Roma, per gli scontenti quella è la porta

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Da Il Romanista:

Oggi ci aspetta un’altra partita difficile, a Marassi con il Genoa. D’altra parte, nelle condizioni in cui si trova oggi la Roma, ogni partita diventa complicata, ogni avversario fa una paura terribile. La squadra arriva infatti a questo appuntamento dopo la pesantissima sconfitta di mercoledì con lo Shakhtar, una partita buttata al vento nel giro di un quarto d’ora, in cui abbiamo subito tre gol. Nel secondo tempo c’è stata una certa reazione, i ragazzi ci hanno messo buona volontà, ma questa, da sola, non è sufficiente a camuffare i problemi che ha oggi la Roma. Problemi che ci sono, evidenti, perché si può certamente perdere, ma non si può farlo come lo ha fatto la Roma mercoledì con gli ucraini o sabato scorso col Napoli. A me sembra che i giocatori vadano in campo senza più la giusta convinzione, distratti, come se avessero la testa da un’altra parte.

Su questo atteggiamento incidono molto, ovviamente, le voci sulla vendita della società, che sicuramente non aiutano i ragazzi a tenere alta la concentrazione. Ma i problemi non finiscono qui. Mi sembra, infatti, anche che la squadra non segua più il proprio allenatore, non segua più Ranieri. E di questo, a mio avviso, non si può certo colpevolizzare il mister. Ranieri ha dimostrato più volte di essere un grande allenatore, sia l’anno scorso che in questa stagione, per questo io spero davvero che rimanga con noi ancora a lungo. Adesso, in questa situazione travagliata in cui si trova la squadra, è troppo facile prendersela con lui, come se fosse l’origine di tutti i mali della Roma. Troppo semplice prendersela con uno solo, con il classico capro espiatorio. No, la colpa non è di Ranieri, o perlomeno non esclusivamente. In campo, infatti, ci vanno i giocatori, e non Ranieri. Quegli stessi giocatori che si dichiarano, a parole, molto dispiaciuti per la situazione attuale della squadra, ma che poi devono dimostrare coi fatti questo dispiacere, scendendo in campo con la voglia, la convinzione e la carica giuste. Con la determinazione di portare la propria squadra ai traguardi che merita. Se, invece, c’è qualcuno che non è contento di giocare nella Roma, lo dica subito. Se qualcuno non è convinto di far parte di una grande squadra, può anche andarsene. Perché la Roma è una grande squadra e una grande società, e chi veste questa gloriosa maglia deve onorarla ed esserne fiero. Come lo sono sempre stato io.


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