La fame genera fame. Legge di natura, regola di vita, assioma calcistico: Claudio Ranieri e la Roma – già in Grecia per la gara di Europa League contro il Panathinaikos – dicono che ancora non basta. Vincere, continuare a vincere per un motivo elementare. Ce n’è necessità. I venti risultati utili consectivi sono un ottimo sollecito per una squadra che non sa più perdere. Serviva una scossa, il testaccino l’ha garantita. Occorreva uno stimolo, serie A e Coppa Italia lo hanno concretizzato. Ora, l’Europa Legaue. Con i giallorossi determinati a chiudere in una morsa la formazione ateniese. Imbottigliarli, insaccarli. Noi – ce l’aveva lì, sulla punta della lingua, mister Ranieri – si va in Oriente. Ma mica per niente. “Facciamo vedere a questi greci chi sono i romani“. E ho detto tutto, avrebbe chiosato il grande Antonio De Curtis: perchè è tanto vero che la fame generi fame quanto il fatto che la Storia, quella grande, sia lì a indicarti la via. E, da che mondo e mondo, a cancellare la gloria dei classici dell’antichità ci hanno pensato i romani. Senza buttare via niente, beninteso: semplicemente, il tesoretto dei greci s’è trasformato nel bagaglio di esperienza di Giulio Cesare e compagnia. Appropiarsi del Partenone per costruire il Colosseo, rendersi nuova fonte di classicità: una logica disarmante.