Daspo per sei tifosi della Fiorentina

 Ansa – Altri sei ultras della Fiorentina sono stati denunciati dalla Digos e sottoposti a Daspo per l’aggressione ai danni di un cordone della forze dell’ordine avvenuta sabato scorso prima dell’incontro Fiorentina-Roma in programma allo stadio Franchi di Firenze. I provvedimenti si aggiungono agli altri quattro arresti, nei confronti di tre tifosi viola e un romanista, già effettuati ieri dalla questura. I sei ultras, tra i 23 e i 30 anni, sono accusati, in concorso, di lesioni personali aggravate, lancio di oggetti atti ad offendere in occasione di manifestazioni sportive, violenza e resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento aggravato e travisamento.

Contratto Ranieri, Rosella Sensi lo blinda

 Da Il Tempo:

Quando la Roma va sotto vince perché rimonta sempre. Se pareggia fino ai minuti finali stai sicuro che un gol arriva. E se le cose si mettono subito bene? Vince, ovviamente. La «banda» di Ranieri non fa altro da tre mesi e mezzo. In un modo o nell’altro porta a casa il risultato, senza badare al giudizio degli esteti. Una continuità di risultati pazzesca che fa ritrovare la Roma dietro all’Inter con otto punti di distacco (ma una gara in più) e davanti a tutte le altre in campionato, con un piede e mezzo in finale di coppa Italia e in corsa per l’Europa League.
Dopo la vittoria di Firenze sono diventate diciannove le partite senza sconfitta (sedici vittorie e tre pareggi), ne basta un’altra «immacolata» sabato prossimo con il Palermo per eguagliare la striscia di venti gare con Capello nel 2003. Ranieri è riuscito anche in questo: continua a vincere ma vieta qualsiasi discorso che comprenda la parola scudetto e ha convinto una piazza solitamente abituata a volare di fantasia. «L’Inter è di un altro pianeta, noi dobbiamo arrivare tra le prime tre» ha detto a Firenze il tecnico con il consueto pragmatismo che lo contraddistingue in campo e fuori.

Mexes: “Penso solo alla Roma”

 Da Leggo:

Da colabrodo a porta blindata. Dai 22 gol subiti nelle prime 14 giornate (media di 1,57 a partita), alle 4 reti delle ultime 9 (0,44 a gara). Il secondo posto della Roma passa anche e soprattutto per la difesa, un reparto rigenerato dalla cura Ranieri come confermano le prestazioni e le parole dei suoi ministri cardine: Juan e Mexes. Una coppia perfetta che abbina forza fisica a grande tecnica. «Abbiamo trovato una grande solidità – afferma il francese – dovuta anche al grande sacrificio del resto della squadra. Ranieri poi sa  come  motivare i giocatori».
Il riferimento di Mexes è rivolto  anche a se stesso. Il difensore di Tolosa, «troppo certo del posto dal titolare», aveva iniziato la stagione con molte sbavature, tanto da convincere Ranieri a tenerlo fuori per circa un mese. Alla prima occasione Philippe si è fatto trovare pronto dimostrando che quando sta in forma rimane uno dei più forti difensori europei, alla faccia di Domenech. «Alla Nazionale non ci penso. C’è la Roma», dice col sorriso Mexes che smentisce anche le “vocine” che lo volevano vicino alla Juve. L’altro grande protagonista ritrovato è Juan.

Roma, Vucinic: pochi gol ma decisivi

 Da Il Corriere dello Sport:

Qualcuno lo accusa di segnare po­co. Qualcun’altro di non riuscire a fare i gol facili. Altri ancora che gli manca la cattive­ria agonistica per essere un campione nel senso più pieno della parola. Sarà, ma Mir­ko Vucinic quando c’è da lasciare il segno, difficilmente sbaglia. E’ l’uo­mo delle grandi sfide, delle partite importanti, di quelle partite in cui fare la differen­za è il sogno di qualsiasi cal­ciatore al mondo. Lo ha con­fermato pure a Firenze. Do­ve, pure, all’inizio della ripre­sa, ha fallito uno di quei gol che fanno mettere le mani ai capelli pure ai tifosi più buo­ni, un pallone facile facile da mettere in porta ma colpito come se quel pallone fosse sgonfio.

Roma, Totti e Toni i migliori rinforzi

 Da La Gazzetta dello Sport:

Rispetto a lui, parevano di un altro pianeta. Compagni e avversari, andavano a velocità supersonica, mille valvole nei motori, palloni come raggi missili. E lui, mai visto così spaesato, incapace di trasformarsi nel solito ipergalattico. Reduce dall’ennesimo infortunio, ricaduto per lo sforzo imprevisto con la Juventus, ancora un po’ arrugginito. Oppure, non gli basta più schiacciare il pulsante magico, e oplà, un tacco, un assist, un cucchiaio è servito. Impotente, nervoso e, logica conseguenza, sostituito nell’intervallo. Non così logica, però, trattandosi di Francesco Totti. Scherza con i fanti ma lascia stare i santi. Gli allenatori della Roma più recenti si sono adeguati al proverbio senza fiatare, Spalletti in primis. Anche perché rare sono state le occasioni di trattarlo come un comune mortale. Totti era e resta il calciatore più forte della Roma.

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