Roma, Rizzitelli: “E’ ansia da risultato”

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 Da Il Romanista:

La sua disponibilità è lo specchio di un carattere tenace e di grande umanità. Ruggiero Rizzitelli è sempre lo stesso  di quando, in campo, segnava e lottava per la Roma. Il suo è l´orgoglio di un uomo che ha avuto la fortuna di  indossare una maglia meravigliosamente unica e che ora, invece, segue da tifoso appassionato ed esigente. E  proprio così, da osservatore privilegiato e, forse, un po´ preoccupato non riesce quasi a capacitarsi del momento orribile che sta vivendo la Magica. Potrebbero esserci decine di spiegazioni, tutte più o meno logiche, ma la sua  amarezza si percepisce dalla voce, dai pensieri di un innamorato che farebbe qualsiasi cosa pur di far tornare il sorriso sulle labbra della morosa.
Ruggiero, ci conforti. Il momento della Roma è passeggero?


Purtroppo la situazione è molto precaria. Quando sono usciti i calendari, vedendo le prime partite, pensavamo potessero essere di facile approccio. Invece, qualcosa si è bloccato. La società ha condotto una campagna  acquisti all´altezza, ha arricchito una rosa già competitva e si è sistemata in tutti i reparti. L´avvio a rilento è  accaduto a tutte le grandi squadre ma sono certo che la Roma si riprenderà presto. I valori sono eccellenti.
Ma  non sarà che cambiare troppo spesso il modulo genera soltanto confusione?
Si cambia il modulo proprio per sopperire ai problemi che si verificano. Ranieri ha dovuto fare di necessità virtù,  gli infortuni non l´hanno aiutato e le condizioni precarie di Pizarro e De Rossi, ad inzio stagione, sono stati dei  macigni duri da superare. L´impressione che emerge però è che la Roma corra poco. Capisco possa accadere ad  un allenatore giovane che si ritrova in una grande piazza ad allenare dei campioni ma Ranieri è un tecnico di  esperienza, sono tantissimi anni che gravita nell´ambiente calcio. Comunque, dubito fortemente ci possa essere una  omponente attribuibile alla preparazione atletica. Mi sembra più probabile che, non partendo col piede giusto,  subentri l´ansia del risultato e la paura di commettere ulteriori passi falsi.
Di questi tempi è stata data la croce addosso pure a Francesco Totti. Non le sembra un paradosso?
Basta tornare indietro col tempo, prendere in mano gli articoli degli anni passati per vedere che tutte le volte che  Francesco non è stato bene la squadra ha zoppicato. Lui, anche al 50% delle sue potenzialità è il più forte e poi,  se vogliamo essere sinceri, vedendo le ultime gare, non mi è sembrato il peggiore di tutti. Per niente proprio. E´  giusto ricordare che Totti gioca insieme ad altre dieci persone e, se per una semplice giornata sfortunata non gira,  dovrebbero pensarci i compagni. E´ un grandissimo e da lui può arrivare una grande giocata anche da fermo.
Non  è che i problemi societari stanno diventando un alibi per la rosa?
Credo proprio di no. Certo, se la situazione dovesse allungarsi all´infinito, diventerebbe snervante per tutti. Ma  questo è l´unico anno in cui i giocatori non si possono lamentare. La dirigenza non venduto nessuno e ha preso  calciatori del calibro di Borriello, Adriano, Simplicio e Castellini. Ripeto, il problema è soltanto di testa. Brescia è  l´esempio più lampante: stai perdendo, ti buttano fuori un compagno, accorci le distanze e rischi pure di  pareggiare. Bisogna migliorare la concentrazione e tirare fuori la cattiveria agonistica, gli attributi. Ai miei tempi  quando giocavo ero avvelenato.
La pazienza dei tifosi sembra essere infinita. Non farà male tutto questo credito?
Il gruppo è composto di ragazzi che vivono e conoscono la realtà romana da diversi anni. Sanno benissimo che i  tifosi romanisti seguono con passione e amore la squadra, incitano e stanno vicini nei momenti del bisogno. Sanno  tutto, anche che c´è un limite. Noi, pur non vincendo quasi nulla, venivamo amati e rispettati perché, in campo,  davamo sempre il fritto. Uscivamo con le magliette zuppe di sudore.


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