Adriano alla Roma spinge Toni al Napoli

 Da Calciomercato.it

Adriano – Il centravanti è in scadenza di contratto alla fine di questo mese con il Flamengo, squadra alla quale è approdato nell’aprile del 2009 dopo la ‘fuga’ dall’Inter. La Roma avrebbe ormai deciso di puntare su di lui per rinforzare l’attacco in vista della prossima stagione. Unico ostacolo sembra essere l’alto ingaggio che Adriano richiede, oltre alla sua movimentata vita privata: 4.5 milioni di euro all’anno, quanto attualmente percepisce, grazie agli sponsor, in Brasile. La dirigenza capitolina dovrà incontrare a breve il suo agente, Gilmar Rinaldi, per definire l’ingaggio di un altro suo assistito, Fabio Simplicio, e in quell’occasione verrà formulata l’offerta: 3 milioni di euro all’anno.

Doni: spunta il Chelsea, tramonta la pista turca

 La Gazzetta dello Sport fotografa così il mercato della Roma

I nomi che possono portare soldi importanti sono due: Baptista e Mexes. Il brasiliano, nonostante la stagione grigia, ha ancora un mercato di alto livello: Spagna e Inghilterra. In Italia, era stato abbozzato un discorso con il Genoa, ma dalle nostre parti lui considera solo Inter, Milan e Juventus. Asorpresa, potrebbe tornare in ballo nell’operazione-Burdisso: dipenderà dal prossimo allenatore dell’Inter. La questione-Baptista è destinata ad avere tempi lunghi. La Roma vuole aspettare il Mondiale: se la Bestia gioca e segna, il prezzo del cartellino sale. Il valore attuale è di sette-otto milioni: il Sud Africa può portarlo a quota dieci. Mexes ha mercato e una clausola da sedici milioni, valida solo in una finestra temporale molto breve (due settimane entro la fine della stagione).

Juan: “Scudetto? Ci siamo svegliati tardi”

 Dal Romanista:

L’avevamo lasciato a Verona con gli occhi tristi di chi aveva accarezzato un sogno ed era stato svegliato di soprassalto. Ora, invece, messa da parte l’amarezza tricolore, Juan si gode gli ultimi giorni di vacanza a Rio de Janeiro prima di partire per il ritiro della Seleçao in vista dei Mondiali sudafricani. Intervistato da Globesport.com, il centrale giallorosso è tornato a parlare del campionato appena trascorso, della splendida rincorsa della Roma e di quanto sia stato sorprendente il cammino che ha portato la squadra a sfiorare il titolo italiano: «Nessuno sperava di arrivare a lottare per lo scudetto fino all’ultima giornata e che facessimo un campionato come questo»

Roma: Burdisso vuole restare nella Capitale

 Da La Gazzetta dello Sport:

Non c’è da sorprendersi se un giorno Nicolas Burdisso sarà eletto sindaco di Altos de Chipion, paese argentino nel dipartimento di San Justo, nella provincia di Cordoba: è il personaggio più celebre della storia di questa località, fondata nel 1815 e piena di figli di immigrati piemontesi. Il giocatore romanista è nato laggiù e l’aria di Altos de Chipion — l’origine del nome è di un cacicco che governò secoli fa in quella zona — deve essere particolarmente salubre per i difensori. Il fratello minore di Nicolas, Guillermo Enio, classe 1988, è uno dei migliori centrali del Rosario Central. È nel mirino di Roma e Lazio. Potrebbe scapparci un derby anche su questo fronte. Il mercato. Burdisso ha vissuto una grande stagione a Roma, forse la migliore in assoluto da quando gioca in Italia.

Parma-Roma: Tardini, esodo d’amore

Da Il Messaggero:

Partigiani d’Italia. Non è un grido politico, ma solo il nome del viale e del piazzale dello stadio “Ennio Tardini” in Parma. Stavolta l’appuntamento dei tifosi è certo, non servono grosse autorizzazioni, possibilmente basta un biglietto: domani, ore 16 all’incirca (il calcio d’inizio di Parma-Roma è previsto per le 18), quel viale sarà pieno di tifosi romanisti. Saranno ufficialmente seimila, visti i biglietti che sono stati venduti nella capitale. Venduti è poi un termine soft, diciamo pure polverizzati. Polverizzati i primi 3500, polverizzati ieri i secondi 2500, tra biglietti da cento euro e quelli da quaranta. Non si fa distinzioni. L’amore è amore. Roma-Parma si gioca di primo maggio, una data da riposo, da scampagnata, da grande abbuffata. Fave, pecorino, un buon vinello, lenzuolino sul prato e via.

Parma-Roma: Galloppa, l’ex che tifa Inter

 Da La Gazzetta dello Sport:

«Avevo 6 anni, lo ricordo come fosse ieri: eravamo cinque amici, ci prendemmo cinque squadra diverse: io ero il più piccolo, scelsi per ultimo e presi l’Inter. Che peraltro in quel periodo non vinceva mai. Con gli anni ho contagiato tutta la famiglia: fratello, cugino, figli miei e loro». Giocherà per due squadre sabato Daniele Galloppa, contagiato per linea diretta: domenica Storari ha allungato la serie dei romanisti maledetti dai romanisti (CosmiMazzoneDaniele ContiDi Livio con la Juve, Di Chiara in Roma-Lecce…), il biondino del Parma, comunque vada, non ne farà parte.

Da Herrera a Cuper: le speranze della Roma

 Da Il Romanista:

A furia di ripetere “non succede, ma se succede…”, eccoci qua, col risultato – almeno per il momento – che probabilmente non succede per davvero. O magari, invece sì. «L’esperienza – sosteneva Ranieri in sala stampa – mi insegna che nel calcio nulla è impossibile». La storia è lì a testimoniarlo. Era la stagione ‘66/67, quando l’Inter di Helenio Herrera e dell’allora presidente Angelo Moratti perse, in meno di due settimane (dal 25 maggio al 6 giugno), Coppa dei Campioni, Campionato e Coppa Italia.

Coppa Italia: Ranieri vuole la stella d’argento

 Da Il Tempo:

A caccia della quinta finale di coppa Italia negli ultimi sei anni: e sempre contro l’Inter. L’obiettivo di Ranieri è chiaro, la stella d’argento per il decimo trofeo nella storia della Roma. Archiviata la pratica derby con tutti gli strascichi di polemiche a seguito, il tecnico giallorosso si rituffa nell’attualità. Accantona per un momento le priorità imposte dal campionato e da una classifica che vede di nuovo la Roma in vetta e mette la testa su una coppa Italia che resta uno degli obiettivi stagionali: soprattutto per quella finale, così appetibile, all’Olimpico il prossimo 5 maggio sempre contro l’Inter. «Una partita che si gioca nella nostra città – dice il tecnico – mi sentirei male a non esserci». La Roma, questo pomeriggio al Friuli, riparte dal 2-0 dell’andata.

Ranieri, la garanzia

 Da Il Messaggero:

Viaggiando con dieci punti di ritardo dalla capolista Inter, Claudio Ranieri un anno fa era considerato un allenatore fallito. La sua Juventus stentava, per mille motivi non riusciva a salire più in alto del secondo posto ma la dirigenza, la stampa e i tifosi bianconeri avevano individuato in lui, soltanto in lui il capro espiatorio della grigia situazione. E così il suo esonero, invocato come la medicina giusta per tutti i mali juventini, era più che una semplice ipotesi. La sera del 18 aprile dello scorso anno, la Juventus ospitò all’Olimpico di Torino l’Inter di Josè Mourinho in una partita che avrebbe potuto regalare punti importanti in classifica a Del Piero e compagni e ossigeno puro all’allenatore in difficoltà.

Rimonte magiche: Mourinho come Herrera?

 Da Il Romanista:

Ora che la Roma è prima per lei comincia un altro campionato. Così deve ragionare l’inseguitore che si trasforma in lepre, altrimenti la soddisfazione di aver raggiunto chi lo precedeva finisce con l’insinuare nella sua mente il subdolo tarlo dell’appagamento. Ne sa qualcosa la Roma di Eriksson che nel 1985-86 riprese ben 8 punti alla Juventus capolista agguantandola alla terz’ultima giornata.

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