Nel 2008 gli arbitri tolsero il 4° scudetto romanista

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 Da Il Romanista:

“La differenza l’hanno fatta un paio di mesi nei quali l’Inter su dieci partite ne ha vinte nove e tutti quanti sapete perché. Possiamo fare tutti i buonismi del mondo, tanto tra qualche anno nessuno se lo ricorderà”. Diciotto maggio 2008, Daniele De Rossi tuona così negli spogliatoi di Catania urlando a tutta Italia attraverso le telecamere di Sky i motivi per cui la Roma non ha vinto uno scudetto che avrebbe strameritato. Aveva ragione al 100 % Daniele, o meglio al 99, perché in realtà tutti si ricordano cosa è successo in quella stagione. I romanisti sicuramente. Una serie interminabile di favori ai nerazzurri che ebbe il suo culmine tra gennaio e febbraio, ma che in realtà era iniziata già nelle primissime giornate di campionato, quando però ancora non si pensava «che lo scudetto si potesse assegnare in volata. Il 1 settembre, infatti, i nerazzurri si impongono a Empoli 2-0 ma, sullo 0-0, l’arbitro Ayroldi non fischia un calcio di rigore per Saudati, mentre il raddoppio di Ibrahimovic è viziato da un fuorigioco.
Aiutini si registrano anche contro Catania (mano di Adriano sul gol di Crespo), Livorno (rigore non dato a Diamanti), Juve (fallo su Del Piero), Atalanta (rete irregolare di Cruz) e Fiorentina (Samuel stende Pazzini e Jimenez può segnare). Arriva poi il derby e cominciano gli “aiutoni” con Morganti (toh, chi si rivede) che nega un penalty al Milan per fallo clamoroso di Cambiasso su Kakà. Errore decisivo visto che la partita finirà 2-1.


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