La Roma al bivio contro l’Inter

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 Il Mattino:

 È solo la quinta giornata, ma l’anticipo tra Roma e Inter è già da considerarsi decisivo. Per il futuro della Roma, perché i giallorossi sono obbligati a vincere se non vogliono già tirarsi fuori dalla corsa per lo scudetto. Ma anche per il futuro stesso del campionato, che rischia di cadere subito nelle mani dell’Inter. Una partita importante soprattutto perché arriva dopo le roventi polemiche sull’arbitraggio di Russo durante Brescia-Roma. Non deve essere stato facile per Braschi decidere sulla designazione di Morganti per la sfida di stasera dopo il durissimo intervento del presidente Rosella Sensi sulle responsabilità del direttore di gara nolano e sull’opportunità che Abete e Beretta «mettano ordine dove in assenza di della moviola in campo dirigono anche i ciechi». Ma evidentemente Morganti ha le caratteristiche per «addomesticare» le insidie di Roma-Inter: 44 anni, il più anziano arbitro della Can A è ritenuto uno dei migliori anche se non è un internazionale.

Prova a essere sereno Ranieri, si arrabbia soltanto quando gli parlano di Juve e di Lippi. Per il resto la sua vigilia è un atto di fede nella Roma. I giallorossi a Brescia si erano fatti una domanda e «la risposta è stata positiva – sostiene l’allenatore -. Ho visto una Roma determinata e vogliosa. Ho ritrovato la Roma che tutti i tifosi vogliono e che io voglio». A Brescia l’arbitraggio è stato decisivo ma Ranieri non vuole tornarci su. «Ho fiducia nel calcio pulito, dove ci si può sbagliare – afferma -. Hanno sbagliato, l’hanno riconosciuto, andiamo avanti». Stasera arbitra Morganti, Ranieri accoglie il nome con indifferenza. Non così per un altro nome, quello di Lippi. «Ora non è il momento. Ci sarà il tempo per parlarne», dice a chi gli domanda della querelle con il ct. Poi aggiunge: «Io non devo replicare a nessuno, ora penso solo all’Inter. Se sono amareggiato? Quando ero giovane mi amareggiavo, adesso ci convivo. Non lo accetto, lo schifo, ma ci convivo».

E poi la Juventus, altro punto che fa male, tanto da chiedere di non parlarne. Parla invece dell’Inter come «una corazzata», con la quale «non partiamo alla pari», allenata da «un altro numero uno», come era Mourinho. Solo che con Benitez la vigilia è più serena, «almeno da parte degli allenatori». E sorride Ranieri anche perché Totti giocherà di sicuro e De Rossi sembra aver recuperato. C’è perfino Riise tra i convocati e gioca Cicinho, riemerso dal lungo oblio. In mezzo alla difesa riecco Nicolas Burdisso. Anche l’ex Imperatore interista Adriano scalpita e Ranieri non esclude di dargli spazio.

Benitez sta imparando in fretta che aria tira in Italia. «È una partita importante, sarà una bella sfida, interessante per i tifosi ma vale solo tre punti, non deciderà una stagione». Trovando così una risposta positiva ai timori per un clima che si teme surriscaldato per gli errori arbitrali di Brescia. «Credo che la partita – osserva con grande diplomazia il tecnico nerazzurro – possa essere un’opportunità per gli arbitri per dimostrare il proprio livello, per dimostrare che si può far bene. Noi abbiamo fiducia nel loro operato, quello che conterà veramente sarà giocare a calcio». Benitez trova anche il modo per augurare più fortuna al collega in difficoltà. «Ranieri è un allenatore di qualità e credo lui abbia l’esperienza necessaria per capire come affrontare questa situazione. Gli auguro buona fortuna nel campionato, dopo la partita di stasera però…». Probabilmente Benitez conserverà lo schema con Sneijder e tre punte, con due mediani davanti alla difesa a quattro. Con l’infortunio di Samuel e l’indisponibilità di Zanetti, il ballottaggio è tra Cordoba e Santon, con Chivu centrale al fianco di Lucio.


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