“Romanisti di tutta Guidonia, unitevi!” E’ starotocollato nella mattinata di ieri un ordine del giorno per chiedere al sindaco, Eligio Rubeis, di attivarsi per proporre Guidonia Montecelio come sito del nuovo stadio dell’A.S. Roma“.
Lo dichiara in una nota Rita Salomone,
L’Opa sulla Roma
0,678 euro per azione. È quanto pagheranno gli americani guidati da Thomas DiBenedetto per ogni azione della squadra della capitale, come scrive l’Espresso.
Roma-Chievo, Montella: “Ingiusto colpevolizzare Menez e Vucinic. Ora dobbiamo onorare la tifoseria. Per la Champions c’è una micro possibilità”
Roma-Chievo, la conferenza stampa di Vincenzo Montella alla vigilia della sfida contro i veneti di domani all’ora di pranzo:
MENEZ – “I sassi tirati? Sono molto dispiaciuto per quanto accaduto, non è una bella immagine per i tifosi della Roma, che non sono questi. Il ragazzo è sereno e vuole reagire, l’allenamento l’ha interpretato bene ed è disponibile sotto l’aspetto pscicologico. Lui è pronto a giocare ma siamo tutti dispiaciuti e vicini a lui. La lite? Non si possono capire tutte le situazioni dall’esterno, ma ho un ottimo rapporto con lui. Può darsi che non ci siamo simpatici anche se non credo, ma c’è un rapporto buono fra noi. Sono l’allenatore e mi assumo le mie responsabilità di formazione, la squadra che va in campo è quella che credo possa fare di più contro quell’avversario. Io voglio il bene della Roma”.
Roma-Chievo, i convocati: Julio Sergio e Mexes unici assenti
Roma-Chievo: Vincenzo Montella ha diramato la lista dei giallorossi che
Trigoria, assente solo Mexes, da valutare Julio Sergio. Una trentina di tifosi fuori dal Fulvio Bernardini
Trigoria – La Roma si riunisce l’ultima volta a Trigoria prima della gara contro il Chievo di domani alle 12.30. Eccetto Mexes tutti disponibili per Montella, compreso Julio Sergio che ieri ha svolto lavoro differenziato col preparatore Nanni. Circa una trentina i tifosi fuori dai cancelli del Fulvio Bernardini, fra cui un tifoso venuto addirittura da Colonia. Alle 13.45 Vincenzo Montella incontrerà i giornalisti per la conferenza stampa prepartita.
12.05 – Inizia il riscaldamento. Al gruppo si aggregano i giovani Caprari e Viviani.
12.10 – I giocatori vengono divisi in quattro gruppi. Probabilmente i titolari di domani sarano i bianchi e i Verdi:
Ag. Simplicio a LaSignoraInGiallorosso.it: “Molte squadre su Fabio, ma lui vuole fortemente rimanere in giallorosso”
Mercato Roma: Gilmar Rinaldi, procuratore di Fabio Simplicio, intervistato da LaSignoraInGiallorosso.it parla della situazione del suo assistito. L’agente afferma con assoluta fermezza che la volontà del brasiliano è quella di restare nella Capitale, nonostante non manchino le offerte da altri club. “Fabio ha firmato lo scorso anno un contratto triennale con la Roma – queste le sue parole –e non ha intenzione di lasciarla. Sono molte le società che l’hanno cercato, ma la volontà del calciatore è solo una, quella, cioè, di vestire, almeno per le prossime tre stagioni, la maglia giallorossa”.
Avv. Conte: “L’articolo di Repubblica? Dal 2001 contenziosi ridotti dell’80%”
Cessione Roma: Antonio Conte, avvocato della società giallorossa, intervenuto a
Aquilani: “Ho sofferto molto quando decisero di cedermi, è stato un dramma lasciare la Roma”
Alberto Aquilani, centrocampista della Juventus, ex giocatore della Roma, in
Roma-Chievo: la partita del riscatto per Vucinic
Roma-Chievo: la partita di Mirko Vucinic. L’attaccante montenegrino è uno dei giocatori più discussi in questo periodo; per molti la sua avventura nella Capitale è praticamente finita, ma gli americani hanno lasciato intendere di credere in lui come volto guida dell’attacco della nuova Roma. Nel frattempo il montenegrino, potrà riscattarsi nella partita di domani mattina. Dalla Gazzetta dello Sport:
Pure lui ha conosciuto la faccia cattiva del tifo romanista: i fischi, gli insulti, le maledizioni. Non solo quelli di questi giorni, gli era già accaduto in passato, in uno dei suoi periodi di crisi, quando fu insultata e quasi aggredita anche la compagna Stefania. Almeno da questo punto di vista, ieri Mirko Vucinic ha ritrovato un pizzico di serenità: a Trigoria si è presentato un gruppetto di tifosi con uno striscione, “Forza ragazzi, siamo la Roma. Mirko crediamo in te”.
Mercato Roma, Pastore ha già parlato con Burdisso
Da Il Romanista:
Javier Pastore e la Roma, un sogno destinato a diventare realtà. Quella che, fino a qualche settimana fa, sembrava soltanto una voce di mercato, trova adesso sempre più riscontri concreti. Tre su tutti: i contatti già ci sono e sono anche piuttosto intensi, soprattutto adesso che la Roma ha affrontato il Palermo; il giocatore ha parlato con amici romani (tra cui Burdisso) di un suo trasferimento; la Nike, oltre ad essere il marchio che gli americani vorrebbero prima possibile sulle magliette giallorosse, è lo sponsor tecnico del giocatore e vedrebbe di buon occhio (per non dire di più) l’arrivo del Flaco in una piazza importante. Una piazza che, pur non essendo (ancora) come Real Madrid o Barcellona, intriga tantissimo Pastore. Il perché lo avrebbe confessato lui stesso ad alcune persone che lo conoscono bene qui a Roma, compreso quel Nicolas Burdisso suo compagno in Nazionale: in squadre come quelle guidate da Mourinho e Guardiola sarebbe uno dei tanti, a Trigoria, invece, sarebbe messo al centro del progetto. A ventun anni potrebbe giocare con Totti (uno dei suoi idoli) e potrebbe legare per sempre il suo nome a un evento storico, come magari la vittoria di un grande trofeo internazionale che alla Roma manca.
Nervi tesi in casa Roma, lite Montella-Menez
Dal Corriere dello Sport:
Il momento è difficile alla Roma. Si attende l’insediamento dei proprietari americani, l’arrivo a Trigoria dei nuovi dirigenti, mentre nel centro sportivo giallorosso c’è un clima di smobilitazione. Molte delle persone che lavorano lì sanno che se ne andranno tra poco. Compresi molti giocatori. Così il clima, avvelenato anche dai recenti risultati negativi, è pesante. Ieri all’allenamento della squadra, il giorno dopo la sconfitta contro l’Inter, che ha compromesso anche la qualificazione alla finale di Coppa Italia, non c’erano i dirigenti. E’ arrivato Bruno Conti verso la fine. Le sconfitte, il comportamento ( e l’atteggiamento) di alcuni giocatori, la delusione dei tifosi, assenti anche loro ieri in una Trigoria deserta, possono far saltare i nervi. Ieri ci sono stati momenti di tensione tra Montella e Menez. Il francese, che ha cominciato ad allenarsi in ritardo rispetto ai compagni, alla fine è rimasto a correre da solo, mentre gli altri giocatori erano già rientrati negli spogliatoi. Questo è accaduto sul campo C, quando non c’era più nessuno.
Roma, la difesa è un colabrodo
Da La Gazzetta dello Sport:
La prima decisione, la più chiara, è stata rimettere in porta Marangon Doni. Montella ha deciso subito, appena nominato allenatore, e l’ha comunicato alla stampa: «Nulla contro Julio Sergio, ma per me è più forte Doni e lui deve giocare» . Il povero Julio da allora non ha detto più una parola, seccato pure dal sospetto che Montella sia stato consigliato da almeno un paio di giocatori, si dice Juan e De Rossi, entrambi molto legati a Doni. Convinto o consigliato, poco cambia: ad oggi questa scelta resta davvero inspiegabile, sicuramente si è rivelata improduttiva. Cosa è cambiato in porta da quando è stato fatto fuori Julio Sergio? Nulla: la squadra continua a prendere camion di gol, e non si ricordano prodezze di Doni. Anzi, il brasiliano mostra di aver subito un’involuzione tecnica rispetto ad un paio di stagioni fa. Quasi come il Bari...
Benvenuti americani, pagate i debiti. Una voragine nei conti della Roma
Da La Repubblica:
In una città che vive e si abbevera di chiacchiere, la vendita della “As Roma” e il tramonto della famiglia Sensi offrono da mesi uno spettacolo variopinto. Che molto dice sullo stato dell’industria del pallone e sul rumoroso circo che le si muove attorno («papponi», ebbe a definirli Daniele De Rossi qualche tempo fa) e che, naturalmente, gira alla larga da un paio di domande chiave. Insieme a un marchio dalle straordinarie potenzialità, a una storia e a una passione cieca nella sua fede,cosa si sono comprati Thomas Di- Benedetto, James Pallotta, Richard D’Amore e Michael Ruane? Cosa c’è, davvero, nella pancia della “As Roma”? Si strepita sul prezzo di vendita («basso», disquisiscono alcuni), si lamenta un danno ai piccoli azionisti (che solo oggi scoprono di aver scommesso in borsa su una società tecnicamente fallita). Si confonde la futura linea di finanziamento operativa assicurata dal venditore Unicredit ai compratori con un’operazione di leverage (l’acquisto a debito, da caricare sui bilanci di ciò che si acquista) che non c’è stata. Si arriccia il naso sulla consistenza patrimoniale degli acquirenti americani che hanno evidentemente la colpa, nel Paese del capitalismo senza capitali, di aver tirato fuori una settantina di milioni di euro di tasca propria tra acquisto del 67 per cento delle azioni e immediato aumento di capitale per far fronte a perdite di 36 milioni di euro. Qualcuno – e vale la pena ricordarlo non per ragioni di campanile – è arrivato a sfidarli neanche fossero dei bari, come Claudio Lotito, presidente di una società, la “Ss Lazio”, impiombata da un debito con il Fisco che, nel 2005, ammontava a 140 milioni di euro e che «ragioni di ordine pubblico» consigliarono di rateizzare in 23 comodi anni. Dunque? Se si ha la pazienza di leggere le centinaia di pagine e allegati del “Legal due diligence report” redatto dall’advisor dei venditori di “As Roma” il 23 novembre del 2010, si comprendono le ragioni di una trattativa lunga e complicata. Si scopre di quale sostanza è fatto il Colosseo che, consapevoli del rischio, gli americani hanno comprato. Quale Paese dei Balocchi e fabbrica di “buffi”, come a Roma si definisce il “pagherò”, sia stata Trigoria in questi anni.
La Curva Sud non tradisce mai
Dal Romanista:
Senza retorica: chi tifa Roma non perde mai. Meno che mai ieri sera. Perché se mentre Montella parla in conferenza stampa 300 tifosi lasciano lo stadio cantando (ore 23.15) non può che essere così. Loro questa fase non la supereranno mai. Anche adesso che la Roma fa di tutto per non farsi amare. Ci aveva provato la Curva Sud a essere quella marcia in più per spingere la squadra verso l’ultimo traguardo ancora possibile: era stata, tanto per cambiare, l’unico settore pieno di tutto l’Olimpico. Aveva preparato una coreografia con cartoncini bianchi, rossi e gialli. Senza scritte, solo bandiere. Vecchie maniere, loro della Sud. Che espongono soltanto lo striscione “no fax” perché al calcio moderno si dice no. Non fosse altro perché il calcio moderno fa sì che in una semifinale di Coppa Italia ci siano appena 23mila presenze allo stadio: Nord vuota, Tevere con ampi buchi, Monte Mario neanche a parlarne. Un’ora prima della partita lo stadio offre uno spettacolo tristissimo.