Stadio Franco Sensi: da lassù, con un sorriso così…

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 Diviso tra emozione e apprensione, orgoglio e curiosità, con un sorriso che ci piace immaginare possa condensare tutti i sentimenti insieme. E rassicurare la figlia Rosella. Franco Sensi forse avrà vissuto così il giorno della presentazione del progetto per il nuovo stadio della Roma. Un impianto che porterà il suo nome, perchè la famiglia Sensi così ha preteso. Lo stadio di proprietà era già al centro dei programmi del presidente, come in quelli di Dino Viola. Lo ha ricordato, con gli occhi lucidi, la figlia stessa di Franco. La nuova struttura, progettata dall’architetto Gino Zavanella, ospiterà cinquantacinquemila posti a sedere (estendibili a sessantamila). Sarà uno stadio “attivo 7 giorni su 7” e ci vorranno “dai 24 ai 26 mesi di tempo per la costruzione effettiva“, come ha precisato il progettista. I tempi burocratici, tuttavia, non sono quantificabili. La politica sta prendendo posizione, in questo senso. Si va dal “giudizio positivo” di Gianni Alemanno, che pure ha ricordato “che tutti i livelli decisionali dovranno esprimere i loro pareri“, al rigore di Marazzo (“Domani ci sarà la prima riunione con la sovrintendenza perchè ci deve essere un percorso in cui ognuno si assumerà le proprie responsabilità. Se ci sono vincoli dovranno essere rispettati, senza ’se’ e senza ‘ma’. Non si fanno sconti alle squadre di calcio come non si fanno alle altre imprese“), fino alle posizioni più estreme: “L’idea è trasformare 130 ettari di Agro Romano del tutto inedificabili in cemento“, la denuncia di Legambiente. Il timore maggiore, di una certa parte della politica, è che sullo stadio della Roma si facciano speculazioni. La signora Maria Sensi ha affermato che “ora i costruttori spuntano come funghi” e che “potevano pensarci prima“.
La squadra, invece, come ha recepito il progetto? Ranieri spera di potere sedere su quelle panchine all’inglese, all’interno della tribuna, Totti si affida a madre natura, al contratto e alla velocità di costruzione per poter calcare quell’erba. Mentre la dirigenza è chiamata a costruire una squadra degna di uno stadio avveneristico: spazio di 0,80 metri quadri per ogni spettatore, che significa standard da impianto a cinque stelle, evacuabile in soli 5 minuti; materiali ecosostenibili, pannelli fotovoltaici; sessantotto metri di distanza per il posto più lontano dal terreno di gioco; due monitor, all’esterno della struttura, alti trentacinque metri su cui scorreranno immagini e informazioni. Sorgerà a cinquecento metri dall’uscita Aurelia del Grande Raccordo Anulare. Sarà visibile da chi atterra su Fiumicino. Forse è già visibile da chi riposa sopra le nuvole. Diviso, chissà, tra emozione e apprensione, orgoglio e curiosità. Con un sorriso così…


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