che lo hanno stregato. Thunderbolt è un fiume in piena e ai suoi amici norvegesi racconta come ha reagito alla batosta di domenica sera: «Certamente il giorno dopo non è stato bello. Soprattutto per me che sono stato coinvolto in negativo in entrambe le loro reti. Ho rivisto le azioni e posso certamente dire che avrei potuto fare le cose in maniera differente.

Ranieri rivoluziona la Roma

 Da Leggo:

Ranieri cambia la Roma. A due giorni dalla sconfitta in casa con la Sampdoria e a 270 minuti dalla fine del campionato, il tecnico è intenzionato a far tirare il fiato a quei giocatori ormai spremuti dopo una stagione esaltante, ma altamente dispendiosa. A cominciare da Riise. Il norvegese è stato uno dei migliori fin qui, ma non si è praticamente mai fermato e domenica sera ha dimostrato di aver perso lo smalto dei giorni migliori.

Roma-Sampdoria, Riise: “Colpa mia, noi non molliamo”

 Da Il Romanista:

«Sappiamo quello che ci aspetta. Adesso vediamo quello che farà l’Inter». Deluso, ferito, ma non rassegnato, John Arne Riise non ha alcuna intenzione di gettare la spugna. Non è nel suo carattere arrendersi. Non lo ha mai fatto nella sua carriera e neppure nelle 34 partite giocate in campionato in questa stagione. Lotterà fino alla fine perché adesso la cosa peggiore, qualora i nerazzurri dovessero perdere qualche punto per strada, sarebbe non farsi trovare pronti all’appuntamento. E l’unico modo per non avere rimpianti è quello di dare sempre il massimo. John lo ha fatto anche domenica sera, anche se ha sulla coscienza almeno uno dei due gol di Pazzini.

Il pianto di Mexes è l’immagine della sconfitta

 Da Il Corriere dello Sport:

Philippe Mexes piange in panchina. Lui ha avuto un ruolo marginale nella rincorsa che in una notte si è tra­sformata nell’Everest, ma sente la Roma come pochi altri. E’ l’immagine del dolo­re, della rabbia, di una fru­strazione che non si deve raccontare. Bastano due occhi azzurri tristi. Non sembra vero, non sembra­va possibile, è reale. Con­trosorpasso e forse è fini­ta. Non succede ma se suc­cede? A questo punto la sensazione è che non si ponga il problema. La sensazione è che non succederà.

Roma-Sampdoria: ai giallorossi mancano tre rigori

 Da Il Romanista:

CE L’HANNO RUBATA. La presidente Rosella Sensi e l’allenatore Claudio Ranieri hanno usato un linguaggio più misurato, come si conviene al loro ruolo istituzionale. La presidente ha parlato di «arbitraggio inadeguato», ma nel suo giovane volto tirato si leggeva una rabbia trattenuta a stento, e quella stessa determinazione a continuare a combattere che era scritta nell’espressione di Ranieri che ha invocato (temiamo invano) un intervento di Collina.

Roma-Sampdoria, Riise: “C’è una grande atmosfera”

 Da Il Romanista:

«Non vediamo l’ora che arrivi il match contro la Sampdoria. Giocheremo in un Olimpico strapieno».
Slanciata, sinuosa, potente, la sua drakkar – l’imbarcazione con cui i Vichingi solcavano i mari – è in rada pronta per lasciarsi alle spalle gli ormeggi. Riise sta per prendere il largo un’altra volta. La trentaquattresima in campionato. John scalpita, si scalda, freme, lucida gli scarpini, respira in mare il profumo della battaglia. Vuole la Samp. Lo dice chiaramente ai suoi amici in Norvegia:
«Non vediamo l’ora. Quaggiù a Roma c’è già aria di primavera, anche se oggi piove».
John scrive dopo l’ultimo allenamento, tutto intorno Trigoria è un acquitrino.
«Oggi (ieri, ndr) abbiamo lavorato veramente bene. C’è una grande atmosfera nella squadra».
La sbornia del derby è stata smaltita, anche se a fatica. I postumi sono un entusiasmo, una carica agonistica, un furore che John trasmette in campo. Al pubblico. Al suo pubblico. È un guerriero, è il Vichingo. John è uno che corre e lotta, afferra e strappa. È l’archetipo del calciatore perfetto. Cuore, forza, classe. E grinta. Anzi, oggi il rischio è che di grinta ce ne metta troppa. Riise è diffidato. Un’altra ammonizione e addio Parma, che sarà importante quanto la Samp. Ranieri ieri è stato chiaro:
«È l’ultimo ostacolo? Perché, le altre ce la regalano? Sono tutte gare difficili. Tutte. Fino all’ultimo secondo della gara contro il Chievo».

Vucinic, l’uomo dei sogni

 Da Il Tempo:

Il piccolo Vucinic cresce nel pancino di mamma Stefania, papà Mirko è un altro da quando ha saputo che presto a casa saranno in tre. Decisivo, combattente, leader, goleador. Mai visto un Vucinic così. Capocannoniere giallorosso in campionato con 13 gol, 19 comprese le coppe, 13 dei quali nel 2010. È lui a prendersi la copertina di un derby che per i romanisti sarà una goduria eterna. «Segnare una doppietta e vincere contro la Lazio è la cosa più bella del calcio», dice il montenegrino mentre inizia il delirio romanista. Rigore e punizione, le specialità di Totti.

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