Roma, batosta record. Ranieri: “Ribadisco, non siamo ancora da scudetto”

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 Per andare a cercare un altro 5-1 subito dai giallorossi, occorre arrivare nel lontano 1949, quando ad imporsi con lo stesso punteggio messo in cantiere dal Cagliari fu la Lucchese. A cogliere la palla al balzo dopo la disfatta contro gli isolani è Claudio Ranieri che interviene per confermare quanto detto alla vigilia: “Non siamo ancora da scudetto, manca qualcosa e non siamo neppure quelli dell’anno scorso“. Da Il Messaggero:

Un punto in più di un anno fa, dopo le prime due gare di campionato. Ma il paragone è tristissimo. Anche se Claudio Ranieri cerca di dare un senso a questa cinquina umiliante: «Meglio perdere così che uno a zero. Almeno mi ascolteranno, d’ora in poi. Se un è un mese he dico certe cose, un motivo ci sarà. Anche perchè manca la convinzione che avevamo l’anno scorso».
Toccherà, però, proprio a lui aiutare i giocatori a ritrovarla. «Non è che posso andare al mercato a trovare la coesione e la concentrazione che c’erano l’anno scorso. Penso che ci vuole un po’ di tempo per tornare essere quelli di prima». «Non sono preoccupato» chiarisce. Ma l’allenatore si mostra teso. E comunque cade spesso in contraddizione. «Ho tolto Totti, pensando alla Champions: non lo volevo avere spompato». E’ una delle dichiarazioni di Ranieri che convincono meno.

Venerdì aveva detto che alla gara di mercoledì contro il Bayern proprio non guardava. C’è anche l’aspetto tattico: «E con Borriello in campo potevo giocare con la palla lunga, mentre con Francesco i centrocampisti dovevano accompagnarlo e non lanciare: con un uomo in meno era un lavoro più complicato». Sino all’espulsione, niente da dire o quasi: «Menez stava lavorando bene su Conti e la squadra rispondeva. Non è colpa di Jeremy se Daniele era solo in area. Una disattenzione».
Non l’unica: «Abbiamo incassato 4 reti su palle inattive». Giustifica, sino un certo punto, Burdisso senior: «Non era un fallo cattivo». Ma resta la sconfitta-record: l’ultimo 5-1 nel 1949 con la Lucchese. «La Roma non lotta per il titolo, ma per un posto in Europa League o per la zona Champions». L’affermazione di Ranieri, alla vigilia, è stata presa malissimo dalla società giallorossa. Il tecnico l’ha ribadita negli spogliatoi del Sant’Elia: «Se dico che non è da scudetto, vuol dire che mi sono accorto che c’è ancora qualcosa da fare». Va bene evitare i proclami e magari partire alle spalle di Inter e Milan a fari spenti, ma era importante non ridimensionare il ruolo di una squadra che ha 24 giocatori e che ha un monte ingaggi di 84 milioni di euro. In più l’allenatore era presente al discorso fatto dai dirigenti, Rosella Sensi in testa, prima dell’inizio della stagione. Al gruppo è stato chiesto esplicitamente il quarto scudetto. Il messaggio del tecnico, invece, è stato così debole che potrebbe diventare un boomerang. Perché il club vuole i giocatori più responsabilizzati. La prima mossa ufficiale, dopo le dichiarazioni di Ranieri, è arrivata ieri: se Mexes è un caso per l’allenatore, non lo è per il dirigente della Roma, Montali: «Non c’è nessun tipo di problema con Mexes». La Roma è tornata nella notte. La questura ha mandato due macchine della polizia per scortare il pullman giallorosso nel tragitto da Fiumicino a Trigoria.


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