Roma: dimenticare la partita del 2008

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 Dalla Gazzetta dello Sport:

Frate Claudio concede un momento di letizia ai cronisti peccatori, recitando col sorriso il motto dei Trappisti vecchio ormai di nove secoli. «Ricordati che devi morire», scandisce in modo scaramantico, quando gli chiedono se la Roma dovrà temere altre crisi. Comedire: che fate, portate sfortuna? Per carità, anche perché Ranieri il saio dell’umiltà lo ha portato così spesso in carriera che nessuno può augurargli male. Chissà, proprio nei giorni in cui ha ritrovato la Roma e dribblato l’ennesima polemica con capitan Totti, forse l’allenatore giallorosso si sarà guardato indietro e avrà pensato: ma capitano tutte a me? Da Rui Costa a Totti. Di sicuro il suo collega Cartu – tecnico del Cluj, avversario di giornata – non avrà mai avuto la mole di problemi di Ranieri, che in carriera ha saputo cozzare contro stelle e stelline, avendo come guida la frase ringhiata anche in questa vigilia di Champions: «L’allenatore è in difficoltà solo quando gli mancano i calciatori. Sono i giocatori ad esserlo perché devono capire che il tecnico deve fare delle scelte e le fa solo per il bene della squadra». Facile, vero? Ma andatelo a raccontare a Rui Costa, leader della Fiorentina, che per tre stagioni visse con l’incubo delle ( polemiche) sostituzioni da parte di Ranieri. Nel 1995-96 gliene riservò addirittura 18 e, manco a dirlo, centrò il suo miglior piazzamento in viola. Ma il portoghese fu solo l’antipasto di una carriera arrampicata sui pedali. Ricordate il Chelsea, l’arrivo sparigliante di Abramovich e l’ombra di Mourinho che cominciò a stendersi sull’allenatore romano a dispetto dei risultati? Insomma, per dirla all’inglese, una sorta di dead man walking, un condannato a morte calcistica con sentenza puntualmente eseguita.


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