Roma Allievi Nazionali: anche i baby di Stramaccioni in finale

 Dalla Gazzetta dello Sport:

Tre gol stupendi, e la Roma in mezzora si prende partita e finale scudetto degli Allievi – dopo aver conquistato il visto anche per quella dei Giovanissimi – che giocherà domani contro la Juventus a Montepulciano alle 17, mentre alle 19 giocheranno i ragazzi di Montella. Dominio Siena letteralmente stropicciato. «Da quando alleno questi ragazzi non ho mai visto un primo tempo giocato così bene da rasentare la perfezione, stile Barcellona» ammette Stramaccioni. Tre gol belli e da raccontare: la rasoiata di Politano, con palla tra palo e portiere; una punizione di Ciciretti con pallone ad aggirare la barriera col portiere rimasto di sale e il tris di Caprari (botta vincente dopo scambio con Leonardi). Bruno Conti tira le somme: «Due finali che ci rendono soddisfatti. Montella, al primo anno coi Giovanissimi, ha lavorato con ragazzi sconosciuti e ha subito centrato il traguardo. Stramaccioni con gli Allievi è un veterano.

De Rossi: 9 gol in Nazionale come l’amico Totti

 Dalla Gazzetta dello Sport:

Il contatto di fine corsa, al termine di un percorso dalla porta alla panchina in cui è scattato, ha allargato le braccia, è sfuggito alla morsa dei compagni, ha sorriso, urlato, mostrato la solita vena, è stato un testa a testa con Rino Gattuso, suo alter ego per filosofia di vita (dire sempre quello che si pensa, senza filtri, fregarsene delle convenzioni), non a caso unico altro barbudo della squadra. Proprio la barba è stata oggetto di approfondite analisi nelle cronache di ieri, un dibattito che ha scomodato anche l’antropologia: segno di maturità rispetto agli errori di gioventù di quattro anni fa, manifestazione di autorità nel gruppo, simbolo del potere all’interno della squadra. Ma anche, forse, immagine di un conflitto interiore. E allora come i barbudos cubani, Daniele De Rossi — sempre più simile a Romeo Benetti, ma meno randellatore — si raderà solo quando avrà vinto la sua guerra di liberazione: dai suoi incubi, dal fantasma di McBride, dai dolori del cuore e gli acciacchi del corpo. E la vittoria potrà coincidere solo con un altro Mondiale, questo davvero interamente suo. La maturità — questo sì un segno, tristemente degli anni che avanzano — è raccontata dai numeri.

Mondiale Sudafrica: De Rossi è il nuovo leader

 Dal Messaggero:

Parlare di tessera del tifoso auspicando anche la tessera del poliziotto oppure dire “ho sbagliato io” e non “abbiamo sbagliato noi”, in fondo, è la stessa cosa. Cambiano gli argomenti, ma non cambia la sostanza perché sono due facce della stessa personalità; dello stesso modo di affrontare ogni situazione. Cioè sempre di petto, senza nascondersi; senza scegliere la strada più comoda, quella che ti mette al riparo da spifferi, critiche e strumentalizzazioni. Daniele De Rossi è fatto così, e la meraviglia di chi ancora si meraviglia dei suoi atteggiamenti, non solo verbali, fa un po’ sorridere. Lui non è tipo da zero a zero: meglio vincere o perdere, che bluffare.

Roma: c’è da scogliere il nodo delle comproprietà

 Dal Corriere della Sera:

Il mercato creativo e obbligato della Roma, dopo aver messo a segno i colpi Adriano e Simplicio, passa per la definizione delle comproprietà. Sono trattative minori ma non trascurabili perché, da un paio di cessioni e senza aspettare i tempi più lunghi di cui necessitano quelle dei brasiliani (Doni, Baptista e Cicinho) potrebbero arrivare gran parte dei soldi necessari per il riscatto di Burdisso. A tal proposito, la società giallorossa «resta fiduciosa» sul conto dell’argentino, anche se l’incontro tra il manager Hidalgo e l’Inter è slittato di qualche giorno. In mancanza di liquidità, insomma, si proverà a capitalizzare privandosi degli uomini non più indispensabili. Da Brighi in giù. Il 25 giugno saranno aperte le buste per conoscere il destino dei giocatori contesi e, soprattutto in questi ultimi giorni, si infittiscono i contatti tra procuratori e dirigenti per trovare una via d’intesa. Marco Motta lascerà sicuramente la Capitale, è destinato alla Juventus via Udinese, ma la Roma faticherà ad ottenere i 3 milioni che cerca, con Pozzo che mira al ribasso.

Monte Mario: la Madonnina torna a proteggere Roma

 Dal Messaggero:

Da ieri la Madonnina del Centro Don Orione è tornata in cima a Monte Mario da dove domina la città. È stata sollevata nel cielo da una gru per poi essere calata, dopo poco più di 5 mesi, lì dove era caduta. I lavori per il restauro della statua, divelta lo scorso ottobre da una violenta tromba d’aria, sono stati resi possibili grazie all’impegno del sindaco Alemanno e al finanziamento sostenuto dall’Acer (Associazione costruttori edili romani) per una spesa di 160 mila euro. La Madonnina, cadendo, si era spezzata in tre tronconi perdendo anche le braccia. È stata riparata e restaurata nel giardino sottostante al piedistallo.

Curva Sud, il comunicato contro la Tessera del Tifoso

 Tessera del Tifoso, ecco il comunicato della Curva Sud:

IO NON MI TESSERO
I gruppi della Curva Sud a fronte dell’entrata in vigore della AS ROMA PRIVILEGE CARD (più comunemente conosciuta come TESSERA DEL TIFOSO) ribadiscono con estrema fermezza  che non rinnoveranno l’abbonamento per non assecondare le direttive imposte non da una legge, bensì da una semplice circolare che prevede il rilascio di una carta di credito annessa alla sottoscrizione dell’abbonamento. Tutto questo inoltre ci viene imposto col ricatto, togliendoci ogni possibilità di scelta.

Dopo i botti parte il mercato degli addii

 Da Repubblica.it:

Messi in archivio in fuochi d’artificio di inizio giugno (sei contratti tra acquisti e rinnovi sottoscritti in 10 giorni) e in attesa di definire il futuro di Nicolas  Burdisso (entro il fine settimana incontro tra l’gente Hidalgo e il dt dell’Inter Branca), nasce il mercato degli addii. Con un occhio ai conti.

MONTE INGAGGI RECORD – Una rosa tra le più ‘vecchie’ della serie A con un’età media oltre i 29 anni e un monte ingaggi che gli ultimi colpi di mercato (Adriano e Simplicio) hanno elevato per la prima volta nel corso della gestione Rosella Sensi oltre il muro dei 70 milioni, soltanto sfiorato nella stagione scorsa (69,7). (…) La parola d’ordine, a questo punto, è vendere. Soprattutto, liberarsi di quei giocatori premiati da stipendi pesantissimi ma ormai ai margini del progetto tecnico di Ranieri. Doni, Baptista, Cicinho i primissimi nomi di una lista in cui compaiono anche Brighi, Andreolli, Motta, Faty, Barusso. Persino Mexes, se dovessero sorgere problemi per il rinnovo di contratto e il riscatto di Burdisso non riservasse sorprese sgradite, sarebbe della ‘partita’.

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