Roma: Pizarro, il talismano giallorosso

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 Da Il Corriere dello Sport:

La Roma può stare tranquilla. È vero, Totti non ci sarà contro il Palermo, ma c’è Pizarro. Intendiamoci, lungi da noi l’intenzione di mettere minimamente in dubbio l’importanza del capitano giallorosso nelle fortune della squadra di Ranieri, il cileno, però, anche se potrà sembrare strano, è ancora più garanzia di vittoria. Non è una nostra convinzione maturata per chissà quale ragione, sono semplicemente i fatti a dirlo.
Con Pizarro in campo, la Roma sa soltanto vincere. Si dirà: facile a dirsi vista la striscia di risultati consecutivi tuttora aperta, diciannove gare senza sconfitte, sedici vittorie e tre pareggi. Vero, ma il dato che dovrebbe togliere anche l’ultimo dubbio a chi, pure recentemente, ha messo in dubbio le qualità e l’importanza del giocatore cileno nella Roma, è un altro. I tre pareggi di questa lunga serie hanno vista la presenza in campo di Pizarro solo a San Siro contro l’Inter (otto novembre), poi negli altri due, il cileno a Genova non c’era perché squalificato e contro il Cagliari fu sostituito da Ranieri (e siamo certi che se tornasse indietro il tecnico non lo cambierebbe più) a circa dieci minuti dal fischio finale con la Roma serenamente in vantaggio di due gol. Poi a Cagliari, dove oltretutto il giocatore rientrando dagli spogliatoi dopo l’intervallo fu intontito anzichenò dallo scoppio di un petardo, è successo quello che è successo nei minuti di recupero con Pizarro nel ruolo ormai di spettatore.
Insomma, con lui in campo c’è quasi la garanzia del successo. E, in ogni caso, ci sembrava un giusto motivo per sottolineare l’importanza che questo giocatore ha nella Roma e nei successi della squadra. Bisogna dar merito a Ranieri di averlo riproposto nel ruolo in cui si impose a Udine, quando Luciano Spalletti, allora il tecnico dei friulani, lo trasformò da trequartista, ruolo con il quale era arrivato in Italia giovanissimo, in centrale davanti alla difesa, cioè nel centrocampista attraverso il quale doveva passare tutto il gioco dell’Udinese.
Un’intuizione che si è rivelata più che felice. Che poi, a Roma, sempre con Spalletti che lo volle a Trigoria a tutti i costi, in questo ruolo ha dovuto fare i conto con la presenza di Daniele De Rossi, cioè un altro giocatore che se lo metti davanti alla linea difensiva non è che ti deluda troppo. Lo splendido quattro-due-tre-uno spallettiano, nacque anche in considerazione di questa opportunità, quella di mettere due mediani davanti ai difensori in grado, entrambi, di garantire geometrie, saggezza tattica, piedi buoni. È però vero che quando hai due mediani, è sempre più uno quello più al centro del gioco e il biondo di Ostia ha occupato questo ruolo negli ultimi anni che, con Spalleti, nel momento in cui si cercò di cambiare modulo, per esempio il rombo a centrocampo, si è adattato anche a fare l’intermedio, posizione in cui inevitabilmente meno decisivo.
Una delle intuizioni più felici di Ranieri, è stata proprio quella di riproporre Pizarro nel ruolo che aveva all’Udinese.


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