Roma, la difesa è indifendibile

 Da Il Corriere della Sera:

Diciassette reti subite in nove gare ufficiali. Undici in sei, contando solo il campionato, anche se il dato numerico è fortemente condizionato dalla grandinata di Cagliari. La media sfiora i due gol a partita e lascia pensare a un cedimento strutturale. Di più, un autentico crollo. Mentre nell’ambiente Roma si dibatte sul modulo tattico che faciliti la coesistenza degli attaccanti, il problema più pressante è il fallimentare rendimento del pacchetto arretrato – l’ultimo della serie A – che colloca la squadra giallorossa al penultimo posto in classifica con la miseria di cinque punti all’attivo.

Il primo, parziale, bilancio sulla difesa, o per meglio dire «fase difensiva», come giustamente amano precisare gli allenatori, è a dir poco inquietante. È questa la priorità di Ranieri: proprio dalle fondamenta si dovrà ripartire per rilanciare un gruppo mortificato nelle ambizioni e nel morale. Come si spiega questa crisi? Perché Juan, Burdisso e Mexes fanno peggio dei vari Bega, Ferrario e Von Bergen? Certamente il centrocampo non garantisce adeguata copertura e la squadra non trova gli equilibri, ma è pur vero che le individualità non riescono a sopperire alle carenze del collettivo. Eppure, rispetto alla scorsa stagione, la difesa è invariata. Numericamente, anzi, le risorse sono aumentate: il quarto centrale Burdisso junior ha sostituito Andreolli; non c’era Castellini come vice Riise; al posto di Cassetti giocava (raramente) Motta, mentre ora ci sono Cicinho a tempo pieno e Rosi. L’unico ad aver giocato sempre (Cluj a parte) è Juan, comunque lontano parente del calciatore ammirato dall’inizio del 2010 al Mondiale. A corto di preparazione anche Nicolas Burdisso, che ha smarrito lo smalto dei giorni migliori e non sempre può tamponare le falle. A completare il quadro, oltre alle difficoltà degli esterni e i problemi di Mexes, c’è la nuova alternanza forzata Julio Sergio-Lobont, che non ha contribuito a dar sicurezza al reparto. E ora? S’insisterà con la difesa a tre, oppure quello di Napoli resterà un esperimento fine a se stesso? Difficile, anche se Ranieri è obbligato a provarle tutte.

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