Roma, Ranieri alla caccia del modulo ideale

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 Le prime apparizioni della Roma non hanno entusiasmato: tra i motivi delle scarse prostazioni offerte, Il Corriere dello Sport individua l’eccessivo eclettismo tattico cui Claudio Ranieri ha sottoposto la sua Roma. L’invito è chiaro: mister, scegli un modulo e insisti con quello. Testuale:

Sarà il caso di scegliere. Un modulo di base. E giocare con quello, cambiandolo soltanto di fronte a situazioni di forza maggiore. Perché quello che ha lasciato più perplessi nelle prime due partite ufficiali della stagione, la sfida di Supercoppa e l’esordio in campionato all’Olimpico contro il Cesena, è stato proprio il tourbillon che Clau­dio Ranieri ha proposto in questi centottanta minuti. Tourbillon iniziale, ma anche, anzi soprattutto, durante i novanta minuti della gara.

Sia contro l’Inter che sabato scorso con il Cesena, abbiamo visto sempre la Roma rimodellata in campo, cosa che ci può anche stare, ma che, pure, testimonia la mancanza di una scelta definitiva. Le grandi squadre, quelle che scendono in campo per vincere, hanno un modulo base con il quale giocano sempre, tendendo a cambiare sempre pochissimo, perché giocano per imporre il proprio gioco.
QUATTRO-UNO-QUATTRO-UNO. E’ il modulo che abbiamo visto a San Siro contro l’Inter fino a quando Pizarro ha avuto il fiato per stare in campo. Una volta uscito il cileno, Ranieri ha cambiato, consapevole di non poter avere un altro giocato­re in grado di garantire geometrie, ritmi e qualità come Pizarro. Con i giallorossi con una migliore condizione fisica di quella evidenziata nei primi due appuntamenti stagionali, può essere il modulo giusto perché può consentire, pur continuando a giocare nella stessa ma­niera, molte variazioni di gioco e filosofia. I quattro dietro all’unica punta, possono costituire la varian­te decisiva in base alle qualità del­l’avversario e, anche, del risultato che sta maturando. Il limite è costituito da chi, quando dovesse servire, sostituirebbe Pizarro. Servirebbe il miglior De Rossi che al mo­mento non c’è.
QUATTRO-DUE-TRE-UNO. Da un punto di vista dell’abitudine, è il modulo più garantito perché gran parte dei giocatori della rosa a disposizione di Claudio Ranieri, lo hanno metabolizzato da anni, potendolo giocare praticamente a memoria. Con Menez e Vucinic esterni nella linea dei tre trequartisti, il rischio è di presentare una squadra troppo offensiva e, quindi, in sofferenza in mezzo al campo. C’è poi la questione Perrotta e Taddei da risolvere. Se i due tornano a giocare ai livelli a cui hanno abituato, allora si può, altrimenti può rivelarsi un azzardo.
QUATTRO-QUATTRO-DUE. E’ il modulo da sempre preferito dal tecnico roma­nista. Nel secondo tempo della gara contro il Cesena, quando ha tolto Menez per inserire Taddei, ha ridi­segnato la sua squadra proprio con il quattro-quattro-due per non continuare a essere in sofferenza sulle corsie laterali. Ma il problema, in questo caso, è soprattutto uno: quanti sono gli esterni di centrocampo a disposizione di Ranieri? Uno, Taddei. Qualsiasi altra solu­zione, vorrebbe dire adattare qual­cuno in quel ruolo, pensiamo a Menez o Vucinic, Rosi o Perrotta. Guberti e Cerci sono stati venduti e al loro posto non è arrivato nessuno.


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